L'aspetto deficitario del dialogo col prof. Piergiorgio Odifreddi
Messaggio per Corrado Augias
Mercoledì 13 gennaio 2021 17:32:49
Si tratta di obiettare all'illustre matematico Piergiorgio Odifreddi che i numeri non sono tutto. Essi restano aridi ed infinitamente distanti dall'essere espressione esauriente della complessità umana. La mente, solo la mente, si quieta. La logica porta alla conclusione di un teorema, di una sequenza scientifica. Il 2+2 fa 4, mi dà una verità materiale, esteriore, riguardante misura, peso, dimensione..., perchè tutto il visibile è riconducibile al sensibile ed al controllo del sensibile mediante il numero, il reperto, il documento storico. Ma questo tipo di prova provante, nel Vangelo non funziona perché la prova sono io, io con la mia fame interiore, che non appella a documenti esterni di prova, ma a linguaggi e contatti che scendano in profondità, torcano l’anima e ne strizzino le budella.
Perchè è disposizione precipua dell'uomo fare altro tipo di esperienza, in altra dimensione oltre il sensibile: come l'amore, l'odio, la tenerezza, la comunione con l'umanità verso la quale può sviluppare forti legami di empatia, da lasciarsi trascinare, anche senza saperlo, verso gli ultimi, i poveri, gli scarti…
Prendiamo un esempio nel campo della musica, così prossima al mondo ineffabile della letteratura, della poesia. E quest'ultima ha un'affinità di linguaggio e sublimità di messaggio in sintonia con la sconvolgente novità del Vangelo.
Dicevo: prendiamo un concerto sinfonico. Lo possiamo ridurre a misura di tempo: 2h, 18', 43''; quante battute sono riservate all'orchestra; quante battute fa il violino solista; quanti colpi sono scaricati dai timpani... = numeri! numeri!
Ma la "musica", che sta dietro quei numeri, non è udibile né raggiunta, resta inattingibile, inesorabilmente lontana, perduta.
Bisogna travalicare il regno dei numeri, abbandonare ogni controllo per farsi rapire dall'emozione intima, dalla dolcezza misteriosa e straziante che ti fa naufragare nel gorgo folle dell'onda armonica che non ha numeri ma la leggerezza d’un volo d’anima.
Così dicasi dei Vangeli, dei quali è impossibile recare una documentazione storico-critica che soddisfi appieno la nostra razionalità. Essi, tuttavia, covano in sè la novità esplosiva di verità inaudite. Non poteva un uomo qualsiasi dire delle cose così nuove che solo oggi, dopo duemila anni, cominciamo a cavare dall'ombra in cui sono rimaste nascoste (vedi Lc. 6, 27-38 - Mt. 5) e che riassumo in tre minuscole righe:
- amate i vostri nemici
- benedite coloro che vi maledicono
- pregate per coloro che vi perseguitano.
Qui non ci sono numeri. Tutte le misure sono superate. Inoltre il controllo della falsa prudenza è bandito:
- Quante volte devo perdonare? sette volte?
- No! settanta volte sette!
Si tratta di messaggi chiari, perentori come sono stati altrettanto chiari i tradimenti dei credenti lungo tutti i secoli fino ad oggi.
Eppure resta intatta la carica seduttiva dei Vangeli. Essi rimangono assolutamente insostituibili se si vuole raggiungere una convivenza umana fatta di prossimità e di fratellanza che sole ci salvano dalla disgregazione egoista del momento presente, sempre disposto a fare della terra un covo di bestie feroci pronte a sbranarsi.
Cfr. - Pascal: Esprit de géométrie - esprit de finesse.
P. S. - Non credo che il prof. Odifreddi sia così freddo come indicherebbe una parte del suo nome. Penso sia solamente più furbo, per poterne avere un ritorno economicamente tangibile... Certo che se non lo fa per posa, c’è da avere paura di persone così, specie se si tratta di scienziati che, quanto a umanità, resterebbero solo alla copertina esterna. Il loro interno sarebbe assolutamente privo della sensibilità del cuore (emozioni, empatia, che genera fratellanza, cura del debole, il linguaggio della compassione). C’è da aggiungere, però, che anche un ateo, se dotato di tali sunnominate qualità di attenzione e di cura verso i poveri bisognosi, per quanto ignorante di Vangelo e di Cristo, lui è dentro il numero dei credenti, anche se non lo sa, anche se fa guerra al Cristo; io leggo nel Vangelo:
non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli (cioè nella mentalità nuova evangelica
che sovverte l’ordine egoistico del mondo), ma chi fa la volontà del Padre mio (Mt. 7, 21)
Così per Odifreddi: se vive profondamente l’altruismo, può dire quel che vuole, perché, nel suo profondo, lui vive la fedeltà fattiva del Buon Samaritano, eretico, scomunicato, ma preferito da Cristo ai fedelissimi sacerdoti e leviti, che erano convinti di essere a posto, solo adempiendo al rito nel tempio, come molti preti e vescovi e cardinali d’oggi! ma non il papa. Questo stridente stato di cose è ben evidente. Il papa, da solo, più avanti di tutti, nella profezia scandalosa del Vangelo! Che tempi meravigliosi sono questi!
