Noi, non più giovani.

Buonasera signor presidente, sono una donna comune che è arrivata all'età di 54 anni attraversando mille difficoltà economiche e umane. Sono sposata e ho due figli, uno è sposato e l'altro lavora a tempo determinato lontano da casa. Siamo stati sempre una famiglia monoreditto ed andare avanti è stato sempre difficile, sempre tra mille debiti per i quali abbiamo dovuto vendere l'unica sicurezza che avevamo per il futuro una casa che aveva ereditato mio marito. Sono io che lavoro ed andare avanti con il mio stipendio è davvero difficile dato che non ho competenze particolari. Adesso l'azienda per la quale lavoro ha scoperto di aver sbagliato per eccesso le buste paghe degli ultimi tre anni, e si riprenderà tutto abbassando lo stipendio per qualche anno. Io e mio marito vorremmo con quello che ci rimane dei soldi della vendita di casa, cercare di comprarci una casetta ma sarà molto difficile che una banca ci faccia un mutuo. In conclusione, signor presidente vorrei che fosse fatto qualcosa anche per coppie come noi di una certa età, che ha fatto di tutto per crescere i propri figli, che ha accettato qualsiasi lavoro sempre in nero, che si è indebitata per poter vivere, che non si è mai concesso uno svago. Tutto quello che fate per i giovani è giusto e sacrosanto e non è mai abbastanza. Ma ci siamo anche noi che abbiamo vissuto la miseria, e adesso ci ritroviamo ad avere paura per il nostro futuro, in tutta onestà un futuro non c'è per noi che non possiamo permetterci nemmeno di curarci bene dato che personalmente ho anche problemi di salute. So che questa lettera non sarà mai letta da lei, ma sentivo da tanto l'esigenza di scriverla. Un cordiale saluto Silvia Parlato.