Campo profughi di Lipa
Messaggio per Salvo Sottile
Domenica 7 febbraio 2021 16:32:28
Gentile Salvo,
il Covid governa le nostre vite sia con la malattia e la morte sia controllando i nostri movimenti. Periodo duro per tutti e giustamente gli organi di informazione danno sulla pandemia notizie quotidiane. Spesso se ne parla a sproposito, ma pazienza.
Ora queste notizie si alternano con la crisi di governo. Servizi di ore intere, speciali, tutti i telegiornali danno aggiornamenti, anche se non c’è nulla da aggiornare.
Ma qui vicino, quasi dietro l’angolo, c’è il campo di Lipa dove si ammassano abbandonate centinaia di persone, tra cui moltissimi bambini soli, nel gelo e nella neve. I poliziotti hanno mano libera: si legge di violenze, di omicidi e percosse crudeli.
Nessuno ne parla. Ogni tanto un giornale, Avvenire, pubblica un articolo. Ma né la televisione né la radio, i principali mezzi di comunicazione, affrontano l’argomento.
Non viene lanciata nessuna campagna di raccolta fondi.
Ci si dovrebbe indignare, ma BASTA NON VEDERE PER NON SAPERE?
Io mi sento colpevole. Si è giustamente celebrata pochi giorni fa la giornata della memoria, e non voglio fare confronti. Ma la sofferenza, la crudeltà e l’indifferenza sono gli stessi.
Siamo tutti cittadini del paese di Auschwitz, quello vicino al campo?
E quello di Lipa è solo uno dei campi profughi. Ce ne sono certamente altri di cui si sa ancora meno. Il non sapere non ci assolve: ma quando si sa, e del campo di Lipa sappiamo, non si può voltare lo sguardo senza assumersene la responsabilità.
Lei può fare qualcosa?
Invierò questa mail anche a Massimo Gramellini, Corrado Augias, Milena Gabanelli, Fabio Fazio, Daria Bignardi
La ringrazio per l’attenzione
Serena Tamburini
il Covid governa le nostre vite sia con la malattia e la morte sia controllando i nostri movimenti. Periodo duro per tutti e giustamente gli organi di informazione danno sulla pandemia notizie quotidiane. Spesso se ne parla a sproposito, ma pazienza.
Ora queste notizie si alternano con la crisi di governo. Servizi di ore intere, speciali, tutti i telegiornali danno aggiornamenti, anche se non c’è nulla da aggiornare.
Ma qui vicino, quasi dietro l’angolo, c’è il campo di Lipa dove si ammassano abbandonate centinaia di persone, tra cui moltissimi bambini soli, nel gelo e nella neve. I poliziotti hanno mano libera: si legge di violenze, di omicidi e percosse crudeli.
Nessuno ne parla. Ogni tanto un giornale, Avvenire, pubblica un articolo. Ma né la televisione né la radio, i principali mezzi di comunicazione, affrontano l’argomento.
Non viene lanciata nessuna campagna di raccolta fondi.
Ci si dovrebbe indignare, ma BASTA NON VEDERE PER NON SAPERE?
Io mi sento colpevole. Si è giustamente celebrata pochi giorni fa la giornata della memoria, e non voglio fare confronti. Ma la sofferenza, la crudeltà e l’indifferenza sono gli stessi.
Siamo tutti cittadini del paese di Auschwitz, quello vicino al campo?
E quello di Lipa è solo uno dei campi profughi. Ce ne sono certamente altri di cui si sa ancora meno. Il non sapere non ci assolve: ma quando si sa, e del campo di Lipa sappiamo, non si può voltare lo sguardo senza assumersene la responsabilità.
Lei può fare qualcosa?
Invierò questa mail anche a Massimo Gramellini, Corrado Augias, Milena Gabanelli, Fabio Fazio, Daria Bignardi
La ringrazio per l’attenzione
Serena Tamburini
Da: Serena Tamburini
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