Messaggi e commenti per Bill Gates - pagina 4

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Frasi di Bill Gates

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Martedì 5 ottobre 2010 23:29:05

Mi è arrivata una lotteria internazionale Bill Gates
E UNA BUFALATA...
sono una scrittrice di poesie
spero almeno di allietarlo con queste mie poesie Giusi

Tripudio d’amore

Ti ricordi giovinezza
Quel tripudio d’amore
Che spesso arrossiva
Tra le ginestre in fiore
Negli angoli felici del viale
Sospiravi davanti ad una madonnina.
E l’odore del mare ancheggiava
La pelle ambrata sotto la luna
Miriadi di stelle ora contemplano
L’unione felice ..
E tra le onde del grano
Ricamo ancora quel tripudio d’amore.






Credere d’Autunno

Credere d’Autunno
Quando le foglie cadono..
“Aspettano un tempo
Della Primavera”.
Credere nel silenzio
Dei nostri giorni
Che battono il sentiero
Solitario del plasma
E’ credere
Al freddo dell’Inverno,
Alle nostre tribolazioni
Che avranno una fine.
E’ credere
Che senza l’Autunno
Non verrà mai la “Primavera”.




Ti parlerò d'amore e di poesia


Ti parlerò d’amore e di poesia Omero
“Padre universale del verso”
Ti citerò nel tempo
Con simili ricordi
Di donna..
E del naufrago
Che soggiace alle grazie di “Nausicaa”
Ne parlerò con voce di mistero.
Ora che il tempo ..
Ha deturpato le mie grazie di donna
Mi sovviene
Che non sono mai stata
Per l’uomo immaturo
Una dolce ancella..
E nel mio cuore imperativo
Alberga da sempre
Una “Circe” di amore maturo.



Il muschio nel viale


Come si fa
A credere che
La casa nel bosco
È una magica Cattedrale
Riempita di muschio.

Come si fa quando
Arriva l’Inverno
A togliere il muschio
Dai propri giorni

Come si fa
A sorridere quando
Hai compreso
Che la vita è
Un presepe vivente.


La tazza di latte di Proust

Seduta in un angolo sperduta
La tazza di latte di Proust
Mi consola
Senza maschere ritorna
E vuota o piena mi gioca
Nei momenti del destino.
Quanta pace avrebbe dato
Se le maschere
Fossero cadute
E ciò che mi rimane
E l’origine del tempo.


Parlerò di Paradiso

Parlerò di Paradiso
Al mio animo affranto
Parlerò di un fiume
Della Bibbia
Che molti già conoscono
Quando le giare saranno antiche
E l’umano trasparente.
Saranno rose e spine
Le visioni dello spirito
Lungo il fiume.
E mi corrode
Il tarlo del mio sangue
Senza amore.
Davanzale senza Luce
È il bisogno dei miei giorni..
E per vivere parlerò di poesia
Dei Santi e dei Profeti
Senza mai stancarmi
Fino alle porte della morte
In Paradiso.


Sui piani del mentale la poesia

E il mare regna sovrano
Sui piani del mentale
Come vulcano
Ti rapisce la poesia.
Cadono sui monti
Parole di fuoco
E il Se brucia
Nel sacrificio del sapere.
Cade anche l’amore
Che si apre
Al volere Spirituale:-
E Dio che fa luce!
E sotto i piedi vacilla
Per incanto
La struttura del reale.
E’ magico e fanatico
Il potere della Luce
E’ visione illuminata
dell’Amare Universale.





E’ già mattina

Forse Dio
Mi riconosce
Quando è già mattina
Quando si accendono
Sul mio viso i sorrisi
Della luce del sole
E la visione struggente
Delle rosse camelie;
Non parlo di visioni
Ma d’amore emozionale
E il rosso che mi inganna
Uccide il fisico anormale.
Parlerò di Paradiso
Quando il sole
È già tramonto
E l’alba mare oceano
Che gia regna
Nei fondali
Della mia sconosciuta ombra
Ed il cuore sarà già “l’anima”.

L'epilogo del verso sonante

Penetra l’ombra dell’uomo,
L’epilogo del verso sonante
Che fugace
Trasfigura l’umano.
Penetra nel verso di fede
L’orbita del vedere
Sotto le ciglia socchiuse
Distese di nebbia.
Penetra nel fuoco sacro
La silloge
Che accarezza l’essere
E simultaneo diventa
Presente nel metafisico
Come suono
D’epilogo pregnante della vita.


La sigla dell’eterno


Quante volte siamo rimasti
Con le spalle al muro
Dove l’eterno
Ha inebriato di spirito
La natura;
Quante volte
Ci siamo rivolti al Signore
Per siglare la nostra vita
Quante volte
Abbiano visto nascere il sole
E declinare il tramonto
Credo che a Itaca
Ci andremo tutti
Ora che l’eterno ha bussato
Nelle nostre case
Per siglare le nostre radici.
Poesia dell’algida luna


Poesia dell’algida luna
Dormi come una barca
Nel porto oscuro del divenire,
Quante risposte diventano
Figlie del tempo
Quanti sonetti sopiti
Riposano nell’abisso dell’anima;
Crudele fu quel tono pacato dell’amore
Che diventò centurione mortale
Dell’Universo
E “donna” fu il” sole”
Che dischiuse inconsapevole il dolore
E la conchiglia con l’uomo blasfemo..
A una certezza
E un patto con Dio.



