Messaggi e commenti per Roberto Gualtieri - pagina 2

Messaggi presenti: 18

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Biografieonline non ha contatti diretti con Roberto Gualtieri. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Roberto Gualtieri.

Lunedì 10 maggio 2021 06:34:13

Autorevole ed empatico. Garante del futuro di Roma.

Giovedì 7 gennaio 2021 11:03:57

Preg. ministro vorrei segnalare anche l'azienda in cui lavoro nel dipartimento Finance, la Memc Electronic Materials Spa di Novara (032 -------/-------)
Noi abbiamo pagato sempre le imposte, nonostante i possibili differimenti e ci consideriamo azienda solidale, oltre che aver effettuato donazioni a enti locali, incluso acquisto ambulanza e attrezzature per l'ospedale di Novara. lascio anche mia mail ------- e del direttore -------
grazie
saluti
Dr. ssa Daniela Monfroglio

Mercoledì 1 aprile 2020 15:59:36

Vorrei chiedere al Ministro Roberto Gualtieri e a tutto il governo cosa intendono fare per i proprietari di immobili commerciali che non percepiscono più gli affitti a causa dei problemi e relativi provvedimenti sul coronavirus. Chi ha un immobile commerciale affittato, già gravato fortemente di IMU ed IRPEF anche quando si percepiscono gli affitti, come fa ora a pagare le imposte (IMU ed IRPEF) stante che non percepisce gli affitti perché gli inquilini con i negozi chiusi non pagano ? Se volete continuare questa infame guerra del potere politico contro la proprietà privata abbiate almeno il coraggio e l'onesta intellettuale di abolire la proprietà privata, come teorizzava Karl Marx, invece si soffocare i proprietaria di immobili con meschino ostruzionismo legalizzato. Il coronavirus sta colpendo tutti e l'attenzione deve essere per tutti mettendo da parte le assurde ingiustizie sin'ora giustificate da ideologie marxiste che si sono dimostrate fallimentari in tutto il mondo. Pretendere tasse su soldi che non si incassano è molto peggio delle estorsioni mafiose.

Giovedì 30 gennaio 2020 15:38:38

Spettabile redazione di "radio mattino",

l'età a cui andare in pensione in Italia è stata innalzata con la motivazione che la speranza di vita si è allungata. Perciò ai diabetici di tipo I (quindi completamente insulinodipendenti) che, secondo l'unica statistica ad oggi esistente, vivono in media tra gli 11 e i 12 anni in meno delle persone sane, la soglia dell'età per andare in pensione dovrebbe essere abbassata di 11 o 12 anni. Il problema è che la gestione del diabete di tipo 1 è molto più difficile quando si deve lavorare a tempo pieno per più di 40 anni; infatti dopo 20 anni di diabete il 90% dei malati ha sviluppato retinopatia, che è la maggiore causa di cecità in età lavorativa. L'articolo 32 della nostra Costituzione dice che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Che senso ha far lavorare per tanti lustri persone con il diabete di tipo 1 - malattia non dovuta né legata ad un errato stile di vita - fino a quando diventino invalidi gravi, con tutto il carico di spese collettive e di tragica sofferenza individuale che ciò comporta?
Personalmente insegno da 36 anni nella scuola superiore e da 20 col diabete T1 e a causa delle diurne e notturne oscillazioni glicemiche sono veramente agli estremi del logoramento e alla soglia della disperazione, perché non mi posso permettere di cessare di lavorare poiché non posso vivere di rendita e percepirei una pensione misera solo tra 8 anni e forse più, viste le ipotesi ultimamente in circolazione.
Pertanto chiedo che per i malati di DT1, così come si fa per i lavoratori sani, l'età del pensionamento venga rapportata all'effettiva durata media della vita, aggiornata di anno in anno. Perciò sarebbe urgente che il Consiglio superiore di Sanità - conformemente allo statuto delle sue finalità - effettuasse annualmente e rendesse di pubblico dominio il rilevamento dell'età media dei decessi dei diabetici di T1, in base alla quale calcolare la soglia per andare in pensione (N. B. con regime contributivo) ; in alternativa si potrebbe considerare ai fini del computo di tale soglia d'età ogni anno lavorato con il carico della malattia come valente per due anni lavorati dalle persone sane.
So che chi conosce un ultracinquantenne da decenni affetto da DT1 capisce perfettamente la necessità e l'urgenza di chiedere al governo in carica di effettuare un intervento legislativo in materia.
Tutto mi aspetto da chi riveste ruoli sanitari, politici e sindacali tranne che un comodo, facile, cinico ed indifferente silenzio, che concretamente significherebbe la inesorabile (ed evitabile) lenta rovina della vita di tanti cittadini italiani nei prossimi 5-10 anni.

