Messaggi e commenti per Ferzan Ozpetek - pagina 3

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Biografieonline non ha contatti diretti con Ferzan Ozpetek. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Ferzan Ozpetek.

Giovedì 7 gennaio 2021 17:08:20

Una storia diversa: la mia - una storia da raccontare


Caro Ferzan,
leggere i suoi libri è stato davvero bello, sembrava di viverci dentro, e di questo la voglio ringraziare anche se con queste brevi righe !
Ho iniziato a leggere di lei con l'ultimo uscito: "Come un respiro ", ho proseguito con " Sei la mia Vita ", e adesso sto leggendo "Rosso Instanbul ", è innegabile che mi sono appassionata ai suoi scritti ma ci sono dei suoi film che mi sono rimasti nel cuore, scene che sono ancora oggi davanti ai miei occhi e che hanno saputo sapientemente toccare le corde delle emozioni.

Mi chiamo Letizia
sono nata a Roma nel 1965 ; sono quel che si direbbe una donna di mezza età ahimè con una testa da ventenne.
Sposata a 25 anni per uscire di casa - genitori troppo autoritari - nessuna libertà personale che non coincidesse con il solo lavoro, due anni dopo nasceva il mio primo figlio e due anni dopo la sua nascita i primi problemi e poi l'incontro che credevo fatale e che mi avrebbe condotto dopo qualche anno ad una separazione definitiva da mio marito ma anche ad una profonda solitudine perchè quello che credevo un incontro fatale avrebbe cambiato per sempre tutto il corso della mia vita...
Ero una bella donna ma poco lungimirante, sempre con la testa fra le nuvole sempre con un sogno in tasca e mille progetti da realizzare.
La separazione da mio marito e dall'uomo che pensavo essere l'amore della mia vita mi aveva condotto sull'orlo di un burrone, ma mio figlio mi aveva preso per mano e rimessa dentro al girone della vita, aveva solo quattro anni, non avrei potuto lasciarlo da solo...

Cosi non potendo cambiare il mio destino, cambiai il lavoro e il tempo che tutto scolora sbiadì un pochino le mie ferite e diede nuovi desideri alla mia fantasia ;
gli anni passavano in fretta ed io sentivo il desiderio di avere una figlia femmina, la desideravo tantissimo e nei miei sogni prendeva vita una bambina dai capelli rossi.
Il mio nuovo ufficio mi fece incontrare nuovi amici e tra questi il padre della bambina dai capelli rossi.
Un uomo che non ho mai amato ma nella mia assurda follia ho pensato potesse andare bene per costruirci un futuro.
Era un tipo simpatico in apparenza molto socievole e soprattutto con i piedi ben piantati a terra.
L'amore per me non ci sarebbe stato più o almeno così pensavo...

Ma la vita sa bene come sorprenderci, e fu così che mio figlio scrisse una letterina (che ancora conservo) per avere da babbo NAtale una sorellina, nel Marzo del 1999 nasceva la mia amata Giulia.
La bambina più bella tra quelle nate in quella domenica di Marzo ; pesava 4 chili il suo indice di apgar perfetto era bella come una mela rossa da mangiare a morsi...

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Mi interrompo qui perchè non so quanto e se può essere di interesse per lei il racconto della mia vita,
se dovesse trovarlo interessante sarei a sua disposizione per raccontarglielo.

Le invio un caro saluto con l'augurio di leggere di lei

Letizia Vitale

Mercoledì 25 novembre 2020 16:13:25

Salve Ferzan Özpetek,
le vorrei proporre una sceneggiatura per un cortometraggio scritta da me. Il titolo è: "Non è facile essere gay". La seguo sempre e vedo sempre i suoi film. Ci siamo conosciuti tempo fa a Taormina per i nastri d'argento. Io sono scrittore e giornalista.
Un cordiale saluto
Antonio Agosta

Lunedì 2 novembre 2020 10:36:11

Maestro Buongiorno
Sono Pepito Ros musicista e compositore
Mi piacerebbe avere l'opportunità di scrivere una musica per un suo frammento cinematografico, per valutare insieme la validità della mia musica per un'eventuale colonna sonora.
Le lascio un link di esempio (Laura Porteña) per avere un'idea.
Con stima la ringrazio
Pepito Ros
https: //www. youtube. com/watch? v=1VBfH96VFbM
https: //www. rosmethod. org/the-author-2/

