Leopardi - Citta segrete Napoli
Messaggio per Corrado Augias
Domenica 18 aprile 2021 22:23:10
Gent. mo Dott. Augias
Ho grande stima di Lei e non le nascondo che nella mia libreria ci sono, con mio grande piacere, più di un libro a sua firma. La scrivo a proposito della puntata da Lei condotta sui Segreti di Napoli andata in onda sabato 17 scorso. Non voglio intervenire in merito agli argomenti e alle immagini mandate in onda, di questo, Lei come massimo responsabile del programma, criticabile o meno, ne aveva pieno diritto e facoltà, ma su uno di questi in particolare, ci sono stati alcuni svarioni, chiamiamoli refusi per essere più indulgenti, no so se indotti dal suo staff o per la sua mancata conoscenza dell'argomento, che ha creato grande dispiacere, a me e a tantissime persone che come me, condividono l'amore per un luogo leopardiano di grande bellezza, Villa delle Ginestre a Torre del Greco. Lei ha introdotto l'argomento "Leopardi a Napoli" con i prime versi de "la Ginestra", ebbene caro dott. Augias, La Ginestra, per dirla alla napoletana, non ci azzecca nulla con Napoli, dove viveva il poeta a Napoli, non c'erano ne ginestre e tantomeno si scorgeva " Qui su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo". Come è universalmente risaputo, il poeta recanatese scrisse questi versi nel 1836 durante il suo soggiorno a Villa Ferrigni a Torre del Greco, da Lei mai citata nell'esporre la vita a Napoli del poeta, villa di proprietà del senatore del regno Giuseppe Ferrigni, cognato di Antonio Ranieri, sodale di Giacomo Leopardi, villa chiamata poi all'inizio del secolo scorso dai Carafa d'Andria, gli ultimi proprietari prima che diventasse bene dello Stato nel 1962, Villa delle Ginestre. Con l'amico Antonio Ranieri e la sorella Paolina, il poeta ha soggiornato due lunghi periodi tra il 1836 e il 1837 nella "Casa di Campagna" di Torre del Greco, messa a disposizione dal Ferrigni. Qui il poeta, oltre a godere di un'aria salubre e dei buoni prodotti della generosa campagna, veniva servito e riverito nei migliori dei modi, dalla servitù, dal cuoco, dai coloni e dal cocchiere con carrozza messo a disposizione dalla famiglia Ferrigni-Ranieri, e qui doveva ritornare per la terza volta, per sfuggire al colera che incombeva su Napoli, all'indomani del 13 giugno del 1937, ma come tutti sappiamo, il poeta nel corso della notte tra il 13 e il 14 entrò in uno stato comatoso, probabilmente dovuto anche all'eccessivo consumo dei confettini di Sulmona (più di un chilo) come era in uso a Napoli consumarli il giorno di Sant'Antonio (13 giugno). Qui a Villa Ferrigni, Leopardi scrisse anche il Tramonto della Luna, considerato il suo testamento letterario.
Dott. Augias, colgo anche l'occasione per invitarla a fare una visita a Villa delle Ginestre, con la Pro Loco di Torre del Greco, di cui mi onoro di presiedere, con la Fondazione Ente Ville Vesuviane che ha la gestione del sito, condividiamo il piacevole e responsabile compito da far visitare questo luogo meraviglioso. Sarà nostro ospite, qui troverà ancora la stanza del poeta con i pochi mobili (il letto, la scrivania, cassettone. .) e qualche suppellettile, troverà ancora tra la lava del Vesuvio, l'odorata ginestra e nella campagna intorno, il pozzo rurale ad uso per i coloni (" o se nel cupo del domestico pozzo ode mai l’acqua fervendo gorgogliar, desta i figliuoli, desta la moglie in fretta, e via, con quanto di lor cose rapir posson, fuggendo.. "), e magari, perché no, assaggiare anche qualche piatto dalla famosa lista delle famose 49 pietanze preferite dal poeta, una lista stesa di suo pugno (il manoscritto è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli) che sta ad indicare senza dubbio, piatti a lui particolarmente graditi a cui il cuoco di casa Ferrigni, Pasquale Ignarra di Torre del Greco, si atteneva per soddisfare i non sempre facili desideri dell'illustre ospite.
