(Una societa quasi bloccata)
Messaggio per Mario Draghi
Domenica 10 ottobre 2021 15:51:24
VIAGGIO IN ITALIA
1982, emigrato in Francia, per vivere una migliore qualità di vita. In questi vent’anni, sempre più conferme di aver fatto una buona scelta. Ogni tanto un viaggio in Italia, per vacanze o elezioni..
Italiani, Francesi, Latini e cugini. Nel dopoguerra, io credo, dovevamo avere la stessa aria di famiglia, la stessa voglia di crescere e di ricostruire. Nei profili, nelle fattezze, qualche somiglianza con gli antenati Romani. Forse anche nei comportamenti.
Poi, negli ultimi due o tre decenni, le differenze sono andate aumentando, specie nei comportamenti. Ormai siamo agli antipodi.
Dal punto di vista dei parametri di Mastritch, siamo nella stessa barca, l’Europa. In realtà la Francia é un Paese ben saldo in Europa, colla mentalità, coi comportamenti, coi risultati. Il Paese é gestito con rigorosa, corretta, sicura capacità. I risultati lo mostrano. I servizi pubblici e gli obiettivi sociali sono ad alto livello. Non potrebbe essere altrimenti, in un Paese ove tutti sono serii, razionali, rigorosi, previdenti, guardinghi, responsabili, rispettosi del vicino, ma anche del sociale. Succede che oggi si discute come dovrà essere la Francia fra 5 anni, quali cambiamenti, quali miglioramenti, quali nuove esigenze nasceranno nella società francese di domani. A quali future sfide occorre prepararsi. Discussioni, poi progetti, ad un livello europeo.
Gli Italiani che vengono a Parigi (fra loro molti malati che cercano cure di qualità) si accorgono che gli stessi servizi, che in Italia non vanno, qui sono perfetti. Capita poi che alcuni di loro si fermino, abbiano un successo facile, siano ammirati per la loro capacità e creatività. Molti di essi avevano prima fatto un buco nell’acqua in Italia e poi erano partiti.
Poiché il cittadino francese ha tutto cio’ che gli serve o gli spetta, non servono i referenti, non occorrono punti di appoggio. Non ci sono pezzi da 90 che operano in barba alle leggi (ma qualche eccezione conferma la regola). Leggi che sono, esse, chiare, trasparenti come il cristallo, senza dubbi né confusioni. Che permettono una gestione della giustizia (e non solo di essa) sicura, di alto livello.
Un Italiano che legge i giornali francesi si accorge che, stranamente, non é annunciata una emergenza alla settimana. Neanche una al mese. Infatti i risultati delle attività, nazionali o locali, in genere confermano le previsioni. Allora egli pensa: che bella cosa l’organizzazione, che meraviglia i progetti realizzati !
E gli Italiani come sono ? anzi, come appaiono ad un europeo che torna in Italia per votare ?
Il primo colpo d’occhio mostra che la forbice si allarga sempre di più: la Francia con l’Europa, l’Italia... sudamericana. O levantina. Un cittadino francese, ma anche tedesco o britannico, non accetterebbe facilmente di vivere a lungo in Italia. Per le vacanze si, l’Italia é bella, la cucina é buona. Ma non di più !
Allora cosa ci manca ? la chiarezza del dialogo, dei propositi, poi quella delle leggi, poi anche la progettualità. La coerenza, la serietà, la determinazione, il rigore, la precisione, il merito come leva per migliorare, l’organizzazione si sono nascoste da qualche parte, o sono andate all’estero cogli emigranti. Tutti questi bei valori, diffusi in Francia e nella U. E., da noi sono disprezzati. Per dei buoni motivi, e con alcune conseguenze. Vediamo solo qualche motivo. L’abitudine, invalsa negli ultimi anni, di reclutare la classe dirigente per allacci personali, indipendentemente dall’esperienza e dal merito, ha portato:
• le persone serie e corrette prima a zittirsi, prudenti, poi ad andare in minoranza;
• la gran parte dei cittadini a perdere motivazione, nel lavoro e nella vita civile. Ognun per se, chi se ne... ;
• l’inaffidabilità si é diffusa, non solo nei servizi, ma anche nelle persone;
• la confusione crescente, le difficoltà, l’incertezza del diritto e del domani spingono tanti a ignorare la legge, a cercarsi un referente potente. Le forbici tra i diritti del cittadino, consegnati dalle leggi, e la loro applicazione pratica si allargano sempre di più;
• piccoli e grandi boss, padrini diventano necessarii per qualcuno ed acquistano poteri, di negoziato, di scambio; alzano la voce, decidono, nascondono (ormai sono due le categorie di cittadini: chi fa i mazzi e chi si fa mettere nel mazzo).