Giovedì 29 ottobre 2020 15:52:52

Buongiorno Ferzan Ozpetek, piacere di conoscerla. Vorrei rubarle giusto qualche minuto gentilmente, mi chiamo Francesca e sono una ragazza di 20 anni con il desiderio di recitare. Ho letto che lei è in cerca di un'attrice italiana per un nuovo film, mi piacerebbe tanto poter partecipare e soprattutto poter lavorare con lei, se solo potesse darmi una piccola opportunità in modo da conoscermi e da vedere con i suoi occhi. Sono una ragazza molto determinata e quando mi pongo un obiettivo metto tutta me stessa per raggiungerlo. Spero davvero in una sua opportunità e che riuscirò a realizzare il mio desiderio.
Grazie mille per l'attenzione

Mercoledì 14 ottobre 2020 13:07:48

Salve possibile parlare con lei? Grazie

Mercoledì 7 ottobre 2020 21:32:00

Buonasera maestro provo a scriverle un mio sogno sarebbe potere recitare con lei nel suo come un respiro si sa nella vita bisogna osare chiedere e volere e potere io ho provato spero di sentirla presto un abbraccio maestro

Buonasera maestro sono Marta ho 41 anni da qnd ero piccola il mio sogno e recitare negli anni ho conosciuto le sue opere vorrei lavorare con lei ho letto che lavorerà con can yamsn sono una sua fan mi aiuti a realizzare il mio sogno non rimarrà deluso mi metta alla prova Marta

