Twitter su censura a Trump
Messaggio per Massimo Cacciari
Lunedì 11 gennaio 2021 14:43:30
Caro Professor Cacciari,
nel ringraziarla per le sue acute e pregnanti osservazioni critiche e nel complimentarmi per le sue originali e fondate analisi sul mondo della nostra politica, tutte doti che mi sono carissime e che le invidio, mi permetto di dissentire sulla posizione da Lei espressa in relazione alla iniziativa di alcuni social media statunitensi che hanno interrotto d’autorità le esternazioni del presidente Trump.
Non mi soffermo sull’ovvia premessa che quei servizi sono offerti gratuitamente a tutti, non c’è alcun obbligo da parte dell’editore virtuale nei confronti del “contributore” alle trasmissioni: semmai solo una utilità fruita da quello, utilità che cresce all’aumentare del pubblico interessato ai messaggi pubblicati. Direi quindi che c’è un sostanziale stato di parità nei vantaggi ricavati da entrambe le parti in questa relazione. Una guadagna più soldi dagli inserzionisti, l’altra può gratuitamente dare libero sfogo al suo animo da una tribuna enorme, con vantaggio accresciuta in popolarità.
Noterei inoltre che l’editore, cioè Twitter nel caso recente cui mi riferisco, non debba e non possa non esercitare una qualche funzione di controllo rivolta a limitare gli abusi “oratori” dei suoi ospiti: mi riferisco ad argomenti contenenti apologia del partito nazista; del razzismo; o istigazione a violenza sulle donne, etc. .: l’editore è di fatto l’unico ente fisicamente in grado di intervenire da un punto di vista tecnico. Numerosi sono stati i casi in cui azioni di “arginamento” di messaggi del genere sono stati messi in atto: quindi il caso di Trump non è una novità in assoluto.
Per giustificare la mia critica, che confido ella vorrà giudicare garbata, vorrei peraltro offrirle una considerazione di natura un pochino diversa.
Lei ha invocato, nel censurare Twitter, la presenza di una Autorità terza, un contrappeso democratico, a tutela sia dei diritti e dei doveri delle due parti, Editore e Contributore, che di quelli del più vasto gruppo dell’Audience. Direi che la sua è un’indicazione, una ricetta ineccepibile anche se forse di laboriosa realizzazione internazionale: e certamente centrale nell’ambito più vasto della ricerca continua della Democrazia. Ma è proprio qui che nasce la mia obiezione e la mia domanda: è eticamente corretto lasciare che i nemici della democrazia possano attaccarla e cercare di distruggerla grazie al fatto che vengano loro concesse appunto quelle tutele e riconosciuti quei diritti propri della democrazia?
Nella Storia come peraltro anche nella recente cronaca di casa nostra, sono molti gli esempi che dimostrano come gli scontri tra (se mi passa l’uso dei due sostantivi) il Bene ed il Male, che sfociano anche sfociano in battaglie e guerre, vedono l’attacco iniziale delle forze antidemocratiche che abusano dei diritti loro concessi dal sistema democratico per infliggere il primo colpo al Bene.
In altri termini, fino a che punto degli antidemocratici devono essere tutelati dalle leggi che loro stessi vogliono abbattere? Nel nostro caso, quale giustificazione etica potrebbe consentire a Trump di continuare a diffondere falsità malevole che intossicano la mente e l’animo specialmente di coloro che non hanno solidi strumenti critici?
L’unica consolazione che vedo in questo scenario frustrante è quella che posso trarre, appunto, dalla storia: che narra, nella maggior parte dei casi, del prevalere del Bene seppur dopo lunghi periodo nei quali il Male riesce a metter a segno parecchi colpi bassi, e fare molti danni e generare grandi sofferenze.
Cordialmente suo
Ing. Francesco Noya
nel ringraziarla per le sue acute e pregnanti osservazioni critiche e nel complimentarmi per le sue originali e fondate analisi sul mondo della nostra politica, tutte doti che mi sono carissime e che le invidio, mi permetto di dissentire sulla posizione da Lei espressa in relazione alla iniziativa di alcuni social media statunitensi che hanno interrotto d’autorità le esternazioni del presidente Trump.
