1. - I fuochi fatui della sinistra italiana 365x365x5
Messaggio per Lilli Gruber
Giovedì 13 aprile 2023 19:39:53
Da brava italiana, la Schlein si è presentata a Bruxelles, ha preso la parola e ha criticato con veemenza le richieste dell’Italia sui migranti. Ha suggerito la geniale alternativa di organizzare salvataggi europei concordati, dimenticando che le ONG sono già operative in tal senso anche se senza accordi ufficiali. Il piccolo dettaglio che la neo segretaria del PD ha tralasciato di sottolineare è stato quello non trascurabile di appoggiare la richiesta dell’Italia per la redistribuzione delle migliaia di persone che continuano a sbarcare nel nostro paese giorno e notte. E’ probabile che i parlamentari europei refrattari all’argomento non si aspettassero di ricevere un simile aiuto su un piatto d’argento. Insoddisfatta della baldanzosa impresa belga, questa volta da brava femminista militante, la parlamentare invece di difenderla in quanto donna, ha dimostrato di apprezzare con sorrisetti di soddisfazione la serie di pesanti insulti rivolta da Di Benedetti ad una Signora che è a capo del governo del suo paese. La sua aria compiaciuta associata all’annuncio in Europa di avere scoperto l’acqua calda dei salvataggi congiunti sono stati comunque due bei gesti di generosità della Schlein che, senza troppi sforzi da parte dell’interessata, ha marcato la differenza che esiste tra la lei e la Presidente Meloni. Questa sarebbe la persona che si propone di “rappresentare un problema per la Meloni”… Forse, prima di agire, lei, i responsabili e gli adepti della sinistra dovrebbero ingurgitare litri di tisane di alloro e camomilla per digerire le pesanti sconfitte elettorali che hanno subito e che continuano a subire. La calma sarebbe per loro una miglior consigliera: li farebbe dormire meglio e li indurrebbe a reagire costruendo un’opposizione meno sceneggiata, meno costruita e forse addirittura meno pagata, visto che i partecipanti ai cortei di protesta che organizzano, quando vengono intervistati, non sanno neppure dire perché stanno protestando. E’ evidente che tutte queste persone non hanno capito che solo un comportamento serio, fatto di proposte concrete, realizzabili e coerenti con i bisogni del paese renderebbe possibile la riconquista della credibilità perduta. Sembra che non capiscano neppure che far cadere un governo che ha i numeri è pressoché impossibile. Gente normale se ne farebbe una ragione e verrebbe a piu’ miti consigli, ma l’obiettività non guida l’attuale schiera di attivisti della politica partigiana ad oltranza offuscati come appaiono dall’ansia da prestazioni… sbagliate. La concitazione che caratterizza i loro principali esponenti farebbe pensare che abbondino piuttosto con il caffè, non per essere piu’ lucidi e fare cio’ andrebbe fatto, ma per cogliere al volo ogni occasione che permetta la propaganda, le polemiche sfinenti, gli abituali polveroni infruttuosi e i puntini sulle i anche quando i puntini sono al loro posto. Dal 24 settembre, questi alacri ricercatori del cavillo mendace sono in grande subbuglio riuscendo a dimostrare soltanto di avere completamente perso i pedali. Dopo essersi frammentati in una miriade di partitini, hanno cambiato dirigenti e presidenti, si sono uniti e poi divisi, riuniti e poi ridivisi, ma sono rimasti esattamente come prima, inconsistenti, incapaci e irrimediabilmente litigiosi impantanati come sono nelle eterne battaglie intestine fatte di spintoni e gomitate reciproci. Rifiutando di arrendersi all’evidenza di una realtà a loro sgradita, ci costringono ad assistere quotidianamente a teatrini che rasentano il ridicolo e a comportamenti abnormi che denunciano il disorientamento e lo stato confusionale di quanti se ne fanno registi. Agognano tanto disperatamente alla riconquista accelerata del potere perduto da fare esattamente il contrario di quello che dovrebbero per raggiungere lo scopo. La strettoia della loro incapacità li costringe nei limiti di una politica terra-terra da ring che punta esclusivamente sulla scontata e continua denigrazione dell’avversario, sulla rievocazione estenuante dell’incombente fantasma del fascismo, sulla mistificazione dei fatti e, quel che è peggio, sulla menzogna elevata a sistema. Sembrano convinti che gli italiani siano tutti disinformati, smemorati e deficienti. Solo i politici mediocri possono avere un’opinione tanto bassa dei propri elettori da arrivare credere di essere convincenti quando accusano un governo di strage volontaria di migranti o reclamano a gran voce provvedimenti come il salario minimo e l’abolizione della Bossi-Fini che loro stessi non hanno realizzato nei 10 anni di governo che si sono “costituzionalmente” regalati. Il loro è un continuo arrampicarsi sugli specchi. Prevedibili prima ancora che aprano bocca, imperterriti, ripetono come pappagalli i ritornelli concordati, rigirano