Stato di bisogno
Messaggio per Adriano Celentano
Sabato 10 febbraio 2024 21:26:42
Caro Adriano, ti seguo da quando ero bambina, sei sempre stato il mio cantante preferito e posseggo quasi tutti i tuoi dischi. Ti volevo raccontare la mia triste storia.
Ora, ho compiuto da poco 75 anni, sono piena di guai, e, proprio chi doveva essermi più vicino, ha fatto il mio male.
Infatti, mio fratello, al solo fine che non pubblicassi più contributi e libri di geografia e corroso dall’invidia per gli apprezzamenti che, modestia a parte, ricevo da varie parti, mi ha fatto nominare a mia insaputa un Amministratore di Sostegno.
L’ho scoperto solo per caso, due mesi e mezzo dopo l’avviamento della pratica, da una tirocinante presso l’ufficio delle assistenti sociali di Monza, che aveva scambiato il suo numero di telefono con il mio.
Sono rimasta letteralmente basita e ho contattato immediatamente mio fratello, per domandargli come si fosse permesso di compiere un atto così ignobile verso di me, per giunta tenendomelo nascosto per molto tempo.
La sua voce era divenuta tremolante e effeminata e non sapeva come giustificarsi.
Nel mese di Luglio 2021, a causa di varie vicende, sono stata costretta a trasferirmi a Lecco, dove pensavo di ritrovare le mie amicizie adolescenziali, che, dopo quasi mezzo secolo di residenza a Monza, si erano completamente dimenticate di me.
Ho trascorso l’estate in solitudine.
L’11 Settembre, a causa della fibrillazione atriale, riconosciutami dopo cinque ore di osservazione al pronto soccorso di Monza, ma non dal cardiologo che mi aveva in cura, che mi ha fatto sospendere tutti i farmaci prescrittimi, attribuendo il disturbo a un fatto ansioso, ho avuto una sincope.
Non so per quanto tempo abbia perso conoscenza.
Quando ho ripreso i sensi, mi sono ritrovata con la testa immersa in una pozza di sangue, che sgorgava a fiotti da tutte le parti.
Avevo subito una frattura nella parte destra del cranio e verso la tempia sinistra si era formata una lieve emorragia subdurale, per fortuna riassorbitasi da sola.
Sono stata ricoverata per dieci giorni in ospedale, lontana da tutti.
Non ho più pensato all’incresciosa azione che mio fratello avevo compiuto contro di me, perché stavo troppo male.
Ero sicura che rinunciasse alla domanda e, invece, ne ha approfittato per rincarare la dose, sobillato da un mio collega di Pavia, che credevo amico.
Né quest’ultimo, né un’altra mia collega di Arezzo si sono mai interessati, con una telefonata, del mio stato di salute.
Al contrario, hanno formato un triangolo coalizzato contro di me, al fine che mi fosse nominato un Amministratore di Sostegno.
L’udienza è stata fissata per il 21 Dicembre del 2021, ma io, avendo avuto un forte episodio di fibrillazione atriale, con battiti giunti a 187 al minuto, tutti disordinati, non ho potuto partecipare.
L’assistente sociale, una ragazza insensibile, ha insistito affinché mi presentassi ugualmente, aggiungendo che, se mi fossi sentita male, avrebbero provveduto a chiamare un’autoambulanza e a farmi trasportare in ospedale.
Il Giudice ha considerato la mia assenza un rifiuto.
Quando mi è stato trasmesso il Decreto di nomina dell’Amministratore di Sostegno e ho letto la normativa spaventosa dei compiti a lui assegnati dal Giudice, ho chiesto a mio fratello di ritirare la pratica, ma lui è stato determinato e, anzi, è andato soddisfatto a divulgare per tutto il quartiere in cui abitavo la sua «vittoria» su di me.
Gli ho inviato ripetutamente la normativa, ma lui non l’ha mai letta, dicendo che era tutto un pro forma.
Invece, da un po’ di tempo a questa parte, l’Amministratore di Sostegno si è intestato a suo nome conto corrente, libretto degli assegni, bancomat e carta di credito.
Il mio scarso denaro è diventato suo, libero di gestirlo come meglio crede.
Nemmeno la lista dei movimenti posso controllare.
Fino agli inizi di Luglio 2023, le assistenti sociali mi passavano appena 160 euro al mese, innalzati a 240.
