Tornare alla scuola meritocratica, valutare la scuola nel merito: forse avremo una risposta
Messaggio per Bruno Vespa
Venerdì 26 febbraio 2021 18:42:37
Tornare alla scuola meritocratica, valutare la scuola nel merito, valutando anche gli insegnanti, è solo un sogno o può diventare realtà?
Da anni assistiamo, nel pieno silenzio generale, a un fiorire di titoli, certificazioni, corsi di perfezionamento che si comprano per il solo scopo di acquisire e aumentare punteggi nelle graduatorie scolastiche da parte dei docenti precari. Certificazioni informatiche e digitali (corso tablet (0, 5 punti), corso LIM (0, 5 punti) corso Coding (0, 5 punti) corso EIPASS (0, 5 punti), molto gettonate le certificazioni linguistiche (tra le più richieste quelle di inglese del livello B2 (3 punti) e del livello C1 (4 punti), corsi di perfezionamento, master di 1° o di 2° livello. Si tratta di corsi che si seguono totalmente online (e qui la pandemia non c’entra) il cui percorso per conseguire le certificazione si conclude in pochi giorni, con la possibilità, in molti casi, di pagarli in comode rate, così da non dover spendere in una unica soluzione l’importante prezzo del “prodotto”. E arriviamo ai 24 crediti formativi (i famosi 24 CFU) previsti dal Miur in discipline antropo/psico/pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche, che chiunque voglia intraprendere la professione di insegnante deve “necessariamente” possedere. Anche l’acquisizione dei 24 CFU è diventato un vero e proprio mercato in cui atenei, accademie, conservatori, pubblici e privati fanno a gara per accaparrarsi più persone possibili.
Tanti perché affollano la mia mente.
Ma chi c’è dietro questo mercato delle vacche, che svilisce il valore morale, ideale della scuola? Quali interessi politici, economici, quali tornaconti elettorali, di casta? Perché nessuno ne parla?
La “fabbrica” di diplomi, titoli, certificazioni è davvero finalizzata al raggiungimento di un livello di competenze e conoscenze adeguate dei docenti? Se lo chiediamo a studenti, genitori, Presidi forse avremo una risposta!
Se diamo un’occhiata agli indicatori sulla qualità del sistema scolastico e la misurazione degli apprendimenti attraverso le Prove INVALSI, forse avremo una risposta! Se ci informiamo sulle prime indiscrezioni circa l’esito delle prove del concorso “straordinario” appena concluso e guardiamo le prime graduatorie pubblicate da Trento e Bolzano è possibile profetizzare che forse questo concorso “straordinario”(con una sola prova a domande per (s) fortuna aperte) non riuscirà a coprire tutti i 32000 posti a bando (più del 50% di bocciati in media) … forse avremo una risposta!
Forse avremo una risposta se il nuovo ministro Bianchi non si limiterà a una ripartenza ma lavorerà per una rinascita di una scuola dove formazione, competenze e responsabilità siano l’essenza per far rinascere il Paese dopo la pandemia. Un saluto, caro Bruno e spero che in qualche sua trasmissione possa rompere uno strano silenzio.
Da anni assistiamo, nel pieno silenzio generale, a un fiorire di titoli, certificazioni, corsi di perfezionamento che si comprano per il solo scopo di acquisire e aumentare punteggi nelle graduatorie scolastiche da parte dei docenti precari. Certificazioni informatiche e digitali (corso tablet (0, 5 punti), corso LIM (0, 5 punti) corso Coding (0, 5 punti) corso EIPASS (0, 5 punti), molto gettonate le certificazioni linguistiche (tra le più richieste quelle di inglese del livello B2 (3 punti) e del livello C1 (4 punti), corsi di perfezionamento, master di 1° o di 2° livello. Si tratta di corsi che si seguono totalmente online (e qui la pandemia non c’entra) il cui percorso per conseguire le certificazione si conclude in pochi giorni, con la possibilità, in molti casi, di pagarli in comode rate, così da non dover spendere in una unica soluzione l’importante prezzo del “prodotto”. E arriviamo ai 24 crediti formativi (i famosi 24 CFU) previsti dal Miur in discipline antropo/psico/pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche, che chiunque voglia intraprendere la professione di insegnante deve “necessariamente” possedere. Anche l’acquisizione dei 24 CFU è diventato un vero e proprio mercato in cui atenei, accademie, conservatori, pubblici e privati fanno a gara per accaparrarsi più persone possibili.
Tanti perché affollano la mia mente.
Ma chi c’è dietro questo mercato delle vacche, che svilisce il valore morale, ideale della scuola? Quali interessi politici, economici, quali tornaconti elettorali, di casta? Perché nessuno ne parla?
La “fabbrica” di diplomi, titoli, certificazioni è davvero finalizzata al raggiungimento di un livello di competenze e conoscenze adeguate dei docenti? Se lo chiediamo a studenti, genitori, Presidi forse avremo una risposta!
Se diamo un’occhiata agli indicatori sulla qualità del sistema scolastico e la misurazione degli apprendimenti attraverso le Prove INVALSI, forse avremo una risposta! Se ci informiamo sulle prime indiscrezioni circa l’esito delle prove del concorso “straordinario” appena concluso e guardiamo le prime graduatorie pubblicate da Trento e Bolzano è possibile profetizzare che forse questo concorso “straordinario”(con una sola prova a domande per (s) fortuna aperte) non riuscirà a coprire tutti i 32000 posti a bando (più del 50% di bocciati in media) … forse avremo una risposta!
Forse avremo una risposta se il nuovo ministro Bianchi non si limiterà a una ripartenza ma lavorerà per una rinascita di una scuola dove formazione, competenze e responsabilità siano l’essenza per far rinascere il Paese dopo la pandemia. Un saluto, caro Bruno e spero che in qualche sua trasmissione possa rompere uno strano silenzio.
Da: Anna Maria
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