Liberazione di Trento Calamandrei /Ciarlantini
Messaggio per Paolo Mieli
Venerdì 5 luglio 2024 07:33:35
Oggetto: liberazione di Trento /Calamandrei-Ciarlantini
Buongiorno Dott. Paolo Mieli,
Di recente ho ascoltato la sua trasmissione su rai tre “il giorno e la storia” in cui parla della liberazione di Trento dagli austriaci citando l’azione come opera di Piero Calamandrei che con un sidecar entra da eroe nella Trento occupata.
Ebbene la storia non è questa, se il programma da Lei condotto si promette di narrare la storia nei fatti, questa non è storia, ma narrazione di comodo.
Certo fa comodo e non suscita dissensi affermare che la conquista di Trento venne fatta dal Calamandrei, un personaggio anonimo fino a poco prima, laureato in legge, di idee socialiaste, antifascista, un uomo tutto sommato che non aveva nulla di ardito ed asserire che il primo ad entrare in Trento il 3 Novembre del 1918 fosse stato Lui non può suscitare che assensi.
Ma cosa dire del Calamandrei ? ? Da come Lei lo ha definito e dipinto nella trasmissione, un eroe che si è fregiato di entrare in Trento con un sidecar per liberarla dagli Austriaci, uno dei tanti piccoli eroi della nostra Nazione poi tornato alla sua vita quotidiana senza tanti successi o insuccessi tranne quello di essere entrato come Lei ha sottolineato in Trento il 3 novembre 1918, una figura esemplare dell’antifascismo e della resistenza che dopo la guerra, da lì a poco è tornato alla sua attività di avvocato, un personaggio che io definirei di comodo da citare a cui nulla si può contestare, era un antifascista, giusto? ? E questo è importante da sottolineare nella trasmissione della Rai!
Il Calamandrei nella sua vita era professore universitario, mazziniano, piccoli incarichi nei codici di procedura civile, incarico avuto tra l’altro dal Grandi Ministro di Grazia e Giustizia del Regime.
Insomma rimane il fatto che per la narrazione meglio dire che Trento venne conquistata da Piero Calamandrei antifascista come Lei ha ben sottolineato nella trasmissione, omettendo anche il fatto che il Calamandrei abbia lavorato per Grandi alla redazione di vari Codici nel 1940 tra cui in seguito il codice di procedura civile insieme ad altri tre giuristi, anche questo Lei lo ha omesso, del resto era un incarico del Regime.
Ma ha omesso pure per sua licenza di comodo che il Calamandrei svolse talmente accuratamente il suo compito da giurista affidatogli dal Grandi il quale in un colloquio con Mussolini lo definì: “il più fascista è il non fascista Calamandrei” per quanto fu asservito al potere nel redare il codice di procedura civile e qui metterei in dubbio le idee così antifasciste del Calamandrei.
Quindi per ritornare alla nostra storia di Trento, dimentica, anzi omette, che nel sidecar da Lei citato come mezzo per entrare in città, non c’era certo alla guida Il Sig. Piero Calamandrei, ma bensì vi era alla guida e sa bene chi, il Tenente dell’Ufficio informazioni Franco Ciarlantini, Ufficiale per meriti di guerra, era lui che guidava il sidecar con la bandiera tricolore al vento, era lui che entrò da ardito in Trento come primo gruppo motorizzato precedendo il secondo gruppo comandato dal Tenente Livio Florio, ed il Calamandrei nel sidecar non faceva altro che da contrappeso, nient’altro. Ma purtroppo per la narrazione di comodo il Ciarlantini era giornalista, scrittore e propagandista passato dal neutralismo socialista dell’anteguerra all’interventismo convinto ed infine al Fascismo, fondatore del quotidiano il “Popolo d’Italia” e del “Manifesto Fascista”, diventando responsabile in seguito dell’Ufficio Stampa dell’Impero (1924-25) ed infine Onorevole (1924) e quindi membro del Gran Consiglio, relatore di un disegno di legge che promosse la realizzazione della “Biennale d’arte di Venezia” e “quadriennale di Roma”, Presidente della Federazione Nazionale Fascista dell’industria editoriale e membro del “Consiglio Nazionale delle Corporazioni”, fondatore di varie casi editrici, Augustea e Alpes, nonché scrittore di centinaia di libri, da libri di letteratura a libri di viaggio, ecco del Ciarlantini non se ne può parlare, era certamente un fascista, e di questo Lei in trasmissione ne avrebbe dovuto parlare, illustrando il Ciarlantini nel suo essere uomo, scrittore e politico se avesse raccontato i fatti per come sono andati ma questo disturba gli ascoltatori e fa infervorire gli animi, oggi non si può parlare di fascismo né di fascisti specie su Rai tre.