Non mi soffermo sull’ovvia premessa che quei servizi sono offerti gratuitamente a tutti, non c’è alcun obbligo da parte dell’editore virtuale nei confronti del “contributore” alle trasmissioni: semmai solo una utilità fruita da quello, utilità che cresce all’aumentare del pubblico interessato ai messaggi pubblicati. Direi quindi che c’è un sostanziale stato di parità nei vantaggi ricavati da entrambe le parti in questa relazione. Una guadagna più soldi dagli inserzionisti, l’altra può gratuitamente dare libero sfogo al suo animo da una tribuna enorme, con vantaggio accresciuta in popolarità.
Noterei inoltre che l’editore, cioè Twitter nel caso recente cui mi riferisco, non debba e non possa non esercitare una qualche funzione di controllo rivolta a limitare gli abusi “oratori” dei suoi ospiti: mi riferisco ad argomenti contenenti apologia del partito nazista; del razzismo; o istigazione a violenza sulle donne, etc. .: l’editore è di fatto l’unico ente fisicamente in grado di intervenire da un punto di vista tecnico. Numerosi sono stati i casi in cui azioni di “arginamento” di messaggi del genere sono stati messi in atto: quindi il caso di Trump non è una novità in assoluto.
Per giustificare la mia critica, che confido ella vorrà giudicare garbata, vorrei peraltro offrirle una considerazione di natura un pochino diversa.
Lei ha invocato, nel censurare Twitter, la presenza di una Autorità terza, un contrappeso democratico, a tutela sia dei diritti e dei doveri delle due parti, Editore e Contributore, che di quelli del più vasto gruppo dell’Audience. Direi che la sua è un’indicazione, una ricetta ineccepibile anche se forse di laboriosa realizzazione internazionale: e certamente centrale nell’ambito più vasto della ricerca continua della Democrazia. Ma è proprio qui che nasce la mia obiezione e la mia domanda: è eticamente corretto lasciare che i nemici della democrazia possano attaccarla e cercare di distruggerla grazie al fatto che vengano loro concesse appunto quelle tutele e riconosciuti quei diritti propri della democrazia?
Nella Storia come peraltro anche nella recente cronaca di casa nostra, sono molti gli esempi che dimostrano come gli scontri tra (se mi passa l’uso dei due sostantivi) il Bene ed il Male, che sfociano anche sfociano in battaglie e guerre, vedono l’attacco iniziale delle forze antidemocratiche che abusano dei diritti loro concessi dal sistema democratico per infliggere il primo colpo al Bene.
In altri termini, fino a che punto degli antidemocratici devono essere tutelati dalle leggi che loro stessi vogliono abbattere? Nel nostro caso, quale giustificazione etica potrebbe consentire a Trump di continuare a diffondere falsità malevole che intossicano la mente e l’animo specialmente di coloro che non hanno solidi strumenti critici?
L’unica consolazione che vedo in questo scenario frustrante è quella che posso trarre, appunto, dalla storia: che narra, nella maggior parte dei casi, del prevalere del Bene seppur dopo lunghi periodo nei quali il Male riesce a metter a segno parecchi colpi bassi, e fare molti danni e generare grandi sofferenze.
Cordialmente suo
Ing. Francesco Noya
Da: Francesco Noya
Scrivi un nuovo messaggio a Massimo Cacciari
Altri messaggi recenti per Massimo Cacciari
-
Proposta per un'intervista
Lunedì 17 giugno 2024 12:15:07 -
Pace e pacifismo
Lunedì 14 agosto 2023 11:53:34 -
Cacciari, la sinistra e l'atlantismo
Sabato 12 agosto 2023 23:37:38 -
Conferenza
Venerdì 12 maggio 2023 14:30:13 -
Apra le sue case i suoi territori e li accolga
Giovedì 7 aprile 2022 21:22:04 -
Abolizione del Green Pass
Sabato 5 febbraio 2022 14:39:06 -
Piccola nota
Mercoledì 2 febbraio 2022 00:11:12 -
Politica
Martedì 1 febbraio 2022 19:21:25 -
Terza dose
Venerdì 14 gennaio 2022 16:55:37 -
100% nostro
Venerdì 14 gennaio 2022 14:00:00
Leggi tutti i messaggi per Massimo Cacciari