Perchè è disposizione precipua dell'uomo fare altro tipo di esperienza, in altra dimensione oltre il sensibile: come l'amore, l'odio, la tenerezza, la comunione con l'umanità verso la quale può sviluppare forti legami di empatia, da lasciarsi trascinare, anche senza saperlo, verso gli ultimi, i poveri, gli scarti…
Prendiamo un esempio nel campo della musica, così prossima al mondo ineffabile della letteratura, della poesia. E quest'ultima ha un'affinità di linguaggio e sublimità di messaggio in sintonia con la sconvolgente novità del Vangelo.
Dicevo: prendiamo un concerto sinfonico. Lo possiamo ridurre a misura di tempo: 2h, 18', 43''; quante battute sono riservate all'orchestra; quante battute fa il violino solista; quanti colpi sono scaricati dai timpani... = numeri! numeri!
Ma la "musica", che sta dietro quei numeri, non è udibile né raggiunta, resta inattingibile, inesorabilmente lontana, perduta.
Bisogna travalicare il regno dei numeri, abbandonare ogni controllo per farsi rapire dall'emozione intima, dalla dolcezza misteriosa e straziante che ti fa naufragare nel gorgo folle dell'onda armonica che non ha numeri ma la leggerezza d’un volo d’anima.
Così dicasi dei Vangeli, dei quali è impossibile recare una documentazione storico-critica che soddisfi appieno la nostra razionalità. Essi, tuttavia, covano in sè la novità esplosiva di verità inaudite. Non poteva un uomo qualsiasi dire delle cose così nuove che solo oggi, dopo duemila anni, cominciamo a cavare dall'ombra in cui sono rimaste nascoste (vedi Lc. 6, 27-38 - Mt. 5) e che riassumo in tre minuscole righe:
- amate i vostri nemici
- benedite coloro che vi maledicono
- pregate per coloro che vi perseguitano.
Qui non ci sono numeri. Tutte le misure sono superate. Inoltre il controllo della falsa prudenza è bandito:
- Quante volte devo perdonare? sette volte?
- No! settanta volte sette!
Si tratta di messaggi chiari, perentori come sono stati altrettanto chiari i tradimenti dei credenti lungo tutti i secoli fino ad oggi.
Eppure resta intatta la carica seduttiva dei Vangeli. Essi rimangono assolutamente insostituibili se si vuole raggiungere una convivenza umana fatta di prossimità e di fratellanza che sole ci salvano dalla disgregazione egoista del momento presente, sempre disposto a fare della terra un covo di bestie feroci pronte a sbranarsi.
Cfr. - Pascal: Esprit de géométrie - esprit de finesse.
P. S. - Non credo che il prof. Odifreddi sia così freddo come indicherebbe una parte del suo nome. Penso sia solamente più furbo, per poterne avere un ritorno economicamente tangibile... Certo che se non lo fa per posa, c’è da avere paura di persone così, specie se si tratta di scienziati che, quanto a umanità, resterebbero solo alla copertina esterna. Il loro interno sarebbe assolutamente privo della sensibilità del cuore (emozioni, empatia, che genera fratellanza, cura del debole, il linguaggio della compassione). C’è da aggiungere, però, che anche un ateo, se dotato di tali sunnominate qualità di attenzione e di cura verso i poveri bisognosi, per quanto ignorante di Vangelo e di Cristo, lui è dentro il numero dei credenti, anche se non lo sa, anche se fa guerra al Cristo; io leggo nel Vangelo:
non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli (cioè nella mentalità nuova evangelica
che sovverte l’ordine egoistico del mondo), ma chi fa la volontà del Padre mio (Mt. 7, 21)
Così per Odifreddi: se vive profondamente l’altruismo, può dire quel che vuole, perché, nel suo profondo, lui vive la fedeltà fattiva del Buon Samaritano, eretico, scomunicato, ma preferito da Cristo ai fedelissimi sacerdoti e leviti, che erano convinti di essere a posto, solo adempiendo al rito nel tempio, come molti preti e vescovi e cardinali d’oggi! ma non il papa. Questo stridente stato di cose è ben evidente. Il papa, da solo, più avanti di tutti, nella profezia scandalosa del Vangelo! Che tempi meravigliosi sono questi!
Da: Benedetti Luciano
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