Ma Lei sicuramente conosce e avrà anche letto i libri del Ciarlantini, ha anche studiato il Ciarlantini, se non altro da qualche excursus su Wikipedia, non credo a questo punto che non abbia afferrato l’animo ardito di questo uomo combattivo e vivace, di questo uomo che effettivamente ha guidato il primo gruppo motorizzato all’ingresso di Trento e non certo un Calamandrei, pacato avvocato, quindi sarebbe il caso di dare a Cesare ciò che è di Cesare.
Tantopiù che da “Il Dolomiti”, di cui Le ho allegato il link a fondo pagina, del Calamandrei non se ne parla neppure per un attimo, Le riporto la trascrizione di quanto la storiografia riporta “…L'ingresso degli italiani, narra la storiografia, fu preceduto da una motocicletta sidecar, alla quale era stata attaccata una bandiera tricolore, guidata dal marchigiano Franco Ciarlantini che era stato incaricato di attraversare le strade trentine, per verificare che tutto fosse in ordine prima del via libera al generale Ernesto Tarditi, …”
Un uomo tutto di un pezzo, fu proprio Lui che volle fondare successivamente nella “sua Trento” Athesinum, il primo istituto di propaganda italiana e la Libreria Dante Alighieri, e non certo Calamantrei, e perché questo? ? Perchè Ciarlantini Trento se la sentiva un po’ sua.
Non una frase, né tantomeno ho udito una parola dalla sua narrazione televisiva, come mi sarei aspettato sul Ciarlantini che Lei ha opportunatamente voluto omettere per comodo, come ha omesso altre storie che coinvolgevano il Calamandrei nella redazione del codice di procedura civile su incarico del Regime.
Per concludere, nelle narrazioni e nei libri di storia è da tempo che si ascoltano e leggono notizie false, forvianti e di comodo per indottrinare un popolo, questo però vi riusciva qualche tempo fa, ora con l’informazione telematica non vi riesce più e le falsità vengono a galla.
Ora la storia del Ciarlantini e Calamandrei è una piccola storia, ma travisando la storia e omettendo le narrazioni dei fatti, grazie a questo, oggi, in questa amara realtà dei fatti mal narrati ci troviamo in questa situazione attuale.
Oggi non ci sono più i Ciarlantini combattivi, ma burattini, maggiordomi asserviti al potere, vili esecutori, senza attributi, mezzi uomini che definirei mezze calzette che non conoscono la storia e non hanno il minimo senso dell’amor patrio portando la nostra Nazione allo sfacelo.
Cerchi di essere obbiettivo del descrivere la storia perché solo allora sapremmo, se la storia fosse raccontata nei fatti, il perché siamo arrivati oggi a vivere questo tragico momento in cui il buono passa per cattivo ed il cattivo per buono e rimettiamo con onore i Ciarlantini nella storia del nostro Paese perché è di questi uomini che la storia ha bisogno affinché il popolo maturi.