In un tale bailamme perché sorprendersi se:
° la certezza del diritto é sparita;
• la competitività dell’economia é sempre più dubbia;
• gli imprenditori, a causa di un sistema sociale quasi bloccato, non osano rischiare altri investimenti. Anzi, guardano oltre confine. Tantomeno società straniere investono da noi.
Parallelamente, la criminalità si infila dappertutto, le mafie proliferano (quelle straniere si affacciano nel Paese). La polizia italiana é nota in Europa per essere molto efficace. Ma serve una polizia efficace se il sistema giustizia é grippato ?
Ora un nuovo premier vince le elezioni. Gli Italiani lo hanno votato, in barba alle accuse fattegli dalla giustizia (nel resto dell’Europa non sarebbe accaduto, in SudAmerica si). Forse i suoi elettori sono talmente noncuranti (non sorprende in un Paese ove si vive alla giornata), da dimenticare le accuse ? Oppure sono troppi gli Italiani che vivono ai margini della legge e si sentono solidali col nuovo premier ? Difficile dire. Quello che invece é chiaro:
• stiamo negando un futuro a figli e nipoti;
• chi vuole vendere bene la sua buona esperienza e capacità troverà più facilmente lavoro, buona remunerazione e qualità di vita all’estero;
• i giovani vivono in una società che non dà loro fiducia; allora perché far figli ? La natalità é bassa, ma ci sono gli immigrati !
• c’é da chiedersi se la scuola sia capace di educare dei veri europei.
In un quadro simile, dopo aver votato, l’Italiano emigrato parte, contento di ripartire. E si vaccina contro la nostalgia, dicendosi: ci faro’ le vacanze, nel mio ex-Paese.
Speriamo che l’Italia degradata non diventi, fra qualche lustro, tutta Sicilia. Il rischio é di essere estromessi dalla considerazione degli altri europei. Se cio’ si realizzasse, le Alpi diverrebbero, a lungo termine, la frontiera con l’Europa.
Ulrico Reali -------
1982, emigrato in Francia, per vivere una migliore qualità di vita. In questi vent’anni, sempre più conferme di aver fatto una buona scelta. Ogni tanto un viaggio in Italia, per vacanze o elezioni..
Italiani, Francesi, Latini e cugini. Nel dopoguerra, io credo, dovevamo avere la stessa aria di famiglia, la stessa voglia di crescere e di ricostruire. Nei profili, nelle fattezze, qualche somiglianza con gli antenati Romani. Forse anche nei comportamenti.
Poi, negli ultimi due o tre decenni, le differenze sono andate aumentando, specie nei comportamenti. Ormai siamo agli antipodi.
Dal punto di vista dei parametri di Mastritch, siamo nella stessa barca, l’Europa. In realtà la Francia é un Paese ben saldo in Europa, colla mentalità, coi comportamenti, coi risultati. Il Paese é gestito con rigorosa, corretta, sicura capacità. I risultati lo mostrano. I servizi pubblici e gli obiettivi sociali sono ad alto livello. Non potrebbe essere altrimenti, in un Paese ove tutti sono serii, razionali, rigorosi, previdenti, guardinghi, responsabili, rispettosi del vicino, ma anche del sociale. Succede che oggi si discute come dovrà essere la Francia fra 5 anni, quali cambiamenti, quali miglioramenti, quali nuove esigenze nasceranno nella società francese di domani. A quali future sfide occorre prepararsi. Discussioni, poi progetti, ad un livello europeo.
Gli Italiani che vengono a Parigi (fra loro molti malati che cercano cure di qualità) si accorgono che gli stessi servizi, che in Italia non vanno, qui sono perfetti. Capita poi che alcuni di loro si fermino, abbiano un successo facile, siano ammirati per la loro capacità e creatività. Molti di essi avevano prima fatto un buco nell’acqua in Italia e poi erano partiti.
Poiché il cittadino francese ha tutto cio’ che gli serve o gli spetta, non servono i referenti, non occorrono punti di appoggio. Non ci sono pezzi da 90 che operano in barba alle leggi (ma qualche eccezione conferma la regola). Leggi che sono, esse, chiare, trasparenti come il cristallo, senza dubbi né confusioni. Che permettono una gestione della giustizia (e non solo di essa) sicura, di alto livello.