Quel soffio d’Autunno


Quel soffio d’autunno
Spira leggero
Dentro l’arca incantata.
Quel soffio di vento
Armonico e secolare
Non smuove la “vecchia quercia”
Nutre il suo arrivo in Paradiso.
Marmorea e plateale
L’oceano si tinge di blu
Combatte
Nello Spirito
Il verbo del male .
Ora quando l’oceano tace
La vecchia (quercia risorge).


Gardenia fiore d’Autunno

Anche d’Autunno
Quel uomo blasfemo
Guardava la Sposa
E tirato ubriaco d’illusioni
Pensava alla sua gardenia perduta
Avrebbe voluto essere galante
Ma il sogno amava il potere
E un giorno decise di andare.
La casa vissuta spuntava di erbacce..
E spuntavano ancora
Gardenie nella neve d’Inverno.
Nel tempo la sposa
Viveva nel suo giardino
Di gardenie in fiore.
Era l’Inverno un giorno..
Vicino al sapore dell’uomo vecchio
E spuntò una gardenia graziosa
Nel giardino dei mancati sposi.




L’Autunno antico

D’Autunno l’antico..
Ha ancora il sapore
Dell’Estate negli occhi
E la gardenia sogna
I colori della verde età.
Conta molto ..il tepore
Dell’anima che canta
Come usignolo
Davanti alla finestra del tempo,
Davanti ad uno sguardo pacato
Rivolto al cielo blasfemo.
Conta molto sapere
Che d’Autunno
Cadono i giorni
Nella terra Eterna del ritorno.
Dei ricordi
Mi consola
L’isola felice
Del presente vissuto.

L’autunno di parole

Non conta l’ultimo tramonto
D’autunno.
Di parole l’eterno
Ti chiama.
È un sogno
Destare la mente
Che non tradisce
La comparsa di una rosa
Nella tua anima.
Non conta che il mare
Riposa.
Ai sensi l’autunno
Descrive la vita dell’uomo
Di parole coniate nel tempo..
Con versi di pianto
Che diventano musica
L’inno di Dio.

Lacrime e poesia

E’ un mazzo di mughetto
Intriso di lacrime e poesia
La mia vita consumata.
E’ un mughetto Stanco
Il mio germoglio di madre
Feconda.
Ha il tarlo
Di una rete di pescatore,
Si agita nell’oceano
E sulla battigia stanca
Si adagia il mio corpo lunare.
Di incanto
Che meraviglia
Questo mazzo di mughetto..
Aspetta ancora che lei sia
“La Sposa più bella”
Aspetta ancora
Il Messia Sposo come
La Donna di fiori.



Lungimiranti floreali di turchino


Penso a te
Vita lungimirante e floreale
Nell’azzurro turchino
Penso ai fiori
Dell’Essere
Nei coralli dell’abisso
Cerco l’edera del mondo
Sotto gli alberi dei pini
Ma una quercia spunta bella
E mi sorride..
“Secolare e appagante”
E’ la sua chioma
Mi richiama
Ai giorni del destino
E ancora ..e ancora
Cosi radiosa
Spunta la mia alba.


Cerco l’ alba del ritorno


Cerco l’alba del ritorno
Nel volto della gente emarginata
Quando l’anima soffre
Per donare agli altri la mia vita..
Cerco il fiume della fonte
E mi disseta il limo
La tua Presenza;
Cerco il fiume che purifica
Quando il vento
Spira piano e l’azzurro
Irrompe l’alba
Con raggi immacolati
E un verde incantato.
Cerco l’alba di Maria
Quando sono in pace
Con me stessa
E dono agli altri
Il mio respiro
Di pensieri
E mi accordo di sognare
Quando cerco la mia vita
come esempio dell’Esistere.

Pergole amare di profumi


Pergole amare di profumi
Si sono guadagnate le essenze;
Non sono i tannini
Il profumo di mio padre
E le vecchie foglie di pergole
Del vigneto
Era la sua presenza l’essenza
Dei tannini
E il ritorno del ricordo
Nei miei giorni di vita.
Si consuma la nostalgia..
Pare sia poesia dell’esistere
O il ritorno al ricordo del passato
O la fanciullezza andata..
Volano le farfalle
Volano le lucciole
E avvolte anche le libellule
Nei pensieri tristi
Del presente.
Tornerò a casa
Alla destra di Dio Padre
Insieme
A mia madre e mio padre
Sotto pergole di glicine in fiore.
Vibra il grano nel grembo della Madre


Vibra il grano
Nel ventre della Madre
E nessuno può pensare
Che sia il miracolo della vita.
Vibra il seme dell’Altissimo
Conta i chicchi
Davanti all’altare del suo tempio
E Gesù ancora non è nato.
Conta il grano
Nello Spirito
La Colomba nella chiesa
E il Messia si incanta
Quando aspetta
Tutti alla sua mensa..
Soprattutto i peccatori
E gli affamati.
Prende tempo Maria
A insegnare che il Signore ci l’istruisce
E cerca sempre la visione dell’umanità
Sotto il seme del buon Dio.

