Scuola in presenza
Messaggio per Rosario Fiorello
Giovedì 4 marzo 2021 16:01:06
Ciao Rosario, scrivo a te perché dopo il tuo intervento di ieri ho capito che sei sensibile al tema della scuola e della didattica a distanza. E non solo. Anche perché il fatto che con Amadeus siate riusciti a trovare le soluzioni per permettere lo svolgimento del Festival è incoraggiante. Significa che ancora qualcuno con la voglia di lavorare per spingere al massimo le potenzialità di ciò che è possibile esiste. Qualcuno che crede che concentrarsi sulle possibilità residue, sul positivo, invece che sedersi e e trincerarsi dietro ai ben più comodi e rassicuranti "non si può". Ecco vorrei che si ragionasse in quest'ottica anche con la scuola. Non è più pensabile chiuderla e basta (la dad non è scuola), per i nostri figli è un servizio essenziale, come l'ospedale e il supermercato. Senza relazioni si muore. Più lentamente, ma si muore lo stesso. Si muore dentro.
Sono una mamma di figli adolescenti (la più piccola ha l'età della tua), e sono un'insegnante di educazione fisica.
Trovare soluzioni intermedie che garantiscano un minor afflusso di studenti negli edifici e al contempo che permettano ai ragazzi di mantenere un contatto con la realtà si può. Basta volerlo.
Te ne scrivo uno, quello che mi è venuto in mente. Quello che la dirigente della scuola in cui lavoro avrebbe appoggiato se l'ordinanza di Fontana non lo avesse impedito. Eccolo:
I ragazzi potrebbero andare a scuola nei giorni in cui è prevista l'ora di educazione fisica. Vorrebbe dire una volta a settimana. Afflusso a scuola ridotto al 20%. Anche al di sotto di tale percentuale nelle scuole in cui si frequenta 6 giorni a settimana. L'orario dei docenti rimarrebbe invariato. Ai ragazzi verrebbe consentito di svolgere la lezione di educazione fisica (e le altre previste nella giornata) in presenza.
Permetterebbe loro di mantenere un contatto con le relazioni vere, fatte di sguardi, chiacchiere, confronto, non mediati dallo schermo, permetterebbe loro di mantenere un appuntamento con la vita reale, e di non perdersi, in quello spazio tra le quattro mura di casa, in cui il tempo si dissolve e si confonde, l'entusiasmo si annebbia e la vitalità si spegne.
Permetterebbe loro di fare il movimento che da un anno ormai, con la chiusura di centri sportivi, palestre, parchi addirittura in alcuni periodi, gli è stato negato. Il movimento che è alla base del crescere e del vivere sano, che è fondamentale nella prevenzione delle malattie. Il movimento che in età evolutiva dovrebbe essere di almeno un'ora al giorno di attività da moderata a vigorosa... ALMENO... (lo dice l'OMS).
Il movimento che incide sull'umore, non solo sull'efficienza fisica. Il movimento insieme ai coetanei, perché per fare fatica ci vuole una motivazione, e la relazione è quella più forte di tutte.
Cosa ne pensi Rosario?
Non credi che sia un dovere di noi adulti dimostrare di essere una generazione che lavora per rendere possibili le cose, capace di adoperarsi perché ciò che è consentito sia sempre al massimo delle sue potenzialità?
I ragazzi ci osservano, siamo l'esempio di ciò che saranno o non saranno domani.
Oggi ho avuto con la mia classe 1D l'ultima lezione in presenza, prima dell'ennesima chiusura... francamente non so più come rispondere alle loro domande sul perché... perché dopo un anno ancora li chiudiamo di nuovo nelle loro camerette? L'unica risposta che trovo è la promessa dell' impegno mio di piccola, minuscola formichina a cercare di cambiare le cose... ho scritto ai giornali, ai ministri e provo anche con te.
Se sei arrivato in fondo a questa lunga lettera, grazie.
Silvia Santoro.
Sono una mamma di figli adolescenti (la più piccola ha l'età della tua), e sono un'insegnante di educazione fisica.
Trovare soluzioni intermedie che garantiscano un minor afflusso di studenti negli edifici e al contempo che permettano ai ragazzi di mantenere un contatto con la realtà si può. Basta volerlo.
Te ne scrivo uno, quello che mi è venuto in mente. Quello che la dirigente della scuola in cui lavoro avrebbe appoggiato se l'ordinanza di Fontana non lo avesse impedito. Eccolo:
I ragazzi potrebbero andare a scuola nei giorni in cui è prevista l'ora di educazione fisica. Vorrebbe dire una volta a settimana. Afflusso a scuola ridotto al 20%. Anche al di sotto di tale percentuale nelle scuole in cui si frequenta 6 giorni a settimana. L'orario dei docenti rimarrebbe invariato. Ai ragazzi verrebbe consentito di svolgere la lezione di educazione fisica (e le altre previste nella giornata) in presenza.
Permetterebbe loro di mantenere un contatto con le relazioni vere, fatte di sguardi, chiacchiere, confronto, non mediati dallo schermo, permetterebbe loro di mantenere un appuntamento con la vita reale, e di non perdersi, in quello spazio tra le quattro mura di casa, in cui il tempo si dissolve e si confonde, l'entusiasmo si annebbia e la vitalità si spegne.
Permetterebbe loro di fare il movimento che da un anno ormai, con la chiusura di centri sportivi, palestre, parchi addirittura in alcuni periodi, gli è stato negato. Il movimento che è alla base del crescere e del vivere sano, che è fondamentale nella prevenzione delle malattie. Il movimento che in età evolutiva dovrebbe essere di almeno un'ora al giorno di attività da moderata a vigorosa... ALMENO... (lo dice l'OMS).
Il movimento che incide sull'umore, non solo sull'efficienza fisica. Il movimento insieme ai coetanei, perché per fare fatica ci vuole una motivazione, e la relazione è quella più forte di tutte.
Cosa ne pensi Rosario?
Non credi che sia un dovere di noi adulti dimostrare di essere una generazione che lavora per rendere possibili le cose, capace di adoperarsi perché ciò che è consentito sia sempre al massimo delle sue potenzialità?
I ragazzi ci osservano, siamo l'esempio di ciò che saranno o non saranno domani.
Oggi ho avuto con la mia classe 1D l'ultima lezione in presenza, prima dell'ennesima chiusura... francamente non so più come rispondere alle loro domande sul perché... perché dopo un anno ancora li chiudiamo di nuovo nelle loro camerette? L'unica risposta che trovo è la promessa dell' impegno mio di piccola, minuscola formichina a cercare di cambiare le cose... ho scritto ai giornali, ai ministri e provo anche con te.
Se sei arrivato in fondo a questa lunga lettera, grazie.
Silvia Santoro.
Da: Silvia Santoro
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