Lunedì 5 ottobre 2020 11:58:35

“COME UN RESPIRO” di Ferzan Ozpetec
Una narrazione in compagnia dei fantasmi del passato, facendo continuamente i conti con l’ ASSENZA di chi si ama che diventa a poco a poco un dolore insopportabile. Una visita inaspettata, un vero e proprio turbinio di emozioni, anche se all’inizio reticenti, che turba e mina l’equilibrio di una serena cena tra amici, in cui tutto sembra cadenzato attraverso apparenti certezze e abitudini ormai consolidate. L’empatia particolare di Elsa, una vecchia signora che in un certo senso torna alle proprie radici, riesce ad attirare tutti attraverso il turbamento del suo sguardo, mentre inizia a raccontare la sua storia. La vicenda ruota in realtà sul rapporto intenso e denso di sfaccettature dolorose che lega Elsa a sua sorella Adele, che affonda le sue radici nella loro solitudine e nella mancanza d’amore da parte della loro madre, severa e crudele in alcuni momenti: ”mia madre aveva escluso la gioia dalla sua vita e anche dalla nostra”. L’unica possibilità per loro, “vestite uguali”, ma profondamente diverse, era il darsi conforto e incontrarsi in un luogo segreto per sfuggire all’atmosfera tetra della loro casa. Avevano stretto un patto tra loro, quello di non separarsi mai e volersi bene. Divenute più grandi, avevano iniziato a partecipare a eventi mondani ed avevano fatto la conoscenza di Vittorio, che sconvolgerà per sempre le loro vite. Adele viene travolta dalla passione per quell’uomo che poi sposerà: “il cuore non mi apparteneva più” ed egli si rivela un amante premuroso, ma anche spietato, lei ne ha paura e non riesce a confidarsi con Elsa, perché “ella sarebbe stata capace di scorgere le luci ma anche le ombre del suo sentimento per Vittorio”.
Attraverso le lettere, che Elsa ha scritto a sua sorella Adele, ma che lei ha sempre rimandato indietro senza aprirle, si avverte il profondo travaglio interiore di Elsa, “ingenua sognatrice”, il cui desiderio più grande sarebbe incontrarla un’ultima volta. Lei si sente, come se non fosse stata del tutto presente a se stessa, pian piano sta cominciando una nuova esistenza che la porta a riflettere sui veri valori della vita, lei, che è consapevole del punto di non ritorno a cui può portare l’amore cieco. Tutto il suo passato le era caduto addosso, trasformato in un mucchio di macerie, mentre lei avverte una marea di forti emozioni che preme per uscire. Il suo cuore è pieno di dolore per la nostalgia di sua sorella: ”il tuo silenzio mi ferisce, ma non mi ferma”, il dolore della separazione le strazia l’anima, si rende conto che trovare il vero amore è una fortuna che avviene una sola volta nella vita ma spesso diventa una maledizione. Vittorio aveva tessuto intorno alle due donne una rete di menzogne e cattiverie, rendendole sue prede; Elsa era caduta nel suo sortilegio e accusa sua sorella di non essersi accorta di nulla; ricorda anche i particolari dell’incontro con sua sorella al bar, una trappola organizzata da lui. Elsa vuole dare una svolta alla sua vita, al passato che non smette di tormentarla, e, come ha fatto anni prima, quando sua madre l’aveva schiaffeggiata e lei era fuggita di nascosto da Viterbo e questa fuga l’aveva fatta rinascere, si reca ad Istanbul, una città dall’anima antichissima, ma dallo spirito moderno e decide di sentirsi libera di amare chi vuole e di ricordare senza rancore, perché la verità ha bisogno di tempo per essere svelata.
Dopo la terribile esperienza che vive con Vittorio e che lega e separa indissolubilmente le due sorelle, Elsa decide che “il mio destino sono io” e che non si lascerà più trascinare dagli eventi. Col passare degli anni, ha assunto la “maschera sorridente di una donna frivola”, fingendo che non sia successo nulla, come una strategia di fronte a qualcosa che non si può controllare. Si abbandona all’amore di Ender, che il senso di incertezza aveva reso più interessante e comincia ad acquistare gioielli, per ricoprire di luccichio la sua esistenza completamente buia.
Il racconto di Elsa non rivela tutti i particolari del dolore che ha riempito la sua anima, si guarda intorno e osserva quelle persone sconosciute che vivono ora nel luogo che ha segnato in modo funesto la sua esistenza. Tra gli altri c’è Giovanna, perfezionista in tutto, che vuole sempre mantenere il controllo sulla sua vita e non si accorge che suo marito sta cambiando, non vuole accettare una verità per ora nascosta. Di fronte alle domande incalzanti degli amici e alla riservatezza di Elsa, dichiara che “tutti hanno il diritto di custodire i propri segreti”.
Il turbamento che provano i quattro amici davanti alla morte improvvisa di Elsa, mentre erano intenti ad ascoltarla, quegli occhi vitrei che li fissavano senza più vederli, fa scaturire emozioni improvvise che non si possono più nascondere. Elsa non è morta nella cucina di un’estranea, ma è come se fosse tornata a casa, per lei “l’essenziale era trovarsi lì dove tutto era finito”. Poco tempo dopo giunge Adele, a cui Giovanna aveva telefonato, ma è troppo tardi.
La donna, sconvolta dalla notizia della morte della sorella, che non vedeva da tantissimi anni, rimane in silenzio. Avviene poi una sorta di “atto unico”: Adele comincia a raccontare, come se fosse una sorta di risposta inconsapevole alle parole della sorella, parlava dei suoi sentimenti per Vittorio, era come se ”sentisse gli specchi incrinarsi e i vetri andare in mille pezzi”, si era sentita umiliata, entrambe camminavano su uno strato sottile di ghiaccio che era sul punto di spezzarsi, ma l’affetto che le legava era più forte dell’amore malato per Vittorio. Avviene qualcosa di irreparabile: la sua improvvisa caduta nel vuoto diventa una nota di dolore spezzata, un grido soffocato che diventa una frattura, un punto fermo, da cui poi poter ricominciare, rinunciando ad essere “anime perse”. Il passato ha lasciato nella loro anima cicatrici profonde, ma significative sono le parole di Adele: ”La vita corre come un respiro e ci lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate”.
Ilde Rampino

Lunedì 5 ottobre 2020 00:20:31

Buongiorno io vorrei incontrarla e lavorare in un suo film... È straordinario...

Sabato 3 ottobre 2020 10:34:11

Buongiorno maestro Ferzan, sono Agata e ho avuto il piacere di conoscerla e leggere per lei.
Io vorrei essere felice e tra i motivi che ho trovato per esserlo ho citato lei.
Vorrei lavorare con lei, anche solo osservarla mentre lo fa.
Non sono bravissima, sono appassionata però.

Venerdì 2 ottobre 2020 13:46:46

Buona sera sarà possibile chiedere qualcosa? Grazie

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