Osservazioni sul caso Fratelli d'Italia
Messaggio per Enrico Mentana
Giovedì 7 ottobre 2021 17:15:08
Spettabile direttore, le scrivo in merito al reportage su Fratelli d’Italia in quanto mi sento in dovere di farlo, nella speranza di fare qualche precisazione utile ad un dibattito costruttivo, riportando i miei esempi personali, ed essendo un tesserato a quel partito e attivo politicamente.
Premettendo che trovo assolutamente sbagliato cancellare e rinnegare quella che è stata la nostra storia, il nostro passato, nel bene e nel male, abbattere simboli e statue storiche, perché le cose non sono tutte brutte o tutte belle (e il periodo storico a cui si fa riferimento di cose buone ce ne sono state specie nel primo periodo). Piuttosto bisogna saper prendere ciò che di positivo c’è stato e farne tesoro, e riconoscere quello che invece fu sbagliato per non commettere più gli stessi errori.
Cancellare la nostra storia sarebbe sarebbe inoltre mancare di rispetto non solo ai nostri caduti (ricordando che molti hanno combattuto da una parte o dall’altra credendo in quello che facevano, sacrificando la vita anche eroicamente, giusta o sbagliata che fosse quella parte o quell’idea per cui sono morti) e sarebbe mancare di rispetto ai propri avi in quanto molti hanno avuto parenti che erano schierati da “quella parte” e tanti sono caduti in quei tragici anni.
Vi porto il mio personale esempio: mia bisnonna era segretaria del fascio a Rivalba (TO), suo marito era un ufficiale della divisione monterosa (divisione alpina della rsi), suo figlio, il fratello di mio nonno, era un soldato che dopo l’8 settembre si schierò per la repubblica sociale facendo tutta la linea gotica e rimanendo ferito gravemente e incurabilmente da una bomba americana. Si rifiutò sempre di disconoscere quello in cui credeva e non gli venne mai concessa l’invalidità di guerra, nonostante questo sposò una ebra – cattolica che divenne mia madrina di battesimo (per cui non sono certo anti semita anzi sono assolutamente filo israeliano e ritengo che l’antisemitismo di quegli anni sia stato l’errore più grande, e se avessimo avuto al fianco gli ebrei avremmo sicuramente vinto la guerra), un altro zio nella folgore dove ha combattuto la battaglia di El Alamein ed è stato uno dei pochi reduci di quell’impresa eroica.
Anche sulla questione della terminologia, il termine “camerata” lo usiamo così come lo usavamo nell’esercito: non ha niente di politico ma ha un significato di cameratismo e di appartenenza ad un gruppo. Poi perché se quelli di sinistra si chiamano “compagni” va tutto bene ma il termine camerata fa scandalo?
Inoltre vorrei spiegarvi quale sia la mia personale visione della società e quali sono le mie idee, che hanno fatto si che mi identificassi e riconoscessi in fratelli d’Italia in quanto il partito che più si avvicina a ciò che è il mio pensiero:
Io sono contro questo modello di multiculturalismo e contro l’accoglienza indiscriminata, credo che la propria cultura, le proprie tradizioni facciano parte del nostro “essere” e vadano difesi (e personalmente non vorrei mai mandare i miei figli in una scuola dove otto bambini su dieci sono stranieri, e personalmente vorrei una scuola dove quando il professore entra in classe ci si alzi in piedi, dove quando si entra ci sia l’alza bandiera con l’inno nazionale). Credo nella famiglia tradizionale formata da un uomo e una donna, e in un Italia dalle radici Cristiane. Sono nazionalista perché credo nella patria, perché vorrei una nazione sovrana, indipendente e forte sia economicamente sia energeticamente e sia militarmente (vorrei il servizio militare obbligatorio sia per gli uomini sia per le donne, vorrei una nazione all’avanguardia militarmente sul modello degli Stati uniti e di Israele), sono a favore del nucleare. Sono contro il mercato delle multinazionali, della finanza e il mondo globalizzato, vorrei un paese “sociale” dove si viva a misura d’uomo, dove gli anziani siano rispettati e dove possano vivere in un paese che sentano il loro a loro misura, dove i giovani hanno un futuro e dove si coltivino i valori, e credo che certi settori “strategici” debbano rimanere in mano allo stato. Sono contrario all’islam in quanto lo reputo incompatibile con i modelli di vita occidentali, sono contro lo ius solis (in Italia dovrebbe venire solo chi ama la nostra terra, e sposa facendone propria la nostra cultura e il nostro stile di vita, dimostrando di saper parlare italiano – questa si chiasma integrazione) e sono contro il ddl zan. Sono contro questa moda del politicamente corretto, del falso femminismo, quote rosa, me too, black lives matter, etc… in quanto li trovo mode deviate, sono anche per avere il 4 novembre come festa nazionale e non il 25 aprile in quanto divisiva per i motivi espressi inizialmente…ecco questi sono solo alcuni dei miei pensieri che per onestà intellettuale, prima di contestarmi, andrebbero approfonditi e che per non dilungarmi eccessivamente non farò in questa lettera, ma rimango a disposizione per un eventuale confronto rispettoso e costruttivo.
