Siete grandi e vaccinati
Messaggio per Lilli Gruber
Domenica 16 gennaio 2022 17:18:22
Quand’ero giovane, ormai decenni fa, frequente era l’uso dei proverbi, brevi affermazioni la cui veridicità si era distillata nel tempo e, fatta propria da decine di generazioni, diventava un esercizio di saggezza condivisa così lontano dalle esternazioni farneticanti, individuali e irresponsabili dell’ io dIO di oggi.
Tra questi c’era un modo di dire che si riservava a coloro che pur adulti non intendevano ascoltare consigli. Si diceva: fai un po’ come vuoi, sei grande e vaccinato, sottolineando, con i due aggettivi, lo stato di grazia dell’individuo, la sua forza (grande) che derivava da una esperienza messa già alla prova dagli antigeni/insidie della vita (vaccinato).
L’aggettivo vaccinato portava con sé un intrinseco valore positivo accettato dalla comunità intera perché memorabili rimanevano i drammi causati dal vaiolo, dal carbonchio, dalla rabbia, dalla difterite, dalla tubercolosi, dal tetano, dal morbillo, dalla polio, dalla pertosse, dalla meningite.
Accadde poi che il sentimento di invincibilità delle società opulenti del secolo ventunesimo, nutrito quotidianamente da una falsa quanto esasperata esaltazione delle libertà dei singoli portò a dimenticare i proverbi e i modi di dire, troppo plebei e condivisi (ma non sarebbe questo il senso del social ?) per lasciare spazio a farneticazioni estemporanee quanto irrilevanti espresse da individui sempre più ossessionati da se stessi.
Dalla saggezza siam passati al delirio.
Tra questi c’era un modo di dire che si riservava a coloro che pur adulti non intendevano ascoltare consigli. Si diceva: fai un po’ come vuoi, sei grande e vaccinato, sottolineando, con i due aggettivi, lo stato di grazia dell’individuo, la sua forza (grande) che derivava da una esperienza messa già alla prova dagli antigeni/insidie della vita (vaccinato).
L’aggettivo vaccinato portava con sé un intrinseco valore positivo accettato dalla comunità intera perché memorabili rimanevano i drammi causati dal vaiolo, dal carbonchio, dalla rabbia, dalla difterite, dalla tubercolosi, dal tetano, dal morbillo, dalla polio, dalla pertosse, dalla meningite.
Accadde poi che il sentimento di invincibilità delle società opulenti del secolo ventunesimo, nutrito quotidianamente da una falsa quanto esasperata esaltazione delle libertà dei singoli portò a dimenticare i proverbi e i modi di dire, troppo plebei e condivisi (ma non sarebbe questo il senso del social ?) per lasciare spazio a farneticazioni estemporanee quanto irrilevanti espresse da individui sempre più ossessionati da se stessi.
Dalla saggezza siam passati al delirio.
Da: Diego
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