Quando la musica tocca l'anima
Messaggio per Claudio Baglioni
Sabato 3 febbraio 2024 12:01:00
Non sono molto avvezzo a fare questo tipo di cose, perciò mi trovo un po' imbarazzato, ma volevo lasciare qualcosa di scritto in merito a ciò che la musica di Claudio Baglioni ha significato per me. Il primo incontro fu quando avevo nove anni. Era una domenica di primavera del 1988, la stavo passando a casa per via di distorsione al collo. Ero lì seduto al tavolo in cucina a giocare con una piccola piscina in plastica dove immergevo i miei exogini. Mia madre era intenta a preparare il pranzo con accanto l'immancabile radio. Ad una tratto dalle casse della stessa, uscì una melodia di pianoforte malinconica capace di scavarti nell' anima. Si trattava dell' introduzione del brano "Poster". Mi distaccai dalla mia attività ludica, e giunsi di fronte alla radio per ascoltare la canzone. Non sapevo chi fosse l'artista, e mia madre non seppe illuminarmi (aveva altri gusti musicali). Fatto sta che ne rimasi incantato e rapito. A distanza di due anni scovai una cassetta fatta dall' allora ragazzo di mia sorella, intitolata: "Claudio Baglioni". Non era inserita nelle posizioni del porta cassette in genere utilizzate da mia sorella per i pezzi più ascoltati, pertanto la cosa mi incuriosì. Mi misi le cuffie ed inserii la cassetta nello stereo. Al terzo brano (Uomini persi) ebbi un tracollo emotivo accompagnato da un corollario di brividi e immagini che la canzone andava suscitando in me (peccato il brano non fosse completo). Il quinto brano era Poster. Da quel momento, identificato l'artista che mi aveva incantato da bambino, girai tutti i negozi di musica dell' astigiano per recuperare tutte le cassette di Baglioni.
La mia anima aveva trovato la sua musica. Volevo anche cantare queste stupende canzoni, ma ero stonato con poco senso del ritmo. Pertanto andavo a rifugiarmi in un appartamento abbandonato presente nel vecchio condominio in cui abitavo, per poter strillare in santa pace le canzoni di Claudio, senza causare traumi di natura uditiva alle altre persone. Crescendo il mio palcoscenico si allargò spostandosi sul motorino, dove ero solito, durante il viaggio, intonare i brani di Claudio. All'età di 16 anni, mi a sorella si accorse che ero più intonato (prima mi chiamava Solfami), pertanto mi riporto all' oratorio di San Secondo dove era stato allestito un gruppo che andava a cantare le canzoni degli anni '40, '50 e '60 negli ospizi. Scrivo mi riportò, in quanto ci provò anche 4 anni prima, ma fui cacciato. La seconda prova andò meglio ed iniziai a cantare davanti al pubblico. Morale della favola: le canzoni di Claudio mi insegnarono a cantare. Nonostante ciò la mia difficoltà ad affrontare il pubblico non fece di me un cantante, di sicuro non ero neanche tra i migliori. Comunque oggi so cantare.
Le canzoni di Claudio in seguito hanno accompagnato diverse fasi della mia vita, dai grandi drammi, ai piccoli dolori causati dall' amore, spesso ingigantiti in fase adolescenziale. Così come Hermann Hesse faceva nella lettera, e Schopenhauer nella filosofia, le canzoni di Baglioni mi aiutavano a riflettere, soprattutto nei momenti difficili; toccavi l'abisso del dolore per poi tornare su consapevole di una forza nuova capace di generare un nuovo te più forte e consapevole. Mi rendo conto che sono tante le cose che vengono scritte a Claudio dai suoi innumerevoli fans, io non sono solito a lusinghe né tanto meno a mettere le persone, soprattutto quelle che non conosco su di un piedistallo, perciò il mio grazie va alla tua musica, alla tua arte che per me ha significato molto. Non so chi sia l'uomo che si nasconde dietro a queste opere, ma forse è meglio così, forse è l'unico modo per sentirle anche mie. Spesso si dice: "le ho prese in prestito", io credo di averle proprio rubate. So che dal 2026 smetterai di fare musica, ma ciò che lascerai sarà per sempre scolpito nel panorama della musica. Oggi fatico a trovare artisti che sappiano comunicare ciò che hai comunicato tu (come altri grandi del passato). Ci tengo a menzionare un artista italiano, forse non famoso, che meriterebbe di essere ascoltato, con una grande potenza a livello di testo come la tua. Si chiama Andrea Cerrato. Confesso che è anche un caro amico, ma ciò non c'entra con il mio sottolineare le sue capacità, anzi il fatto di conoscerlo, penalizza la mia valutazione sulle sue canzoni, perché toglie l'alone di mistero sull'autore, mettendolo davanti alla sua arte essendo lui davvero un grande uomo, persona intelligente e profonda. I suoi brani dovrebbero superare le sue qualità interiori, è una grande sfida. Però voglio discostarmi da queste valutazioni di natura soggettiva valutando i suoi brani oggettivamente: sono ottimi pezzi, testi profondi, profonde riflessioni di cui oggi si sente la mancanza. Dopo questa parentesi atta a pubblicizzare un'' altro grande artista, torno sul tema iniziale: "quando la musica tocca l' anima", la tua musica Claudio non solo l'ha toccata, ma in qualche modo ne ha plasmato la forma o forse è stata la traghettatrice verso la scoperta della mia vera natura. Non aggiungo altro, mi sembra che per uno poco avvezzo sia andato anche "oltre". Un grazie a te e alla tua arte. Sinceramente Gianni.