Il giunco fiorito

Il giunco fiorito
E’ comparso
Sull’arida collina
Vicino al camposanto
Dove i giorni..
Non hanno mai smesso
Di esistere;
Il giunco della giovinezza
Lussureggiante
Pullula nell’anima
Come dolce poesia
Mentre l’Essere
E’ Ubriaco..
E umiliato
Sotto la verga
Dell’uomo.
Il giunco ora mormora
E tace per non perdere
La Consapevolezza
Del suo Essere.




Il mughetto e il codice della lunga vita

Nel mio mazzo di Sposa
Il mughetto è scomparso
E la mimosa trionfante
Ha bruciato le sue essenze
E il codice della lunga vita;
Povero Sposo
Si è dimenticato
Della fede nuziale!
Ora ramingo
Cerca la Sposa.
Peccato che non si è accorto
Del tetto rovinato
Della sua casa!
Ora ..dormono accovacciati
I suoi spermatozoi in fiore.





La finestra dentro nuvole

È un cielo il mare
E la finestra dentro
Le nuvole
E’ una nube
Di desideri speciali
E di ombre che si dissipano
Al sapore di un brivido
Di Eternità.








Quel bocciolo di rosa…

Quel bocciolo di rosa
Sudava di brina
Era ombre dentro
Il porto inquinato.
Quel bocciolo avvizzito
Restava ingabbiato
Nel fumo delle ciminiere..
E lontana come una vaporiera
Tornava al passato.
Quel bocciolo stanco
Restava immobile:-
Nelle gelide acque
Bloccava il dolore
Della nostalgia:-
“Erano solamente i ricordi
Che tornavano invadenti
Nel porto di Taranto.”



Ho gettato il mio cuore in mare…

Ho gettato il mio cuore in mare
E le onde hanno lievitato
Il tramonto del sole.
Ho gettato i remi
Della mia barca
E la vita ha cercato
Un porto sicuro.
Era bello quel rosso
E quel viola
Sapeva di passione.
Ho cancellato gli anni
E gli attimi del mio presente
E la gioia dentro il mio cuore
Ha ripreso a nuotare
“Ero viva ero salva”…







I fiori di Ofelia

Sulle orme di Ofelia
Brizzolati
Tremuli fiori cascano
Nel mare di grano.
Nei campi di girasoli
Un paese lucano
Muore di nostalgie
E “Ofelia”grida
Disperata
Senza una madre e padre..


I ritmi del silenzio di filari Settembrini


I ritmi del silenzio di filari settembrini
Pullulano nei vigneti dei ricordi
E un padre già cenere negli anni
“Sbiadito nei ricordi “..
Torna a vendemmiare.

E un ciclo di ritorno
Ai luoghi dell’infanzia
Dove asini lungo le mulattiere
Segnano la via della vendemmia.
Sono acini e tannini che fermentano
Nei tini e l’acqua alla fontana
Porta un vino corposo
E di annata
Che scompare piano ,piano
con il ritorno
Alla ricchezza e del progresso.















Le stelle di San Lorenzo

Molte stelle brillano
In cielo
E il mare immenso
Respira lucciole amanti
Come bagliori
Di mistero.
Poche sono le stelle
Che cadono.. e “una”
Perde tutto..
Anche il desiderio
Della Rinascita.

Improvvisa e silenziosa
Quasi furtiva “Eva”
Innalza la sua preghiera al Signore
E San Lorenzo brilla nell’Universo.










L’Eternità


Si sciolgono i colori
Della mente
E limpidi come ruscelli
Cascano i “raggi del sole”
Dell’Archetipo-

Piano, piano
Tornano i pensieri
Del cuore
Come pezzi d’argento
A conquistare
L’armonia feconda
Dell’Essere..
E libera la “donna”
Si allontana dalla terra
Al cielo .
L ungo il sentiero
Immobile la serpe
Si accovaccia
E la notte ti rimbomba
Come tamburo battente
Di un Capolinea..
Poi si accendono
I colori consumati
Di una “lacrima”
E su di essa
Brilla solitaria l’Eternità.

L'Infinito amore del Creatore


In San Francesco da Paola
Ho amato il Creatore
Le piccole rondini
Nella Cattedrale
E i colombi arrampicati
Sul pendolo di foucault
Sento già l’inno della festa
Della madonna di Anglona
Tra l’Agri e il Sinni
E i rossi calanchi.
Sento già la Sposa
Che si innalza al Creatore
Tra i resti del tempio di Demetra
E sua figlia Persefone,
E vedo i raccolti abbondanti di spighe
Portati in dono alla Vergine
Madre di DIO
Nelle mura radiose
Della vecchia Pandosia.

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