Contavo sulla tredicesima, ma nemmeno quella mi dà, in quanto la utilizza per il pagamento delle bollette.
Ma io ho bisogno di farmaci salvavita che superano i 100 euro al mese, di mangiare, di vestirmi, di curare la mia persona e di pensare alla pulizia della casa.
In questa maniera dovrò adattarmi a cibarmi di pane del giorno prima e acqua.
Per risparmiare sulle bollette, ho chiuso il gas e sono intirizzita dal gelo, con il rischio, prospettatomi dal cardiologo, che sia colta da un arresto cardiaco.
Non solo, ma mi è stato vietato persino di effettuare il rinnovo della quota al «Messaggero di sant’Antonio», un conforto per me, una rivista alla quale la mia famiglia era abbonata da quasi un secolo, con la quale, da parte mia, non avrei mai desiderato troncare i rapporti, anche perché avevo ricevuto numerosi attestati di benemerenza.
Ma com’è possibile farmi rinunciare a versare finanche appena 25 euro?
Inoltre, siccome sono tanto sola, avrei bisogno della compagnia di un cagnolino.
L’ultimo è morto circa tre anni fa e non ce la faccio più senza di lui.
Se ne avessi acquistato un altro, avrei avuto occasione di uscire da queste quattro mura di una casa da ristrutturare da cima a fondo e di fare conoscenze.
Così, non essendoci nel quartiere in cui abito punti di aggregazione, e risiedendo in un condominio dove è tanto scambiarsi un «buongiorno» solo quando ci si incontra sul pianerottolo, sono isolata dal mondo.
Avrei adottato un cucciolo al canile di Monza, ma quelli disponibili sono tutti caratteriali.
Ti chiedo un grande favore, caro Adriano, ed ho persino vergogna ad esprimerlo.
Potrebbe inviarmi una cifra adatta all’acquisto di un cucciolo di Cavalier King Charles, possibilmente un maschietto tricolore, dell'allevamento «Comte d'Eau, di Ventimiglia?
Viene sui 500 euro.
Tuttavia, non puoi farmi un bonifico, in quanto i soldi finirebbero all'Amministratore di Sostegno.
Vedi tu come fare.
Grazie e scusami tanto.
Hai inviato
Marisa Malvasi, Via -------, 16, 20900-Monza; E-mail: -------. it; Cell.: 320-------.
Ora, ho compiuto da poco 75 anni, sono piena di guai, e, proprio chi doveva essermi più vicino, ha fatto il mio male.
Infatti, mio fratello, al solo fine che non pubblicassi più contributi e libri di geografia e corroso dall’invidia per gli apprezzamenti che, modestia a parte, ricevo da varie parti, mi ha fatto nominare a mia insaputa un Amministratore di Sostegno.
L’ho scoperto solo per caso, due mesi e mezzo dopo l’avviamento della pratica, da una tirocinante presso l’ufficio delle assistenti sociali di Monza, che aveva scambiato il suo numero di telefono con il mio.
Sono rimasta letteralmente basita e ho contattato immediatamente mio fratello, per domandargli come si fosse permesso di compiere un atto così ignobile verso di me, per giunta tenendomelo nascosto per molto tempo.
La sua voce era divenuta tremolante e effeminata e non sapeva come giustificarsi.
Nel mese di Luglio 2021, a causa di varie vicende, sono stata costretta a trasferirmi a Lecco, dove pensavo di ritrovare le mie amicizie adolescenziali, che, dopo quasi mezzo secolo di residenza a Monza, si erano completamente dimenticate di me.
Ho trascorso l’estate in solitudine.
L’11 Settembre, a causa della fibrillazione atriale, riconosciutami dopo cinque ore di osservazione al pronto soccorso di Monza, ma non dal cardiologo che mi aveva in cura, che mi ha fatto sospendere tutti i farmaci prescrittimi, attribuendo il disturbo a un fatto ansioso, ho avuto una sincope.
Non so per quanto tempo abbia perso conoscenza.
Quando ho ripreso i sensi, mi sono ritrovata con la testa immersa in una pozza di sangue, che sgorgava a fiotti da tutte le parti.
Avevo subito una frattura nella parte destra del cranio e verso la tempia sinistra si era formata una lieve emorragia subdurale, per fortuna riassorbitasi da sola.
Sono stata ricoverata per dieci giorni in ospedale, lontana da tutti.
