Padre Gianfranco Maria Chiti da Gignese
Messaggio per Sergio Castellitto
Lunedì 11 settembre 2023 18:33:49
Buongiorno Sergio Castellitto, ho una grande ammirazione per lei, non so se leggerà mai questa mia, ma voglio provarci... Le voglio raccontare una "Storia da Raccontare"...: Una storia da raccontare...
Se guardiamo la storia del passato, in ogni epoca ci sono stati degli uomini che si sono distinti, in ogni settore della società queste persone hanno brillato di luce propria, indicando nel loro cammino, la strada da seguire. In un piccolo paese, nell’entroterra del Lago Maggiore, il 6 maggio 1921, nasceva Gianfranco Chiti... trascorse la sua infanzia in Inghilterra, suo padre era primo violino alla filarmonica di Londra, e poi a Pesaro, la sua città adottiva, che oggi ne ospita le spoglie, nella tomba di famiglia, accanto alla sua mamma, che tanto ha adorato. A 15 anni si iscrisse alla Scuola Militare di Milano, il suo ero un animo patriottico, una fede incrollabile verso i valori della Patria. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, da giovane Sottotenente, fu inviato sul teatro di battaglia in Slovenia e in Croazia e poi sul fronte Greco Albanese, dove riporto varie ferite... successivamente da volontario, fu inviato in Russia con l’8^ Armata, prese parte alla battaglia di Karkov, dove per meriti speciali in battaglia, fu decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare. Gianfranco Chiti nel suo peregrinare sui vari teatri di guerra, non si sottrasse mai dal difendere i suoi soldati, rischiando sempre la sua stessa vita, anche quando per tenere fede al giuramento dato, scelse di entrare a far parte della Repubblica Sociale, piuttosto che darsi alla macchia. In prima persona si prodigò a difendere e salvare moltissimi partigiani, tante famiglie di religione ebraica, tanti villaggi e paesi dell’alto Piemonte, che erano stati segnati dalle truppe naziste, per essere rastrellati e distrutti. La sua Fede lo ha sorretto sempre, senza abbandonarlo mai, anche quando alla fine del conflitto mondiale ebbe a subire la prigionia nelle carceri nuove di Torino, nei campi di concentramento di Tombolo, Coltano e Laterina, da dove fu liberato il 20 dicembre 1945, con foglio di via per Pesaro. Aspettando di essere riammesso in servizio, dopo le varie testimonianze giunte in suo favore, negli anni scolastici 1946/1948, insegnerà matematica e fisica presso il Liceo Ginnasio “Giuseppe Calasanzio” dei Padri Scolopi a Campi Salentina (LE). Il 31 marzo 1948 viene assegnato al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna in Roma... il suo cammino in divisa lo porterà in Somalia, Comandante del Quartier Generale del Comando delle Forze Armate in Mogadiscio... tornato in Italia dirige il Corso di Allievi Ufficiali Somali presso la Scuola di Fanteria di Cesano (Roma). Ricoprendo vari incarichi di Comando all’interno della struttura di specialità dei Granatieri, giunge nel 1969 alla Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito in Viterbo con l’incarico di Vice Comandante. Dal giugno 1970 al settembre 1973 viene impiegato presso lo Stato Maggiore del Comando della Regione Militare Centrale in Roma. Siamo all’alba di un nuovo giorno, il destino riporta il Comandante Chiti alla Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito in Viterbo con l’incarico di Comandante, era il 20 ottobre 1973... passano quasi 5 anni, gloriosi per tutti noi Allievi... ci troviamo in un Istituto di Formazione dell’Esercito Italiano, noi giovani di 16/18 anni, appena svezzati, alla ricerca di buoni maestri, per diventare buoni comandanti e buoni cittadini. Quasi 1500 Allievi transitavano ogni anno in quella Scuola Militare, ricordo il giorno in cui siamo stati presentati al Comandante Chiti... un raggio di luce ci ha colpiti scaldandoci i cuori. Il Colonnello Comandante Chiti era un grande ormone, occhiali scuri, divisa impeccabile, 2 ferite di guerra sul braccio, aspetto severo ma tranquillizzante, dava la sensazione che tutto fosse sotto controllo, eppure in quella scuola, con i suoi 15 chilometri di asfalto, servivano oltre 1200 uomini. Subito abbiamo percepito che davanti non avevamo un uomo comune... servire in armi la Patria non è poco, avere buoni comandanti era determinante per la strada che avevamo intrapreso. I mesi trascorsi in quella Scuola sono diventati indelebili nelle nostre vite, ogni giorno era una nuova conquista, l’addestramento, lo studio, i servizi da eseguire, i regolamenti da assimilare e rispettare, tutto aveva un significato ben preciso, essere preparati e pronti all’azione senza alcuna