Cordialità
Leonardo Emiliozzi Ciarlantini
Allego link
ht t / w. ildolomiti. it/societa/ ore-1515-trento-e-italiana-un-drappello -di-cavalleggeri-del-regio- esercito-raggiunge-piazza
ht ts: //it. wikipedia. org/wiki/ Francesco_Ciarlantini
ht t / w. trec cani. it/encic lopedia/francesco -ciarlantini_(Dizionario- Biografico) /
Buongiorno Dott. Paolo Mieli,
Di recente ho ascoltato la sua trasmissione su rai tre “il giorno e la storia” in cui parla della liberazione di Trento dagli austriaci citando l’azione come opera di Piero Calamandrei che con un sidecar entra da eroe nella Trento occupata.
Ebbene la storia non è questa, se il programma da Lei condotto si promette di narrare la storia nei fatti, questa non è storia, ma narrazione di comodo.
Certo fa comodo e non suscita dissensi affermare che la conquista di Trento venne fatta dal Calamandrei, un personaggio anonimo fino a poco prima, laureato in legge, di idee socialiaste, antifascista, un uomo tutto sommato che non aveva nulla di ardito ed asserire che il primo ad entrare in Trento il 3 Novembre del 1918 fosse stato Lui non può suscitare che assensi.
Ma cosa dire del Calamandrei ? ? Da come Lei lo ha definito e dipinto nella trasmissione, un eroe che si è fregiato di entrare in Trento con un sidecar per liberarla dagli Austriaci, uno dei tanti piccoli eroi della nostra Nazione poi tornato alla sua vita quotidiana senza tanti successi o insuccessi tranne quello di essere entrato come Lei ha sottolineato in Trento il 3 novembre 1918, una figura esemplare dell’antifascismo e della resistenza che dopo la guerra, da lì a poco è tornato alla sua attività di avvocato, un personaggio che io definirei di comodo da citare a cui nulla si può contestare, era un antifascista, giusto? ? E questo è importante da sottolineare nella trasmissione della Rai!
Il Calamandrei nella sua vita era professore universitario, mazziniano, piccoli incarichi nei codici di procedura civile, incarico avuto tra l’altro dal Grandi Ministro di Grazia e Giustizia del Regime.
Insomma rimane il fatto che per la narrazione meglio dire che Trento venne conquistata da Piero Calamandrei antifascista come Lei ha ben sottolineato nella trasmissione, omettendo anche il fatto che il Calamandrei abbia lavorato per Grandi alla redazione di vari Codici nel 1940 tra cui in seguito il codice di procedura civile insieme ad altri tre giuristi, anche questo Lei lo ha omesso, del resto era un incarico del Regime.
Ma ha omesso pure per sua licenza di comodo che il Calamandrei svolse talmente accuratamente il suo compito da giurista affidatogli dal Grandi il quale in un colloquio con Mussolini lo definì: “il più fascista è il non fascista Calamandrei” per quanto fu asservito al potere nel redare il codice di procedura civile e qui metterei in dubbio le idee così antifasciste del Calamandrei.
Quindi per ritornare alla nostra storia di Trento, dimentica, anzi omette, che nel sidecar da Lei citato come mezzo per entrare in città, non c’era certo alla guida Il Sig. Piero Calamandrei, ma bensì vi era alla guida e sa bene chi, il Tenente dell’Ufficio informazioni Franco Ciarlantini, Ufficiale per meriti di guerra, era lui che guidava il sidecar con la bandiera tricolore al vento, era lui che entrò da ardito in Trento come primo gruppo motorizzato precedendo il secondo gruppo comandato dal Tenente Livio Florio, ed il Calamandrei nel sidecar non faceva altro che da contrappeso, nient’altro. Ma purtroppo per la narrazione di comodo il Ciarlantini era giornalista, scrittore e propagandista passato dal neutralismo socialista dell’anteguerra all’interventismo convinto ed infine al Fascismo, fondatore del quotidiano il “Popolo d’Italia” e del “Manifesto Fascista”, diventando responsabile in seguito dell’Ufficio Stampa dell’Impero (1924-25) ed infine Onorevole (1924) e quindi membro del Gran Consiglio, relatore di un disegno di legge che promosse la realizzazione della “Biennale d’arte di Venezia” e “quadriennale di Roma”, Presidente della Federazione Nazionale Fascista dell’industria editoriale e membro del “Consiglio Nazionale delle Corporazioni”, fondatore di varie casi editrici, Augustea e Alpes, nonché scrittore di centinaia di libri, da libri di letteratura a libri di viaggio, ecco del Ciarlantini non se ne può parlare, era certamente un fascista, e di questo Lei in trasmissione ne avrebbe dovuto parlare, illustrando il Ciarlantini nel suo essere uomo, scrittore e politico se avesse raccontato i fatti per come sono andati ma questo disturba gli ascoltatori e fa infervorire gli animi, oggi non si può parlare di fascismo né di fascisti specie su Rai tre.
