Mi aiuti a fare sentire la mia rabbia?
Messaggio per Antonello Piroso
Martedì 7 settembre 2021 11:33:38
Caro Antonello,
O meglio, caro Cavaliere nero. La ascolto sempre su Virgin Radio, dove l'ho conosciuto, e apprezzo sempre molto i suoi interventi.
Sono Tecla, ho 31 anni, vivo con mio marito e mia figlia in provincia di Bergamo (anche se ho vissuto 24 anni in provincia di Como)
e sono un'educatrice, una Pedagogista e una Counsellor Professionista.
Ho studiato scienze dell'educazione in Bicocca, dove mi sono laureata con lode nel 2012 e a seguire scienze pedagogiche, sempre in bicocca, dove mi sono laureata con lode nel 2015.
Ho poi frequentato una scuola di counselling dal 2016 al 2019.
Ho lavorato per 7 anni nel mondo sanitario, con gli anziani e l'alzheimer, ma da un anno a questa parte ero molto stanca (il covid come immagini non ha aiutato), sento che nel sanitario c'è poco spazio per il Pedagogico, iniziavo a star male e sentirmi soffocare.
Ho deciso quindi di fare un salto e cambiare lavoro, andando, come ahimè spesso capita per noi lavoratori sociali, nelle cooperativa sociali, per lavorare come assistente scolastica con minori con disabilità o problematiche sociali e relazionali.
Ieri sono andata in cooperativa per firmare il nuovo contratto di lavoro.
Sono arrivata con i miei due attestati di laurea, su richiesta della responsabile, affinché potessero fotocopiarli e tenerli in archivio.
Occupandomi di assistenza scolastica, vengo assunta come assistente educatrice e, nonostante la laurea, che per altro mi viene chiesto di portare (mi chiedo il perché), il mio livello di assunzione è C1.
Una ragazza lì con me, assunta per il nido, senza laurea e senza equipollenza, e già questo fa rabbrividire, viene assunta al livello D1, più alto del mio.
Il livello per educatore con titolo dovrebbe essere il d2, anche perché, parliamoci chiaro, sei un medico senza laurea? Un ingegnere? E come si può essere educatori senza laurea triennale? Sono cose che ci portiamo dietro da anni e che sembrava che la legge Iori del 2017 avesse risolto, ma in realtà, a distanza di 4 anni, come vedi non è cambiato nulla
Ora, io non ce l'ho, ovviamente, con la ragazza, ma con il sistema che permette queste cose.
È possibile che, nel duemilaca**oeventuno, vengano ancora assunti educatori senza titolo -e senza equipollenza- e che quest'ultimi, talvolta, vengano anche inquadrati a un livello più alto di chi il titolo lo ha? Ma, quindi, mi domando, a cosa ca**o è servita la legge Iori del 2017?
Vorrei fare sentire la mia voce arrabbiata, stanca e frustrata. Ho studiato 5 anni, iniziato a lavorare e versare i contributi 5 anni dopo ed è possibile che ora, nel mondo del lavoro, sia questa la situazione? Che le cooperative possano ancora fare questa cosa, che non c'è una legge che lo vieti? Che ancora si parli di educatori con o senza titolo quando per fare l'educatrice di lavoro dovrebbe essere obbligatoria, e in certi posti lo è, la laurea triennale?
Spero che lei possa leggere questo messaggio e aiutarmi a farmi sentire, insieme a in branco di educatori italiani incazzati esattamente come me.
Grazie
Tecla Marelli
O meglio, caro Cavaliere nero. La ascolto sempre su Virgin Radio, dove l'ho conosciuto, e apprezzo sempre molto i suoi interventi.
Sono Tecla, ho 31 anni, vivo con mio marito e mia figlia in provincia di Bergamo (anche se ho vissuto 24 anni in provincia di Como)
e sono un'educatrice, una Pedagogista e una Counsellor Professionista.
Ho studiato scienze dell'educazione in Bicocca, dove mi sono laureata con lode nel 2012 e a seguire scienze pedagogiche, sempre in bicocca, dove mi sono laureata con lode nel 2015.
Ho poi frequentato una scuola di counselling dal 2016 al 2019.
Ho lavorato per 7 anni nel mondo sanitario, con gli anziani e l'alzheimer, ma da un anno a questa parte ero molto stanca (il covid come immagini non ha aiutato), sento che nel sanitario c'è poco spazio per il Pedagogico, iniziavo a star male e sentirmi soffocare.
Ho deciso quindi di fare un salto e cambiare lavoro, andando, come ahimè spesso capita per noi lavoratori sociali, nelle cooperativa sociali, per lavorare come assistente scolastica con minori con disabilità o problematiche sociali e relazionali.
Ieri sono andata in cooperativa per firmare il nuovo contratto di lavoro.
Sono arrivata con i miei due attestati di laurea, su richiesta della responsabile, affinché potessero fotocopiarli e tenerli in archivio.
Occupandomi di assistenza scolastica, vengo assunta come assistente educatrice e, nonostante la laurea, che per altro mi viene chiesto di portare (mi chiedo il perché), il mio livello di assunzione è C1.
Una ragazza lì con me, assunta per il nido, senza laurea e senza equipollenza, e già questo fa rabbrividire, viene assunta al livello D1, più alto del mio.
Il livello per educatore con titolo dovrebbe essere il d2, anche perché, parliamoci chiaro, sei un medico senza laurea? Un ingegnere? E come si può essere educatori senza laurea triennale? Sono cose che ci portiamo dietro da anni e che sembrava che la legge Iori del 2017 avesse risolto, ma in realtà, a distanza di 4 anni, come vedi non è cambiato nulla
Ora, io non ce l'ho, ovviamente, con la ragazza, ma con il sistema che permette queste cose.
È possibile che, nel duemilaca**oeventuno, vengano ancora assunti educatori senza titolo -e senza equipollenza- e che quest'ultimi, talvolta, vengano anche inquadrati a un livello più alto di chi il titolo lo ha? Ma, quindi, mi domando, a cosa ca**o è servita la legge Iori del 2017?
Vorrei fare sentire la mia voce arrabbiata, stanca e frustrata. Ho studiato 5 anni, iniziato a lavorare e versare i contributi 5 anni dopo ed è possibile che ora, nel mondo del lavoro, sia questa la situazione? Che le cooperative possano ancora fare questa cosa, che non c'è una legge che lo vieti? Che ancora si parli di educatori con o senza titolo quando per fare l'educatrice di lavoro dovrebbe essere obbligatoria, e in certi posti lo è, la laurea triennale?
Spero che lei possa leggere questo messaggio e aiutarmi a farmi sentire, insieme a in branco di educatori italiani incazzati esattamente come me.
Grazie
Tecla Marelli
Da: Tecla Marelli
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