Con Ossequi
Angelo Di Ruocco
Presidente Pro Loco Torre del Greco
Ho grande stima di Lei e non le nascondo che nella mia libreria ci sono, con mio grande piacere, più di un libro a sua firma. La scrivo a proposito della puntata da Lei condotta sui Segreti di Napoli andata in onda sabato 17 scorso. Non voglio intervenire in merito agli argomenti e alle immagini mandate in onda, di questo, Lei come massimo responsabile del programma, criticabile o meno, ne aveva pieno diritto e facoltà, ma su uno di questi in particolare, ci sono stati alcuni svarioni, chiamiamoli refusi per essere più indulgenti, no so se indotti dal suo staff o per la sua mancata conoscenza dell'argomento, che ha creato grande dispiacere, a me e a tantissime persone che come me, condividono l'amore per un luogo leopardiano di grande bellezza, Villa delle Ginestre a Torre del Greco. Lei ha introdotto l'argomento "Leopardi a Napoli" con i prime versi de "la Ginestra", ebbene caro dott. Augias, La Ginestra, per dirla alla napoletana, non ci azzecca nulla con Napoli, dove viveva il poeta a Napoli, non c'erano ne ginestre e tantomeno si scorgeva " Qui su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo". Come è universalmente risaputo, il poeta recanatese scrisse questi versi nel 1836 durante il suo soggiorno a Villa Ferrigni a Torre del Greco, da Lei mai citata nell'esporre la vita a Napoli del poeta, villa di proprietà del senatore del regno Giuseppe Ferrigni, cognato di Antonio Ranieri, sodale di Giacomo Leopardi, villa chiamata poi all'inizio del secolo scorso dai Carafa d'Andria, gli ultimi proprietari prima che diventasse bene dello Stato nel 1962, Villa delle Ginestre. Con l'amico Antonio Ranieri e la sorella Paolina, il poeta ha soggiornato due lunghi periodi tra il 1836 e il 1837 nella "Casa di Campagna" di Torre del Greco, messa a disposizione dal Ferrigni. Qui il poeta, oltre a godere di un'aria salubre e dei buoni prodotti della generosa campagna, veniva servito e riverito nei migliori dei modi, dalla servitù, dal cuoco, dai coloni e dal cocchiere con carrozza messo a disposizione dalla famiglia Ferrigni-Ranieri, e qui doveva ritornare per la terza volta, per sfuggire al colera che incombeva su Napoli, all'indomani del 13 giugno del 1937, ma come tutti sappiamo, il poeta nel corso della notte tra il 13 e il 14 entrò in uno stato comatoso, probabilmente dovuto anche all'eccessivo consumo dei confettini di Sulmona (più di un chilo) come era in uso a Napoli consumarli il giorno di Sant'Antonio (13 giugno). Qui a Villa Ferrigni, Leopardi scrisse anche il Tramonto della Luna, considerato il suo testamento letterario.
Dott. Augias, colgo anche l'occasione per invitarla a fare una visita a Villa delle Ginestre, con la Pro Loco di Torre del Greco, di cui mi onoro di presiedere, con la Fondazione Ente Ville Vesuviane che ha la gestione del sito, condividiamo il piacevole e responsabile compito da far visitare questo luogo meraviglioso. Sarà nostro ospite, qui troverà ancora la stanza del poeta con i pochi mobili (il letto, la scrivania, cassettone. .) e qualche suppellettile, troverà ancora tra la lava del Vesuvio, l'odorata ginestra e nella campagna intorno, il pozzo rurale ad uso per i coloni (" o se nel cupo del domestico pozzo ode mai l’acqua fervendo gorgogliar, desta i figliuoli, desta la moglie in fretta, e via, con quanto di lor cose rapir posson, fuggendo.. "), e magari, perché no, assaggiare anche qualche piatto dalla famosa lista delle famose 49 pietanze preferite dal poeta, una lista stesa di suo pugno (il manoscritto è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli) che sta ad indicare senza dubbio, piatti a lui particolarmente graditi a cui il cuoco di casa Ferrigni, Pasquale Ignarra di Torre del Greco, si atteneva per soddisfare i non sempre facili desideri dell'illustre ospite.
Con Ossequi
Angelo Di Ruocco
Presidente Pro Loco Torre del Greco
Da: Angelo Di Ruocco
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