riserva. Il Comandante Chiti non ci ha mai fatto mancare la sua vicinanza, ci chiedevamo sempre, ma non dorme mai, era sempre in giro, giorno e notte, implacabile tra di noi, a vigilare come vigila un padre sui suoi figli. Quella raccontata oggi oramai è storia, la grandezza di quell’uomo l’abbiamo conosciuta dopo, quando ha indossato il saio e non ha più potuto mimetizzare la sua vera natura. Padre Gianfranco Maria Chiti da Gignese, un uomo del nostro tempo che da Generale dei Granatieri diventa Frate minore dei Cappuccini sulle orme di San Francesco, rinnovando il suo giuramento di fede, diventando un Servo di Dio. Il suo lavoro in vita è stato incessante, la sua volontà ferrea ci ha forgiato per superare ogni ostacolo... oggi ricordarlo è il miglior modo per continuare a volergli bene, come lui ne ha voluto a tutti noi, continuare a diffondere il suo pensiero, i suoi gesti, che continuano a renderlo speciale ed immortale, sempre più vicino all’altare dei Santi. Partecipare per ricordare Padre Gianfranco ci rende unici e speciali, così come lui voleva, un gesto naturale per noi che lo abbiamo conosciuto... il suo esempio e la sua concretezza sono ancora oggi la nostra guida nel cammino di ogni giorno... le sue parole risuonano in noi... ” Siate lieti, siate disponibili, siate e sentitevi fieri del vostro ruolo nella Società, siate cortesi e tenete alti i valori della vita a difesa della serenità e la pace del vostro tempo”. Nel suo saluto a noi, il 8 agosto 1975, disse: “Il mio saluto a voi vuole essere anche la mia ultima seminagione, che attende di lievitare nelle vostre coscienze e germogliare nella vostra vita. Che Dio vi assista! ” Con obbedienza e determinazione ha ridato vita al Convento di San Crispino, aiutato dai suoi soldati, dai devoti di Orvieto e da ogni gesto di generosità, giunto da ogni parte d’Italia... di fronte al Maestoso Duomo della città sorge un’oasi di pace, un luogo dove ogni angolo e oggetto parla di lui!
Il 20 novembre del 2004 è volato via, chiamato alla casa del Padre, per proteggere tutti noi, che nel suo ricordo continuiamo a volare, un po’ smarriti, ma forti nel desiderio di raggiungere ciò che ci ha insegnato, volando in alto, nel pulito, verso Dio.
Padre Gianfranco Maria Chiti viaggia con noi... Signor Castellitto, lei sarebbe perfetto nella figura del Comandante Gianfranco Maria Chiti... Grazie dell'attenzione... Cordiali saluti...
Agostino Cascelli
Se guardiamo la storia del passato, in ogni epoca ci sono stati degli uomini che si sono distinti, in ogni settore della società queste persone hanno brillato di luce propria, indicando nel loro cammino, la strada da seguire. In un piccolo paese, nell’entroterra del Lago Maggiore, il 6 maggio 1921, nasceva Gianfranco Chiti... trascorse la sua infanzia in Inghilterra, suo padre era primo violino alla filarmonica di Londra, e poi a Pesaro, la sua città adottiva, che oggi ne ospita le spoglie, nella tomba di famiglia, accanto alla sua mamma, che tanto ha adorato. A 15 anni si iscrisse alla Scuola Militare di Milano, il suo ero un animo patriottico, una fede incrollabile verso i valori della Patria. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, da giovane Sottotenente, fu inviato sul teatro di battaglia in Slovenia e in Croazia e poi sul fronte Greco Albanese, dove riporto varie ferite... successivamente da volontario, fu inviato in Russia con l’8^ Armata, prese parte alla battaglia di Karkov, dove per meriti speciali in battaglia, fu decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare. Gianfranco Chiti nel suo peregrinare sui vari teatri di guerra, non si sottrasse mai dal difendere i suoi soldati, rischiando sempre la sua stessa vita, anche quando per tenere fede al giuramento dato, scelse di entrare a far parte della Repubblica Sociale, piuttosto che darsi alla macchia. In prima persona si prodigò a difendere e salvare moltissimi partigiani, tante famiglie di religione ebraica, tanti villaggi e paesi dell’alto Piemonte, che erano stati segnati dalle truppe naziste, per essere rastrellati e distrutti. La sua Fede lo ha sorretto sempre, senza abbandonarlo mai, anche quando alla fine del conflitto mondiale ebbe a subire la prigionia nelle carceri nuove di Torino, nei campi di concentramento di Tombolo, Coltano e Laterina, da dove fu liberato il 20 dicembre 1945, con foglio di via per Pesaro. Aspettando di essere riammesso in servizio, dopo le varie testimonianze giunte in suo favore, negli anni scolastici 1946/1948, insegnerà matematica e fisica presso il Liceo Ginnasio “Giuseppe Calasanzio” dei Padri Scolopi a Campi Salentina (LE). Il 31 marzo 1948 viene assegnato al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna in Roma... il suo cammino in divisa lo porterà in Somalia, Comandante del Quartier Generale del Comando delle Forze Armate in Mogadiscio... tornato in Italia dirige il Corso di Allievi Ufficiali Somali presso la Scuola di Fanteria di Cesano (Roma). Ricoprendo vari incarichi di Comando all’interno della struttura di specialità dei Granatieri, giunge nel 1969 alla Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito in Viterbo con l’incarico di Vice Comandante. Dal giugno 1970 al settembre 1973 viene impiegato presso lo Stato Maggiore del Comando della Regione Militare Centrale in Roma. Siamo all’alba di un nuovo giorno, il destino riporta il Comandante Chiti alla Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito in Viterbo con l’incarico di Comandante, era il 20 ottobre 1973... passano quasi 5 anni, gloriosi per tutti noi Allievi... ci troviamo in un Istituto di Formazione dell’Esercito Italiano, noi giovani di 16/18 anni, appena svezzati, alla ricerca di buoni maestri, per diventare buoni comandanti e buoni cittadini. Quasi 1500 Allievi transitavano ogni anno in quella Scuola Militare, ricordo il giorno in cui siamo stati presentati al Comandante Chiti... un raggio di luce ci ha colpiti scaldandoci i cuori. Il Colonnello Comandante Chiti era un grande ormone, occhiali scuri, divisa impeccabile, 2 ferite di guerra sul braccio, aspetto severo ma tranquillizzante, dava la sensazione che tutto fosse sotto controllo, eppure in quella scuola, con i suoi 15 chilometri di asfalto, servivano oltre 1200 uomini. Subito abbiamo percepito che davanti non avevamo un uomo comune... servire in armi la Patria non è poco, avere buoni comandanti era determinante per la strada che avevamo intrapreso. I mesi trascorsi in quella Scuola sono diventati indelebili nelle nostre vite, ogni giorno era una nuova conquista, l’addestramento, lo studio, i servizi da eseguire, i regolamenti da assimilare e rispettare, tutto aveva un significato ben preciso, essere preparati e pronti all’azione senza alcuna riserva. Il Comandante Chiti non ci ha mai fatto mancare la sua vicinanza, ci chiedevamo sempre, ma non dorme mai, era sempre in giro, giorno e notte, implacabile tra di noi, a vigilare come vigila un padre sui suoi figli. Quella raccontata oggi oramai è storia, la grandezza di quell’uomo l’abbiamo conosciuta dopo, quando ha indossato il saio e non ha più potuto mimetizzare la sua vera natura. Padre Gianfranco Maria Chiti da Gignese, un uomo del nostro tempo che da Generale dei Granatieri diventa Frate minore dei Cappuccini sulle orme di San Francesco, rinnovando il suo giuramento di fede, diventando un Servo di Dio. Il suo lavoro in vita è stato incessante, la sua volontà ferrea ci ha forgiato per superare ogni ostacolo... oggi ricordarlo è il miglior modo per continuare a volergli bene, come lui ne ha voluto a tutti noi, continuare a diffondere il suo pensiero, i suoi gesti, che continuano a renderlo speciale ed immortale, sempre più vicino all’altare dei Santi. Partecipare per ricordare Padre Gianfranco ci rende unici e speciali, così come lui voleva, un gesto naturale per noi che lo abbiamo conosciuto... il suo esempio e la sua concretezza sono ancora oggi la nostra guida nel cammino di ogni giorno... le sue parole risuonano in noi... ” Siate lieti, siate disponibili, siate e sentitevi fieri del vostro ruolo nella Società, siate cortesi e tenete alti i valori della vita a difesa della serenità e la pace del vostro tempo”. Nel suo saluto a noi, il 8 agosto 1975, disse: “Il mio saluto a voi vuole essere anche la mia ultima seminagione, che attende di lievitare nelle vostre coscienze e germogliare nella vostra vita. Che Dio vi assista! ” Con obbedienza e determinazione ha ridato vita al Convento di San Crispino, aiutato dai suoi soldati, dai devoti di Orvieto e da ogni gesto di generosità, giunto da ogni parte d’Italia... di fronte al Maestoso Duomo della città sorge un’oasi di pace, un luogo dove ogni angolo e oggetto parla di lui!
Il 20 novembre del 2004 è volato via, chiamato alla casa del Padre, per proteggere tutti noi, che nel suo ricordo continuiamo a volare, un po’ smarriti, ma forti nel desiderio di raggiungere ciò che ci ha insegnato, volando in alto, nel pulito, verso Dio.
Padre Gianfranco Maria Chiti viaggia con noi... Signor Castellitto, lei sarebbe perfetto nella figura del Comandante Gianfranco Maria Chiti... Grazie dell'attenzione... Cordiali saluti...
Agostino Cascelli
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