Un Italiano che legge i giornali francesi si accorge che, stranamente, non é annunciata una emergenza alla settimana. Neanche una al mese. Infatti i risultati delle attività, nazionali o locali, in genere confermano le previsioni. Allora egli pensa: che bella cosa l’organizzazione, che meraviglia i progetti realizzati !
E gli Italiani come sono ? anzi, come appaiono ad un europeo che torna in Italia per votare ?
Il primo colpo d’occhio mostra che la forbice si allarga sempre di più: la Francia con l’Europa, l’Italia... sudamericana. O levantina. Un cittadino francese, ma anche tedesco o britannico, non accetterebbe facilmente di vivere a lungo in Italia. Per le vacanze si, l’Italia é bella, la cucina é buona. Ma non di più !
Allora cosa ci manca ? la chiarezza del dialogo, dei propositi, poi quella delle leggi, poi anche la progettualità. La coerenza, la serietà, la determinazione, il rigore, la precisione, il merito come leva per migliorare, l’organizzazione si sono nascoste da qualche parte, o sono andate all’estero cogli emigranti. Tutti questi bei valori, diffusi in Francia e nella U. E., da noi sono disprezzati. Per dei buoni motivi, e con alcune conseguenze. Vediamo solo qualche motivo. L’abitudine, invalsa negli ultimi anni, di reclutare la classe dirigente per allacci personali, indipendentemente dall’esperienza e dal merito, ha portato:
• le persone serie e corrette prima a zittirsi, prudenti, poi ad andare in minoranza;
• la gran parte dei cittadini a perdere motivazione, nel lavoro e nella vita civile. Ognun per se, chi se ne... ;
• l’inaffidabilità si é diffusa, non solo nei servizi, ma anche nelle persone;
• la confusione crescente, le difficoltà, l’incertezza del diritto e del domani spingono tanti a ignorare la legge, a cercarsi un referente potente. Le forbici tra i diritti del cittadino, consegnati dalle leggi, e la loro applicazione pratica si allargano sempre di più;
• piccoli e grandi boss, padrini diventano necessarii per qualcuno ed acquistano poteri, di negoziato, di scambio; alzano la voce, decidono, nascondono (ormai sono due le categorie di cittadini: chi fa i mazzi e chi si fa mettere nel mazzo).
In un tale bailamme perché sorprendersi se:
° la certezza del diritto é sparita;
• la competitività dell’economia é sempre più dubbia;
• gli imprenditori, a causa di un sistema sociale quasi bloccato, non osano rischiare altri investimenti. Anzi, guardano oltre confine. Tantomeno società straniere investono da noi.
Parallelamente, la criminalità si infila dappertutto, le mafie proliferano (quelle straniere si affacciano nel Paese). La polizia italiana é nota in Europa per essere molto efficace. Ma serve una polizia efficace se il sistema giustizia é grippato ?
Ora un nuovo premier vince le elezioni. Gli Italiani lo hanno votato, in barba alle accuse fattegli dalla giustizia (nel resto dell’Europa non sarebbe accaduto, in SudAmerica si). Forse i suoi elettori sono talmente noncuranti (non sorprende in un Paese ove si vive alla giornata), da dimenticare le accuse ? Oppure sono troppi gli Italiani che vivono ai margini della legge e si sentono solidali col nuovo premier ? Difficile dire. Quello che invece é chiaro:
• stiamo negando un futuro a figli e nipoti;
• chi vuole vendere bene la sua buona esperienza e capacità troverà più facilmente lavoro, buona remunerazione e qualità di vita all’estero;
• i giovani vivono in una società che non dà loro fiducia; allora perché far figli ? La natalità é bassa, ma ci sono gli immigrati !
• c’é da chiedersi se la scuola sia capace di educare dei veri europei.
In un quadro simile, dopo aver votato, l’Italiano emigrato parte, contento di ripartire. E si vaccina contro la nostalgia, dicendosi: ci faro’ le vacanze, nel mio ex-Paese.
Speriamo che l’Italia degradata non diventi, fra qualche lustro, tutta Sicilia. Il rischio é di essere estromessi dalla considerazione degli altri europei. Se cio’ si realizzasse, le Alpi diverrebbero, a lungo termine, la frontiera con l’Europa.
Ulrico Reali -------
Da: Ulrico Reali
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