Messaggi e commenti per Enrico Giovannini

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Lunedì 9 aprile 2018 19:42:41

Ogni volta che sento parlare di nuovi posti di lavoro o di reddito di cittadinanza
penso : “ma quali lavori se il modernismo porta alla riduzione dei lavoratori e dove
prendiamo i soldi?”
Vi sottopongo alcune proposte, lasciando alla vostra perspicacia le scelte conseguenti. Anzitutto dove prendere i soldi per fare quanto propongo di seguito? Semplicemente riducendo progressivamente la spesa per l’acquisto di energie dall’estero, e con ciò finanziare le imprese italiane che sposeranno il cambiamento. Inoltre, perchè si spendono miliardi per spegnere gli incendi boschivi invece di pulire regolarmente i boschi, facendo in contemporanea funzionare dei termocombustori, opportunamente filtrati, dislocati in modo organico sul territorio, per la produzione d'energia? Non mi si dica che ciò produce CO2 e polveri sottili, poichè opportuni filtri abbattono le emissioni del 90% mentre la combustione selvaggia o la decomposizione naturale disperderebbero gli stessi inquinanti al 100%. Contemporaneamente alla pulizia dei boschi si può predisporre il deflusso regolamentato delle acque così da evitare eventi franosi catastrofici che comportano milioni di danni e vittime. Quando i nostri vecchi curavano le campagne tutto ciò capitava raramente e non si sentiva parlare di intere montagne che franavano a valle. Oggi esistono canalette metalliche che, una volta piazzate, richiedono poca manutenzione. Recentemente ho sentito che i giovani non rifuggono più il lavoro di spazzino. Perchè quindi non impiegarli per la manutenzione di tutto il vasto territorio abbandonato? Avete mai fatto caso a come la Svizzera cura il proprio suolo? Leggi appropriate impedirebbero a sprovveduti proprietari di mantenere l'obbrobrio attuale (distanza minima fra gli alberi, altezza dei rami, altezza del sottobosco ecc e l’obbligo della manutenzione o dell’attribuzione del materiale di risulta all’imprese che esegue i lavori) ed avremmo molti nuovi posti di lavoro che il modernismo riduce sempre di più.
 Non si tratta di fare nuovi dipendenti pubblici (utilizzando le guardie forestali per la direzione lavori daremmo anche una copertura economica ad un servizio oggi passivo) ma di elaborare un piano complessivo sulla base del quale poter attivare una rete territoriale gestita da piccole medie imprese. Porto un esempio: un termocombustore da 20 MW, che bruci solo “legna vergine” oltre alla produzione di ingente quantità di energia elettrica permetterebbe, col raffreddamento d’impianto, di attuare il teleriscaldamento per 700 famiglie; darebbe lavoro a 12 unità interne ed un indotto per 90 operatori fra boscaioli, trattoristi e camionisti (tutte piccole imprese artigianali, ma produttive). L’università di Torino aveva calcolato che per produrre il legname necessario a gestire l’impianto, una volta diradati i boschi esistenti, sarebbe stato necessario solo ¼ del territorio comunale (Ceva-CN) coltivato con alberatura a rapida riproduzione (Purtroppo interessi “particolari” hanno impedito la realizzazione di quel progetto). A sostegno di questa proposta vi ricordo che l’EU ha un progetto chiamato FORMIT (FORest management strategie sto enhance the MITigation potential of Eurapean forest) che oltre ad altro riprende gli stessi concetti. A meno che non siamo tutti sul libro paga dell’ENI o peggio, degli arabi, suggerisco di leggervi “Research EU” pag.14-15 !

Inoltre: poiché con le turbine di nuova generazione bastano pochi metri di caduta (4 mt) per generare corrente elettrica. (vedi Garessio-CN) piccole dighe terrebbero puliti i greti fluviali, senza rischi per le popolazioni, garantirebbero risorse idriche sempre più preziose oltre a piscicoltura, pesca sportiva, sport acquatici e turismo; senza contare che l’energia pulita prodotta dalle nuove turbine ripagherebbe l’opera di costruzione e di manutenzione. A tal proposito segnalo che lasciare al Magistrato delle Acque la gestione anche dei piccoli torrenti (che con sede a Parma solitamente non sa neppure dove si trova il torrente) crea gravi problemi in termini di tempo ed economici. Se il materiale di risulta del disalveo periodico fosse lasciato in piena disponibilità ai Comuni interessati, certamente i lavori sarebbero più spediti ed a costi compensati. Ad evitare abusi avevo suggerito all'ingegnere preposto alla verifica di segnare sugli argini una "mira di massima" ed una di "minima" che i Sindaci avrebbero dovuto rispettare nell'applicazione del disalveo, previa comunicazione di inizio lavori al magistrato delle acque che, ove lo ritenesse opportuno, invierebbe tecnici di controllo. Il vento ed il sole sono altre fonti di energia pulita e nuovi posti di lavoro.
Ed infine: cosa farne di tutta quest’energia elettrica? Anzitutto evitiamo di acquistarla dall’estero e col risparmio finanziamo l’iniziativa che troverebbe copertura anche con il risparmio delle spese per incendi boschivi, frane, allagamenti, ecc In secondo tempo puntiamo sulle auto elettriche (possibilmente prima della Germania) e creiamo così altri posti di lavoro oltre alla riduzione dell’inquinamento con tutte le conseguenze collegate. Se c’è un fondo di verità nell’affermare che costa molto meno la prevenzione di ogni opera di ricostruzione, questo sarebbe un primo passo che potrebbe durare nel tempo. L’Italia può farcela, ma non vedo proposte concrete per l’ampliamento dei posti di lavoro (anche se ai giovani dovremo insegnare che non si lavora soltanto dietro la scrivania o indossando una tuta bianca). Ultimo, ma non meno importante, il fatto che creando attività remunerate in sede locale, si ricupererebbero tutti gli insediamenti di quei territori che si stanno spopolando, riducendo l’inurbamento selvaggio, con tutti i costi che comporta.
Convinto di non essere il solo a pensarla così, spero di non aver perso tempo a scrivere.

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