Commento sulla scuola
Messaggio per Bianca Berlinguer
Martedì 30 marzo 2021 23:58:58
Gentile Sig. ra Berlinguer,
insegno da circa 35 anni Lettere nei licei, dunque credo di avere una certa esperienza, ma soprattutto attaccamento ad un lavoro che, se non da parte degli studenti, offre ben poche soddisfazioni. E il giornalismo certamente non aiuta la nostra categoria. Anche lei questa sera ha trattato la scuola con superficialità e approssimazione. Al di là delle esigenze di tempo e della “captatio benevolentiae”, ha chiesto, e anche retoricamente condizionato, pareri sulla scuola alla sig. ra Maionchi, persona intelligente e capacissima nel suo lavoro, ma estranea al mondo della scuola. Un bambino frequentante la scuola materna non potrà stare 50 mm. ogni ora davanti a un computer, ma uno studente delle superiori si, per abitudine e perché è consapevole di stare a scuola. Sceglierà poi lui se studiare il pomeriggio o meno, consapevole delle conseguenze delle sue scelte. Noi docenti siamo ancora più consapevoli (le ripetizioni sono volute) di cosa significhi insegnare a distanza; e ovviamente stiamo mettendo in atto molte strategie per compensare il più possibile la didattica in presenza. Lo abbiamo fatto fin dall’8 marzo dello scorso anno e lo stiamo facendo sempre meglio, grazie alla crescente esperienza. Noi vogliamo fare in modo che la scuola sembri “normale”, per il bene dei ragazzi. Reputo pertanto quanto meno avventato da parte vostra, che non vivete la scuola se non attraverso opinioni di persone estranee ad essa quanto voi, suggerire di non dare debiti formativi, di non respingere nessuno a causa dell’emergenza pandemica. Già alla fine dello scorso anno scolastico abbiamo semplicemente promosso tutti, anche coloro che hanno palesemente approfittato della situazione. Noi adulti ci aspettiamo che, nonostante la pandemia, ogni cosa funzioni allo stesso modo: chiedere un documento, sbrigare pratiche in banca o altrove, fare visite specialistiche... Perché dei ragazzi, che dovremmo aiutare a crescere, dovrebbero venir meno ai loro doveri, alle loro responsabilità? Loro comunque, se tutelati dalle loro famiglie e dai loro docenti, hanno le nostre stesse energie; loro hanno bisogno di normalità, per quanto sia possibile dargliene. Fidatevi di chi fa questa professione. Non credo che sindachereste con la stessa sicumera sul parere di un medico o di un avvocato...
Purtroppo si parla di scuola solo con personaggi “autorevoli” che hanno vissuto la scuola solo da studenti e che teorizzano su di essa in maniera astratta. Se in qualche trasmissione è stato invitato un oscuro docente, gli e’ stato dato assai meno spazio di ospiti illustri. Parla chi “si è occupato di scuola” senza averci lavorato dentro per anni.
Un saluto
Graziana Campagna
insegno da circa 35 anni Lettere nei licei, dunque credo di avere una certa esperienza, ma soprattutto attaccamento ad un lavoro che, se non da parte degli studenti, offre ben poche soddisfazioni. E il giornalismo certamente non aiuta la nostra categoria. Anche lei questa sera ha trattato la scuola con superficialità e approssimazione. Al di là delle esigenze di tempo e della “captatio benevolentiae”, ha chiesto, e anche retoricamente condizionato, pareri sulla scuola alla sig. ra Maionchi, persona intelligente e capacissima nel suo lavoro, ma estranea al mondo della scuola. Un bambino frequentante la scuola materna non potrà stare 50 mm. ogni ora davanti a un computer, ma uno studente delle superiori si, per abitudine e perché è consapevole di stare a scuola. Sceglierà poi lui se studiare il pomeriggio o meno, consapevole delle conseguenze delle sue scelte. Noi docenti siamo ancora più consapevoli (le ripetizioni sono volute) di cosa significhi insegnare a distanza; e ovviamente stiamo mettendo in atto molte strategie per compensare il più possibile la didattica in presenza. Lo abbiamo fatto fin dall’8 marzo dello scorso anno e lo stiamo facendo sempre meglio, grazie alla crescente esperienza. Noi vogliamo fare in modo che la scuola sembri “normale”, per il bene dei ragazzi. Reputo pertanto quanto meno avventato da parte vostra, che non vivete la scuola se non attraverso opinioni di persone estranee ad essa quanto voi, suggerire di non dare debiti formativi, di non respingere nessuno a causa dell’emergenza pandemica. Già alla fine dello scorso anno scolastico abbiamo semplicemente promosso tutti, anche coloro che hanno palesemente approfittato della situazione. Noi adulti ci aspettiamo che, nonostante la pandemia, ogni cosa funzioni allo stesso modo: chiedere un documento, sbrigare pratiche in banca o altrove, fare visite specialistiche... Perché dei ragazzi, che dovremmo aiutare a crescere, dovrebbero venir meno ai loro doveri, alle loro responsabilità? Loro comunque, se tutelati dalle loro famiglie e dai loro docenti, hanno le nostre stesse energie; loro hanno bisogno di normalità, per quanto sia possibile dargliene. Fidatevi di chi fa questa professione. Non credo che sindachereste con la stessa sicumera sul parere di un medico o di un avvocato...
Purtroppo si parla di scuola solo con personaggi “autorevoli” che hanno vissuto la scuola solo da studenti e che teorizzano su di essa in maniera astratta. Se in qualche trasmissione è stato invitato un oscuro docente, gli e’ stato dato assai meno spazio di ospiti illustri. Parla chi “si è occupato di scuola” senza averci lavorato dentro per anni.
Un saluto
Graziana Campagna
Da: Graziana Campagna
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