Riflessione sul mondo delle Professioni
Messaggio per Mario Draghi
Lunedì 17 gennaio 2022 00:30:22
Buonasera Presidente,
mi permetto di condividere con Lei una breve riflessione sul mondo delle professioni, con particolare attenzione alle professioni ordinistiche di rango economico, con le quali, per motivi di lavoro, sono sempre in contatto. Ciò che noto, nella pratica di tutti i giorni, è una commistione tra il concetto di "imprenditore" e quello di "professionista". Si dice spesso che chi esercita la professione (ad esempio un commercialista od un consulente del lavoro) deve avere anche spirito imprenditoriale. Mi viene però da pensare che le due figure sopra citate hanno una diversa base giuridica: l'art. 2082 del Codice Civile per l'imprenditore, nel quale spicca l'aspetto dell'organizzazione dell'attività economica, finalizzata alla produzione od allo scambio di beni o di servizi, mentre l'art. 2222 del Codice Civile riguarda il professionista, quale lavoratore autonomo, dove emerge - a mio modesto parere con un certo connotato intellettuale - il compimento di un' opera o di un servizio con lavoro prevalentemente proprio. Posto quanto appena detto, mi lascia perplessa il fatto di pretendere che un professionista debba per forza agire con spirito di imprenditore, Non solo: ma tale idea diffusa soffoca l'emergere di tanti professionisti eccellenti di profilo puramente intellettuale che potrebbero aumentare la qualità delle prestazioni offerte alla collettività. Sarebbe invece auspicabile che in ogni realtà professionale ci fosse obbligatoriamente una figura del genere: una persona che non "rischia" necessariamente con partita IVA, ma che sia in grado di assistere il titolare di uno studio professionale (spesso impegnato nella ricerca dei clienti e nelle relazioni interpersonali) con una apporto intellettuale di inestimabile valore, fatto di interpretazione normativa, di assistenza alla consulenza, di preservazione delle buone pratiche. Tutto questo, secondo me, anche a costo di creare un "tertium genus" a fianco del lavoro subordinato e di quello autonomo. Non La trattengo ulteriormente, se non per esprimerLe il desiderio che questa tematica venga prima o poi inclusa nell'Agenda del Governo.
Concludo ringraziandoLa per l'attenzione e complimentandomi, da cittadina, per il prezioso lavoro da Lei svolto.
Auguro pertanto Buon Lavoro a Lei ed al Suo Staff.
Cordiali Saluti, Lucia Corsi.
mi permetto di condividere con Lei una breve riflessione sul mondo delle professioni, con particolare attenzione alle professioni ordinistiche di rango economico, con le quali, per motivi di lavoro, sono sempre in contatto. Ciò che noto, nella pratica di tutti i giorni, è una commistione tra il concetto di "imprenditore" e quello di "professionista". Si dice spesso che chi esercita la professione (ad esempio un commercialista od un consulente del lavoro) deve avere anche spirito imprenditoriale. Mi viene però da pensare che le due figure sopra citate hanno una diversa base giuridica: l'art. 2082 del Codice Civile per l'imprenditore, nel quale spicca l'aspetto dell'organizzazione dell'attività economica, finalizzata alla produzione od allo scambio di beni o di servizi, mentre l'art. 2222 del Codice Civile riguarda il professionista, quale lavoratore autonomo, dove emerge - a mio modesto parere con un certo connotato intellettuale - il compimento di un' opera o di un servizio con lavoro prevalentemente proprio. Posto quanto appena detto, mi lascia perplessa il fatto di pretendere che un professionista debba per forza agire con spirito di imprenditore, Non solo: ma tale idea diffusa soffoca l'emergere di tanti professionisti eccellenti di profilo puramente intellettuale che potrebbero aumentare la qualità delle prestazioni offerte alla collettività. Sarebbe invece auspicabile che in ogni realtà professionale ci fosse obbligatoriamente una figura del genere: una persona che non "rischia" necessariamente con partita IVA, ma che sia in grado di assistere il titolare di uno studio professionale (spesso impegnato nella ricerca dei clienti e nelle relazioni interpersonali) con una apporto intellettuale di inestimabile valore, fatto di interpretazione normativa, di assistenza alla consulenza, di preservazione delle buone pratiche. Tutto questo, secondo me, anche a costo di creare un "tertium genus" a fianco del lavoro subordinato e di quello autonomo. Non La trattengo ulteriormente, se non per esprimerLe il desiderio che questa tematica venga prima o poi inclusa nell'Agenda del Governo.
Concludo ringraziandoLa per l'attenzione e complimentandomi, da cittadina, per il prezioso lavoro da Lei svolto.
Auguro pertanto Buon Lavoro a Lei ed al Suo Staff.
Cordiali Saluti, Lucia Corsi.
Da: Lucia Corsi
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