Opzione Donna
Messaggio per Giuseppe Conte
Mercoledì 27 ottobre 2021 16:54:42
Egregio Presidente,
la chiamo così perché per me rimane sempre il nostro Presidente, vorrei rappresentarLe il mio pensiero sullo spinoso argomento delle pensioni, e nello specifico “Opzione Donna”.
La donna è stata sempre penalizzata, ma io mi sento di aggiungere, non solo nell’ambito lavorativo; la donna è penalizzata dalla società intera, sin da quando diventa madre, e poi nonna, e poi badante.
Oggi una donna, se decide di uscire dal mondo lavorativo, nel 90% dei casi lo fa per aiutare i figli nella gestione dei loro figli o, cosa ancor più probabile, ad occuparsi dei propri genitori, ormai anziani; questo perché la società non offre quei servizi essenziali a far fronte a tali realtà.
Sarebbe ipocrita dire che tali incombenze siano equamente distribuite tra uomo e donna, non è così e lo sappiamo bene tutti; e allora cosa si fa? Concediamo alle donne di andare in pensione prima, è giusto! Peccato però che ci sia una penalizzazione del 30%! ! E quindi? Cosa cambia, quante sono le donne che possono permettersi di aderire a tale “opportunità”? Dopo trentotto, quarant’anni di lavoro, ritrovarsi con una pensione che supera di poco il noto reddito di cittadinanza, e che non consente certo di vivere serenamente e dignitosamente.
Mi dispiace constatare che mai nessun politico, ad oggi, abbia mai pensato alla reale condizione di una donna in pensione.
Vorrei che chi dovrà decidere per noi, non si riempia la bocca solo di belle parole, vorrei che qualcosa cambiasse realmente, tangibilmente..
La ringrazio per l'attenzione che vorrà prestare a tale argomento.
la chiamo così perché per me rimane sempre il nostro Presidente, vorrei rappresentarLe il mio pensiero sullo spinoso argomento delle pensioni, e nello specifico “Opzione Donna”.
La donna è stata sempre penalizzata, ma io mi sento di aggiungere, non solo nell’ambito lavorativo; la donna è penalizzata dalla società intera, sin da quando diventa madre, e poi nonna, e poi badante.
Oggi una donna, se decide di uscire dal mondo lavorativo, nel 90% dei casi lo fa per aiutare i figli nella gestione dei loro figli o, cosa ancor più probabile, ad occuparsi dei propri genitori, ormai anziani; questo perché la società non offre quei servizi essenziali a far fronte a tali realtà.
Sarebbe ipocrita dire che tali incombenze siano equamente distribuite tra uomo e donna, non è così e lo sappiamo bene tutti; e allora cosa si fa? Concediamo alle donne di andare in pensione prima, è giusto! Peccato però che ci sia una penalizzazione del 30%! ! E quindi? Cosa cambia, quante sono le donne che possono permettersi di aderire a tale “opportunità”? Dopo trentotto, quarant’anni di lavoro, ritrovarsi con una pensione che supera di poco il noto reddito di cittadinanza, e che non consente certo di vivere serenamente e dignitosamente.
Mi dispiace constatare che mai nessun politico, ad oggi, abbia mai pensato alla reale condizione di una donna in pensione.
Vorrei che chi dovrà decidere per noi, non si riempia la bocca solo di belle parole, vorrei che qualcosa cambiasse realmente, tangibilmente..
La ringrazio per l'attenzione che vorrà prestare a tale argomento.
Da: Anna Martufi
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