comunque la frittata ad ogni mossa del governo giusta o sbagliata che sia e, c’entri o non c’entri, ad ogni domanda che viene loro posta, rispondono ricordando l’incompetenza degli attuali ministri che dipingono come un’armata Brancaleone. Giornalisti e “cervelloni” consacrati alla causa arricchiscono il coro. Ciascuno si presenta in vari salotti televisivi, lautamente remunerato, con il suo bravo libro sottobraccio, sfornato in un paio di settimane. Se sono in collegamento non dimentica mai di metterlo ben in vista su uno scaffale della consueta biblioteca che funge da vetrina pubblicitaria e da scenografia “intellettuale” alle loro spalle. Per meglio condire il manicaretto incolore, inodore e insapore che stanno tentando di somministrarci, gli archeologi della PD & Co riesumano video vecchi di decenni e ricordano, distorcendoli, fatti del passato come l’affare Libia-Ghedafi, un’operazione che fu voluta dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano e non da Berlusconi che era addirittura contrario. La farsa in corso d’opera si palesa ancor meglio quando per comizi e sfilate indossano la maschera da “persone comuni”. L’abbigliamento dimesso, senza cravatta, con jeans e giacchetta possibilmente dall’aria sdrucita, perfino sudati e spettinati zigano rivendicazioni fasulle o capeggiano cortei di protesta “democratica” dietro enormi striscioni. Tutti identici gli uni agli altri, incapaci di argomentare validamente, sfoggiano il sorrisino ironico di ordinanza in TV alle precise repliche degli avversari che attaccano per pura demagogia. Come se non bastasse, si aggrappano alla contestazione di ogni singola sillaba pronunciata da ciascun ministro chiedendone le dimissioni immediate senza mai ottenerle. E’ questa una pratica che oggi ha raggiunto l’esasperazione, ma che dura da anni tanto da fare diventare ripetitivo e noioso anche chi la racconta. Comunque sia, tanta fatica riesce a convincere solo qualche rara mosca bianca a passare da un gruppo all’altro, cosa che fa gongolare i pidiessini che sfoggiano sorrisi trionfali per aver riportato qualche punto in piu’ nei sondaggi ma… soprattutto a discapito del loro stesso campo. L’unico risultato visibile che questi eroi della contestazione ad ogni costo riescono ad ottenere è sotto gli occhi perfino dei piu’ distratti: creano disordini, bloccano attività commerciali per intere giornate, tengono impegnate per ore ingenti forze di polizia e fanno perdere tempo prezioso all’esecutivo. Abbiamo raggiunto il limite della tolleranza. Lo spettacolo noioso di una pratica quotidiana del dissenso sistematico, che sarebbe piu’ corretto definire ostruzionismo, spinge gli elettori a disinteressarsi alla politica per saturazione. Purtroppo, i protagonisti di tanta vacuità non riescono a rendersene conto. E’ facile prevedere che questo stato di cose si protrarrà per 365 giorni su 365 giorni per 5 anni senza pause. Questa “opposizione” che si sta palesando come piu’ nostrana di un piatto di spaghetti al pomodoro, non potrà che continuare a contrastare l’operato dell’esecutivo e a tentare di rendersi credibile potenziando sempre piu’ le sue carnevalate di disturbo. La mancanza di un fondamento serio che giustifichi lo smanioso fermento attuale si evidenzia qualora si osservino con attenzione i dettagli scenografici dei “pacifici ” cortei-tipo come quello antifascista rosso fiammante di Firenze del 1. 03. 23 fatto di finti “arrabbiati”, spariti sotto una spettacolare coperta di bandiere sulle quali campeggiava il molto significativo simbolo della Falce e Martello. Da veri “liberali”, i partecipanti esibivano striscioni minatori mentre urlavano a squarciagola “Assassini” e “A morte gli sporchi fascisti” ispirati certamente dagli amichevoli cartelloni dei loro compagni: “Meloni, Salvini e La Russa a testa in giu’ a Piazzale Loreto”. Quanto ai promotori e responsabili dell’evento, affollati su un palco, invece di invitare alla calma e alla rimozione immediata degli striscioni infamanti, contribuivano all’eccitazione generale sgolandosi in frasi e proposte bolle di sapone. A fare da utile eco a tanta caciara, il 3. 03. 23, due giorni dopo, altri scalmanati, sedicenti “anarchici”, praticanti anche loro il “diritto alla libera espressione”, protetti da kagoul, armati di striscioni, bandiere nere con l’immancabile teschio, spranghe e sanpietrini divelti dalle vie cittadine hanno sfasciato tutto quanto si trovava sul loro cammino, guidati da un anziano invalido che incitava all’uccisione “subito” di tutti i membri del governo. Per non essere accusata di “violenza fascista” la polizia stava a guardare impotente mentre alcuni dei suoi rappresentanti ne uscivano feriti e con le auto incendiate. Lo spettacolo ha ricordato molto da vicino le abitudini contestatarie dei Centri Sociali. Sarà stato un caso?
Anna
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