Vaccinazione operatori socio sanitari del territorio del comune di Venezia
Messaggio per Luca Zaia
Mercoledì 17 febbraio 2021 18:24:54
LETTERA APERTA AI COLLEGHI DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE DI VENEZIA
LE GIRO PER CONOSCENZA...
Gentilissimi,
Vi scrivo per informarvi degli ultimi sviluppi riguardo la campagna vaccinale. Innanzi tutto devo precisare che, assieme a Pietro Polo, ho seguito personalmente, con impegno e dedizione, questa importante e delicata questione. Ritengo infatti che sia di fondamentale importanza per la tutela e la sicurezza di tutti i colleghi.
Abbiamo fatto pressione perché le vaccinazioni agli operatori venissero eseguite nei tempi utili a garantire la nostra salute e incolumità, nonché, e non per ultima, a ridare dignità e rilievo ad una categoria professionale spesso e volentieri sottovalutata.
Gli operatori sociosanitari domiciliari svolgono un lavoro delicato e rischioso, oramai da considerarsi “sanitario” sotto tutti i punti di vista. Un lavoro di vitale importanza, volto a garantire assistenza a tutta l'utenza affetta da invalidità o che si trova in gravi difficoltà.
Trattiamo infatti un gran numero di persone (850 circa) e abbiamo inoltre contatti con le loro famiglie tutti i giorni e più volte al giorno, con rischio esponenziale di venire a contatto con il virus Covid 19 e senza garanzia della tracciabilità dello stesso.
Come operatore, come delegata sindacale e RLS di tutti i miei colleghi e colleghe, Vi riporto la grandissima delusione e l'amarezza provati dopo l'incontro di oggi con Dirigenza Fondazione Venezia e Sindacati.
Riteniamo che l'argomento "vaccini" doveva essere il più importante all'ordine del giorno, come richiesto specificamente della sottoscritta, attraverso il sindacato UIL, per poter avere al più presto un riscontro e poter così arrivare, assieme, a una soluzione propositiva e soprattutto definitiva, atta a velocizzare la campagna vaccinale.
La dichiarazione da parte Fondazione, in cui si preannunciava un ritardo sconsiderato nei riguardi dell'inizio delle procedure, mi ha lasciato un terribile interrogativo: com' è possibile che la nuova campagna vaccinale Regionale del Veneto prevede che vengano vaccinati gli ultra ottantenni e non gli operatori che li accudiscono sanitariamente?
In tempi storici e sociali così difficili, nel quale dobbiamo convivere e combattere tutti i giorni con questo virus, CHIEDO a Regione Veneto e Ulss3 il perché non possiamo essere tutelati come tutti i nostri colleghi. Vi riportiamo lo stupore dell'utenza stessa e dell'opinione pubblica nell'apprendere che nelle loro case entrano operatori non vaccinati che, paradossalmente, potrebbero essere veicolo di trasmissione del virus stesso.
Nell'incontro di oggi non c'è stato modo di esprimere un progetto, un piano collaborativo con Fondazione e le altre sigle sindacali che ci rappresentano e che dovrebbero tutelarci.
Come portavoce dei miei colleghi, ho cercato inutilmente di approcciarmi in maniera seria e collaborativa ma sono stata accusata e aggredita ingiustamente, senza avere la possibilità di esprime un parere o suggerire un obiettivo.
Non solo non ci sono state risposte, ma, al contrario, per alcune sigle sindacali (CGIL), è risultato più importante tracciare quella minima parte di lavoratori che non aderirà alla eventuale vaccinazione, invece che capire come mai la maggioranza, trascurata da termini burocratici incomprensibili, non ne ha ancora il DIRITTO.
Concludo dicendo che non è tollerabile dare precedenza alla burocrazia e trascurare la sicurezza e la dignità dei lavoratori.
Grazie per l'attenzione,
Morena Serra
O. S. S. territoriale
LE GIRO PER CONOSCENZA...
Gentilissimi,
Vi scrivo per informarvi degli ultimi sviluppi riguardo la campagna vaccinale. Innanzi tutto devo precisare che, assieme a Pietro Polo, ho seguito personalmente, con impegno e dedizione, questa importante e delicata questione. Ritengo infatti che sia di fondamentale importanza per la tutela e la sicurezza di tutti i colleghi.
Abbiamo fatto pressione perché le vaccinazioni agli operatori venissero eseguite nei tempi utili a garantire la nostra salute e incolumità, nonché, e non per ultima, a ridare dignità e rilievo ad una categoria professionale spesso e volentieri sottovalutata.
Gli operatori sociosanitari domiciliari svolgono un lavoro delicato e rischioso, oramai da considerarsi “sanitario” sotto tutti i punti di vista. Un lavoro di vitale importanza, volto a garantire assistenza a tutta l'utenza affetta da invalidità o che si trova in gravi difficoltà.
Trattiamo infatti un gran numero di persone (850 circa) e abbiamo inoltre contatti con le loro famiglie tutti i giorni e più volte al giorno, con rischio esponenziale di venire a contatto con il virus Covid 19 e senza garanzia della tracciabilità dello stesso.
Come operatore, come delegata sindacale e RLS di tutti i miei colleghi e colleghe, Vi riporto la grandissima delusione e l'amarezza provati dopo l'incontro di oggi con Dirigenza Fondazione Venezia e Sindacati.
Riteniamo che l'argomento "vaccini" doveva essere il più importante all'ordine del giorno, come richiesto specificamente della sottoscritta, attraverso il sindacato UIL, per poter avere al più presto un riscontro e poter così arrivare, assieme, a una soluzione propositiva e soprattutto definitiva, atta a velocizzare la campagna vaccinale.
La dichiarazione da parte Fondazione, in cui si preannunciava un ritardo sconsiderato nei riguardi dell'inizio delle procedure, mi ha lasciato un terribile interrogativo: com' è possibile che la nuova campagna vaccinale Regionale del Veneto prevede che vengano vaccinati gli ultra ottantenni e non gli operatori che li accudiscono sanitariamente?
In tempi storici e sociali così difficili, nel quale dobbiamo convivere e combattere tutti i giorni con questo virus, CHIEDO a Regione Veneto e Ulss3 il perché non possiamo essere tutelati come tutti i nostri colleghi. Vi riportiamo lo stupore dell'utenza stessa e dell'opinione pubblica nell'apprendere che nelle loro case entrano operatori non vaccinati che, paradossalmente, potrebbero essere veicolo di trasmissione del virus stesso.
Nell'incontro di oggi non c'è stato modo di esprimere un progetto, un piano collaborativo con Fondazione e le altre sigle sindacali che ci rappresentano e che dovrebbero tutelarci.
Come portavoce dei miei colleghi, ho cercato inutilmente di approcciarmi in maniera seria e collaborativa ma sono stata accusata e aggredita ingiustamente, senza avere la possibilità di esprime un parere o suggerire un obiettivo.
Non solo non ci sono state risposte, ma, al contrario, per alcune sigle sindacali (CGIL), è risultato più importante tracciare quella minima parte di lavoratori che non aderirà alla eventuale vaccinazione, invece che capire come mai la maggioranza, trascurata da termini burocratici incomprensibili, non ne ha ancora il DIRITTO.
Concludo dicendo che non è tollerabile dare precedenza alla burocrazia e trascurare la sicurezza e la dignità dei lavoratori.
Grazie per l'attenzione,
Morena Serra
O. S. S. territoriale
Da: Morena Serra
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