Non ho più pensato all’incresciosa azione che mio fratello avevo compiuto contro di me, perché stavo troppo male.
Ero sicura che rinunciasse alla domanda e, invece, ne ha approfittato per rincarare la dose, sobillato da un mio collega di Pavia, che credevo amico.
Né quest’ultimo, né un’altra mia collega di Arezzo si sono mai interessati, con una telefonata, del mio stato di salute.
Al contrario, hanno formato un triangolo coalizzato contro di me, al fine che mi fosse nominato un Amministratore di Sostegno.
L’udienza è stata fissata per il 21 Dicembre del 2021, ma io, avendo avuto un forte episodio di fibrillazione atriale, con battiti giunti a 187 al minuto, tutti disordinati, non ho potuto partecipare.
L’assistente sociale, una ragazza insensibile, ha insistito affinché mi presentassi ugualmente, aggiungendo che, se mi fossi sentita male, avrebbero provveduto a chiamare un’autoambulanza e a farmi trasportare in ospedale.
Il Giudice ha considerato la mia assenza un rifiuto.
Quando mi è stato trasmesso il Decreto di nomina dell’Amministratore di Sostegno e ho letto la normativa spaventosa dei compiti a lui assegnati dal Giudice, ho chiesto a mio fratello di ritirare la pratica, ma lui è stato determinato e, anzi, è andato soddisfatto a divulgare per tutto il quartiere in cui abitavo la sua «vittoria» su di me.
Gli ho inviato ripetutamente la normativa, ma lui non l’ha mai letta, dicendo che era tutto un pro forma.
Invece, da un po’ di tempo a questa parte, l’Amministratore di Sostegno si è intestato a suo nome conto corrente, libretto degli assegni, bancomat e carta di credito.
Il mio scarso denaro è diventato suo, libero di gestirlo come meglio crede.
Nemmeno la lista dei movimenti posso controllare.
Fino agli inizi di Luglio 2023, le assistenti sociali mi passavano appena 160 euro al mese, innalzati a 240.
Contavo sulla tredicesima, ma nemmeno quella mi dà, in quanto la utilizza per il pagamento delle bollette.
Ma io ho bisogno di farmaci salvavita che superano i 100 euro al mese, di mangiare, di vestirmi, di curare la mia persona e di pensare alla pulizia della casa.
In questa maniera dovrò adattarmi a cibarmi di pane del giorno prima e acqua.
Per risparmiare sulle bollette, ho chiuso il gas e sono intirizzita dal gelo, con il rischio, prospettatomi dal cardiologo, che sia colta da un arresto cardiaco.
Non solo, ma mi è stato vietato persino di effettuare il rinnovo della quota al «Messaggero di sant’Antonio», un conforto per me, una rivista alla quale la mia famiglia era abbonata da quasi un secolo, con la quale, da parte mia, non avrei mai desiderato troncare i rapporti, anche perché avevo ricevuto numerosi attestati di benemerenza.
Ma com’è possibile farmi rinunciare a versare finanche appena 25 euro?
Inoltre, siccome sono tanto sola, avrei bisogno della compagnia di un cagnolino.
L’ultimo è morto circa tre anni fa e non ce la faccio più senza di lui.
Se ne avessi acquistato un altro, avrei avuto occasione di uscire da queste quattro mura di una casa da ristrutturare da cima a fondo e di fare conoscenze.
Così, non essendoci nel quartiere in cui abito punti di aggregazione, e risiedendo in un condominio dove è tanto scambiarsi un «buongiorno» solo quando ci si incontra sul pianerottolo, sono isolata dal mondo.
Avrei adottato un cucciolo al canile di Monza, ma quelli disponibili sono tutti caratteriali.
Ti chiedo un grande favore, caro Adriano, ed ho persino vergogna ad esprimerlo.
Potrebbe inviarmi una cifra adatta all’acquisto di un cucciolo di Cavalier King Charles, possibilmente un maschietto tricolore, dell'allevamento «Comte d'Eau, di Ventimiglia?
Viene sui 500 euro.
Tuttavia, non puoi farmi un bonifico, in quanto i soldi finirebbero all'Amministratore di Sostegno.
Vedi tu come fare.
Grazie e scusami tanto.
Hai inviato
Marisa Malvasi, Via -------, 16, 20900-Monza; E-mail: -------. it; Cell.: 320-------.
Da: Marisa Malvasi
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