Richiesta incontro Renato Zero

Messaggio per Mara Venier

Mercoledì 9 febbraio 2022 22:35:05
Buon pomeriggio, mi presento mi chiamo Anna vivo in Calabria sono sposata e ho due figlie femmine.
La vita mi ha dato tanto ma nello stesso tempo forse mi ha tolto tanto. Zoraide è la mia prima figlia, oggi ha 21 anni. Dall’età di tre anni è affetta da patologia rara “malattia di moya moya “ che prende alle arterie e ai vasi sanguigni del cervello attraverso trombosi e ischemie e provoca danni a livelli motorio, verbale e cognitivo, ancora oggi non c’è una cura e non c’è un protocollo scientifico ; nella sfortuna la mia fortuna è stata trovare in Italia un medico che conoscesse questa malattia. A quattro anni Zoraide ha avuto il primo intervento di neurochirurgia il bypass cerebrale indiretto a Genova presso l’ospedale Gaslini da lì in poi è iniziato la nostra piccola grande “guerra “ contro la malattia, nel tempo Zoraide ha avuto altri interventi per cercare di rivascolarizzare le zone colpite dagli eventi ischemici avuti nel corso degli anni e rallentare una serie di effetti collaterali dovuti alla moya moya (decadimento cognitivo, paresi, problemi a livello motorio o di linguaggio), ma grazie ad un medico dott. Marco Pavanello medico neuchirurgo dell’ospedale Gaslini che nel tempo ha istituito un progetto di ricerca su questa patologia inserendo Zoraide in questo progetto, negli anni insieme a lui abbiamo combattuto la malattia rialzandoci anche nei momenti più difficili che posso assicurare che sono stati tanti.
Oggi Zoraide è seguita essendo adulta dall’ospedale Besta di Milano, in un progetto di ricerca insieme al Gaslini. Zoraide è stata fin da piccola una combattente sempre con il sorriso, ha lottato contro la malattia e gli ostacoli burocratici di accettazione della malattia stessa, non tanto sua personale ma riferita agli altri e a tutto ciò che l’ha circondata, nella vita sociale e scolastica. Come mamma ho sempre pensato che la disabilità non è un limite e quindi ho sempre cercato di farle fare una vita il più normale possibile anche se gli altri la tenevano a distanza e mi veniva consigliato velatamente e con falsi moralismi di vivere la malaria così come veniva.
Oggi Zoraide ha 21 nonostante i problemi scaturiti dalla patologia, terapie psicomotorie, incontri psicologici, percorsi di logopedia e innumerevoli ricoveri seguendo una programmazione di bisogni educativi speciali adatti alle sue problematiche e alla faccia di chi ci sbatteva le porte in faccia, con i soliti discorsi di circostanza per i quali io non avrei potuto far frequentare un percorso di laurea a mia figlia perché la legge non me lo consentiva e perché avrei potuto che avrei provato in mia figlia dispiacere nel non poter essere uguale agli altri, (e oggi mi chiedo chi sono questi altri?).
Zoraide ha studiato nonostante i suoi limiti, superando le difficoltà con un piano di studio adeguato alle sue difficoltà, con il supporto di una tutor a cui io devo tanto.
A breve si laurea in “Scienze dell’educazione “ portando come tesi di laurea gli effetti che ha la musica sui ragazzi affetti da disabilità piccoli o gravi che siano. L’abbiamo vissuto in prima persona essendo io Sorcina da ragazza cantavo come ninna nanna a Zoraide “Più sù “, Zoraide è cresciuta ascoltando le sue canzoni e all’età di cinque anni ha visto il suo primo concerto di Renato a Reggio Calabria, Zoraide conosce tutto di Renato, ha sviluppato i suoi problemi di memoria sin da piccola memorizzando i testi delle sue canzoni. In modo sempre rispettoso ho cercato di arrivare a qualcuno vicino a lui per riuscire a farglielo incontrare senza nessun risultato, vorrei tanto riuscire a fare incontrare Renato con Zoraide per poter finalmente vedere brillare quegli occhioni scuri e quel sorriso disarmante senza arrecare nessun fastidio.
Perché Renato per Zoraide è il suo migliore amico, gli è stato accanto nei momenti belli ma sopratutto in quelli brutti, la storia di Renato è quella di Zoraide è uguale perché entrambi hanno lottato per qualcosa a cui tengono molto, le ha insegnato che non bisogna arrendersi mai anche quando sembra che il mondo ci stia crollando addosso ed è anche grazie a lui che Zoraide affronta la vita sempre con il sorriso, Zoraide deve molto a Renato.
Il nostro motto è: Sorridere sempre, la diversità è essere uguali agli altri. All’età di 8 anni tramite un dirigente della Rai di Cosenza Pino Nano e la sede centrale della Rai di Roma che ha contattato Renato raccontando allora la breve storia di Zoraide, facendo i dovuti controlli di verifica su cui che avevamo raccontato Renato mi chiamò e mi chiede di parlargli della malattia di Zoraide, fu molto disponibile ad ascoltare la mia storia parlo al telefono con Zoraide e allora mi disse che se sarebbe stato disponibile a incontrarci se saremmo capitati a Roma e mi diede il numero di telefono di suo figlio Roberto da contattare per organizzare un eventuale incontro e mi chiede il nostro indirizzo per poter spedire a Zoraide un pacco solo che dall’emozione del momento sbagliammo il codice di avviamento postale e penso che sia per questo che il pacco non è mai arrivato. Io so quanto sia grande la sua umanità e quanto sia disponibile, però capisco come sia difficile vivere nei panni di Renato Zero.
È proprio per questo il mio desiderio cara zia Mara è di incontrare Renato dal vivo.
Grazie.
Da: Zoraide

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