La mia anima aveva trovato la sua musica. Volevo anche cantare queste stupende canzoni, ma ero stonato con poco senso del ritmo. Pertanto andavo a rifugiarmi in un appartamento abbandonato presente nel vecchio condominio in cui abitavo, per poter strillare in santa pace le canzoni di Claudio, senza causare traumi di natura uditiva alle altre persone. Crescendo il mio palcoscenico si allargò spostandosi sul motorino, dove ero solito, durante il viaggio, intonare i brani di Claudio. All'età di 16 anni, mi a sorella si accorse che ero più intonato (prima mi chiamava Solfami), pertanto mi riporto all' oratorio di San Secondo dove era stato allestito un gruppo che andava a cantare le canzoni degli anni '40, '50 e '60 negli ospizi. Scrivo mi riportò, in quanto ci provò anche 4 anni prima, ma fui cacciato. La seconda prova andò meglio ed iniziai a cantare davanti al pubblico. Morale della favola: le canzoni di Claudio mi insegnarono a cantare. Nonostante ciò la mia difficoltà ad affrontare il pubblico non fece di me un cantante, di sicuro non ero neanche tra i migliori. Comunque oggi so cantare.
Le canzoni di Claudio in seguito hanno accompagnato diverse fasi della mia vita, dai grandi drammi, ai piccoli dolori causati dall' amore, spesso ingigantiti in fase adolescenziale. Così come Hermann Hesse faceva nella lettera, e Schopenhauer nella filosofia, le canzoni di Baglioni mi aiutavano a riflettere, soprattutto nei momenti difficili; toccavi l'abisso del dolore per poi tornare su consapevole di una forza nuova capace di generare un nuovo te più forte e consapevole. Mi rendo conto che sono tante le cose che vengono scritte a Claudio dai suoi innumerevoli fans, io non sono solito a lusinghe né tanto meno a mettere le persone, soprattutto quelle che non conosco su di un piedistallo, perciò il mio grazie va alla tua musica, alla tua arte che per me ha significato molto. Non so chi sia l'uomo che si nasconde dietro a queste opere, ma forse è meglio così, forse è l'unico modo per sentirle anche mie. Spesso si dice: "le ho prese in prestito", io credo di averle proprio rubate. So che dal 2026 smetterai di fare musica, ma ciò che lascerai sarà per sempre scolpito nel panorama della musica. Oggi fatico a trovare artisti che sappiano comunicare ciò che hai comunicato tu (come altri grandi del passato). Ci tengo a menzionare un artista italiano, forse non famoso, che meriterebbe di essere ascoltato, con una grande potenza a livello di testo come la tua. Si chiama Andrea Cerrato. Confesso che è anche un caro amico, ma ciò non c'entra con il mio sottolineare le sue capacità, anzi il fatto di conoscerlo, penalizza la mia valutazione sulle sue canzoni, perché toglie l'alone di mistero sull'autore, mettendolo davanti alla sua arte essendo lui davvero un grande uomo, persona intelligente e profonda. I suoi brani dovrebbero superare le sue qualità interiori, è una grande sfida. Però voglio discostarmi da queste valutazioni di natura soggettiva valutando i suoi brani oggettivamente: sono ottimi pezzi, testi profondi, profonde riflessioni di cui oggi si sente la mancanza. Dopo questa parentesi atta a pubblicizzare un'' altro grande artista, torno sul tema iniziale: "quando la musica tocca l' anima", la tua musica Claudio non solo l'ha toccata, ma in qualche modo ne ha plasmato la forma o forse è stata la traghettatrice verso la scoperta della mia vera natura. Non aggiungo altro, mi sembra che per uno poco avvezzo sia andato anche "oltre". Un grazie a te e alla tua arte. Sinceramente Gianni.
Da: Gianni
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