Dott. Ugo Ghivarello
Premettendo che trovo assolutamente sbagliato cancellare e rinnegare quella che è stata la nostra storia, il nostro passato, nel bene e nel male, abbattere simboli e statue storiche, perché le cose non sono tutte brutte o tutte belle (e il periodo storico a cui si fa riferimento di cose buone ce ne sono state specie nel primo periodo). Piuttosto bisogna saper prendere ciò che di positivo c’è stato e farne tesoro, e riconoscere quello che invece fu sbagliato per non commettere più gli stessi errori.
Cancellare la nostra storia sarebbe sarebbe inoltre mancare di rispetto non solo ai nostri caduti (ricordando che molti hanno combattuto da una parte o dall’altra credendo in quello che facevano, sacrificando la vita anche eroicamente, giusta o sbagliata che fosse quella parte o quell’idea per cui sono morti) e sarebbe mancare di rispetto ai propri avi in quanto molti hanno avuto parenti che erano schierati da “quella parte” e tanti sono caduti in quei tragici anni.
Vi porto il mio personale esempio: mia bisnonna era segretaria del fascio a Rivalba (TO), suo marito era un ufficiale della divisione monterosa (divisione alpina della rsi), suo figlio, il fratello di mio nonno, era un soldato che dopo l’8 settembre si schierò per la repubblica sociale facendo tutta la linea gotica e rimanendo ferito gravemente e incurabilmente da una bomba americana. Si rifiutò sempre di disconoscere quello in cui credeva e non gli venne mai concessa l’invalidità di guerra, nonostante questo sposò una ebra – cattolica che divenne mia madrina di battesimo (per cui non sono certo anti semita anzi sono assolutamente filo israeliano e ritengo che l’antisemitismo di quegli anni sia stato l’errore più grande, e se avessimo avuto al fianco gli ebrei avremmo sicuramente vinto la guerra), un altro zio nella folgore dove ha combattuto la battaglia di El Alamein ed è stato uno dei pochi reduci di quell’impresa eroica.
Anche sulla questione della terminologia, il termine “camerata” lo usiamo così come lo usavamo nell’esercito: non ha niente di politico ma ha un significato di cameratismo e di appartenenza ad un gruppo. Poi perché se quelli di sinistra si chiamano “compagni” va tutto bene ma il termine camerata fa scandalo?
Inoltre vorrei spiegarvi quale sia la mia personale visione della società e quali sono le mie idee, che hanno fatto si che mi identificassi e riconoscessi in fratelli d’Italia in quanto il partito che più si avvicina a ciò che è il mio pensiero:
Io sono contro questo modello di multiculturalismo e contro l’accoglienza indiscriminata, credo che la propria cultura, le proprie tradizioni facciano parte del nostro “essere” e vadano difesi (e personalmente non vorrei mai mandare i miei figli in una scuola dove otto bambini su dieci sono stranieri, e personalmente vorrei una scuola dove quando il professore entra in classe ci si alzi in piedi, dove quando si entra ci sia l’alza bandiera con l’inno nazionale). Credo nella famiglia tradizionale formata da un uomo e una donna, e in un Italia dalle radici Cristiane. Sono nazionalista perché credo nella patria, perché vorrei una nazione sovrana, indipendente e forte sia economicamente sia energeticamente e sia militarmente (vorrei il servizio militare obbligatorio sia per gli uomini sia per le donne, vorrei una nazione all’avanguardia militarmente sul modello degli Stati uniti e di Israele), sono a favore del nucleare. Sono contro il mercato delle multinazionali, della finanza e il mondo globalizzato, vorrei un paese “sociale” dove si viva a misura d’uomo, dove gli anziani siano rispettati e dove possano vivere in un paese che sentano il loro a loro misura, dove i giovani hanno un futuro e dove si coltivino i valori, e credo che certi settori “strategici” debbano rimanere in mano allo stato. Sono contrario all’islam in quanto lo reputo incompatibile con i modelli di vita occidentali, sono contro lo ius solis (in Italia dovrebbe venire solo chi ama la nostra terra, e sposa facendone propria la nostra cultura e il nostro stile di vita, dimostrando di saper parlare italiano – questa si chiasma integrazione) e sono contro il ddl zan. Sono contro questa moda del politicamente corretto, del falso femminismo, quote rosa, me too, black lives matter, etc… in quanto li trovo mode deviate, sono anche per avere il 4 novembre come festa nazionale e non il 25 aprile in quanto divisiva per i motivi espressi inizialmente…ecco questi sono solo alcuni dei miei pensieri che per onestà intellettuale, prima di contestarmi, andrebbero approfonditi e che per non dilungarmi eccessivamente non farò in questa lettera, ma rimango a disposizione per un eventuale confronto rispettoso e costruttivo.
Dott. Ugo Ghivarello
Da: Ugo Ghivarello
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