Attualmente anche chi, come me, ha una invalidità civile riconosciuta al 60% non ha nessun diritto a una qualche pensione anticipata. Quello che vorrei ricordarle è che fino a una ventina di anni fa circa la soglia pensionistica minima per gli uomini era di 35 anni di lavoro, oggi di 42 e 10 mesi (che dovrebbero peraltro gradualmente aumentare...). Pertanto se io fossi nato una ventina di anni prima del mio effettivo anno di nascita avrei già potuto essere in pensione (ho già alle spalle 36 anni di lavoro), senza dover chiedere un'uscita anticipata dal lavoro in quanto affetto da diabete T1.

Insomma, nel momento in cui la soglia del pensionamento è stata tanto innalzata rispetto a quella di cui hanno goduto le generazioni precedenti, penso che si dovrebbe affrontare il problema nelle sedi istituzionali opportune e introdurre rapidi correttivi, perché se si attende si obbligano i malati di DT1 a compromettere per sempre la propria già difficile salute ed esistenza.

Chiedo almeno che i lavoratori nelle mie condizioni di salute non siano costretti a lavorare un numero di anni superiore a quello di chi può accedere, pur se in perfetta salute, alla "pensione di vecchiaia" con soli 20 anni di contributi. E' assurdo che chi lavora da decenni nelle mie condizioni, e quindi è esposto col trascorrere del tempo al rischio di gravi irreversibili complicanze, debba lavorare 43-45 anni, cioè più del doppio di persone in perfetta salute.

Leonardo Zappa

lavoratore con invalidità civile al 60% e portatore 24 ore su 24 di sensore elettronico con cannula sottocutanea per monitoraggio continuo della glicemia.
In quanto affetto da DT1 obbligato a sottoporsi a esame triennale per rinnovo patente, ma quanto a soglia pensionistica considerato perfettamente in salute...

Giovedì 30 gennaio 2020 11:41:57

Salve, sono un pensionato quota 100 della scuola dal 1 settembre 2019 dopo 41 anni e sei di servizio e 62 anni. Uno dei motivi che mi ha spino alla domanda di anticipo era la possibilità di accedere ad un anticipo del tfs come da D. L. 4/2019. Tutto inutile. Dell'anticipo a distanza di un anno non se ne parla e per poter riscuotere i propri soldi bisogna aspettare i fatidici 67 anni più quelli che lo stato si prende, a differenza di altre categorie, per erogare il tfs ai dipendenti pubblici, come se questi non fossero lavoratori. L'anticipo mi è costato il mancato versamento di contributi per gli anni che ho anticipato, contributi che non ritroverò ne sulla pensione ne sul tfs,, ma la cosa che più mi fa rabbia è la presa in giro che è stata perpretata ai danni di tanti come me che avevano bisogno di denaro per risolvere problemi personali. Tutto questo non è giusto e nessuno ne parla. Vuole farlo lei? attento com'è ai problemi della gente? La ringrazio anticipatamente per quello che ha fatto, sta facendo e farà.

Giovedì 30 gennaio 2020 03:18:01

Ma quando finalmente portate la prescrizione delle cartelle esattoriali a 5 anni? Cosi magari le imprese non falliscono per assurdi debiti e respirano. E vietate il pignoramento dei conti correnti da parte agenzia entrate?

Giovedì 5 dicembre 2019 14:07:04

Pagliaccio! Ma quando te ne vai o ti lasciano a casa? Vergognati! E questo sarebbe il modo di aiutare le imprese?

Domenica 22 settembre 2019 23:25:10

Gent. mo professore, nel suo curriculum non vedo il master in economia conseguito presso la Stanfor Univeristy oppure i MIT, mi devo preoccupare per la sua competenza? Perchè mi sono chiesta: ti faresti mai curare dal fruttivendolo, in base alla sua esperienza personale di accudimento dei parenti malati, invece che dal medico? (senza nulla togliere alla dignità della professione di fruttivendolo) no, inoltre sarebbe un abuso di professione; perchè invece di rivolgermi all'avvocato per una causa non mi faccio assistere dal mio amico imbianchino? non mi farebbero neppure accedere in tribunale! ! quindi vorrei capire: chi non ha seguito studi di economia, ma se ne è avvicinato a livello "amatoriale" per frequentazioni nell'ambiente, come può svolgere in scienza e coscienza un lavoro in quell'ambito? ? Sono un pò preoccupata, leggere i bilanci non è cosa da tutti se no non ci sarebbero fior di università di economia e poi con tutte le leggi assurde che ci sono in Italia in materia fiscale le verrebbe ben più del mal di testa se non fosse preparato!!! attendo risposta se ne avrà l'occasione e le auguro buon lavoro, ma incrocio le dita!!! saluti Laura

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