Ma Lei sicuramente conosce e avrà anche letto i libri del Ciarlantini, ha anche studiato il Ciarlantini, se non altro da qualche excursus su Wikipedia, non credo a questo punto che non abbia afferrato l’animo ardito di questo uomo combattivo e vivace, di questo uomo che effettivamente ha guidato il primo gruppo motorizzato all’ingresso di Trento e non certo un Calamandrei, pacato avvocato, quindi sarebbe il caso di dare a Cesare ciò che è di Cesare.
Tantopiù che da “Il Dolomiti”, di cui Le ho allegato il link a fondo pagina, del Calamandrei non se ne parla neppure per un attimo, Le riporto la trascrizione di quanto la storiografia riporta “…L'ingresso degli italiani, narra la storiografia, fu preceduto da una motocicletta sidecar, alla quale era stata attaccata una bandiera tricolore, guidata dal marchigiano Franco Ciarlantini che era stato incaricato di attraversare le strade trentine, per verificare che tutto fosse in ordine prima del via libera al generale Ernesto Tarditi, …”
Un uomo tutto di un pezzo, fu proprio Lui che volle fondare successivamente nella “sua Trento” Athesinum, il primo istituto di propaganda italiana e la Libreria Dante Alighieri, e non certo Calamantrei, e perché questo? ? Perchè Ciarlantini Trento se la sentiva un po’ sua.
Non una frase, né tantomeno ho udito una parola dalla sua narrazione televisiva, come mi sarei aspettato sul Ciarlantini che Lei ha opportunatamente voluto omettere per comodo, come ha omesso altre storie che coinvolgevano il Calamandrei nella redazione del codice di procedura civile su incarico del Regime.
Per concludere, nelle narrazioni e nei libri di storia è da tempo che si ascoltano e leggono notizie false, forvianti e di comodo per indottrinare un popolo, questo però vi riusciva qualche tempo fa, ora con l’informazione telematica non vi riesce più e le falsità vengono a galla.
Ora la storia del Ciarlantini e Calamandrei è una piccola storia, ma travisando la storia e omettendo le narrazioni dei fatti, grazie a questo, oggi, in questa amara realtà dei fatti mal narrati ci troviamo in questa situazione attuale.
Oggi non ci sono più i Ciarlantini combattivi, ma burattini, maggiordomi asserviti al potere, vili esecutori, senza attributi, mezzi uomini che definirei mezze calzette che non conoscono la storia e non hanno il minimo senso dell’amor patrio portando la nostra Nazione allo sfacelo.
Cerchi di essere obbiettivo del descrivere la storia perché solo allora sapremmo, se la storia fosse raccontata nei fatti, il perché siamo arrivati oggi a vivere questo tragico momento in cui il buono passa per cattivo ed il cattivo per buono e rimettiamo con onore i Ciarlantini nella storia del nostro Paese perché è di questi uomini che la storia ha bisogno affinché il popolo maturi.
Cordialità
Leonardo Emiliozzi Ciarlantini
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Da: Leonardo Emiliozzi Ciarlantini
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