Campagna di vaccini anticovid per personale docente ed Ata
Messaggio per Massimo Giletti
Sabato 27 febbraio 2021 22:50:13
Egr. Dott. Giletti, Le scrivo non nascondendo il profondo sdegno e la preoccupazione provata per l'assurda vicenda relativa alla campagna vaccini anticovid, appena cominciata, a beneficio e tutela della salute dell'intero personale del comparto scuola. Sono un cittadino Campano-Salerno e sono un docente di un Istituto superiore in quel di Roma. Si, proprio così, sono un precario, uno come tanti che, fra le altre cose, porta la colpa di non essere nei ruoli stabili del personale docente e, pertanto, dopo oltre dodici anni di vita spesi ad insegnare un po' qui e un po' là, dopo diversi master, per la didattica e concorsi, sempre nell'ambito scolastico, e per i quali sono utilmente inserito in graduatoria nel Lazio, per il MIUR e per lo Stato, continuo ad essere solo un numero e, per quella solita colpa di cui sopra Le accennavo, ad essere destinatario di un trattamento "differenziato",. Sembra incredibile, ma è proprio così! Nel Paese che fa del lavoro e dell'uguaglianza i principi fondanti il proprio essere civile, il proprio "marchio di fabbrica" da ostentare, contro tutto e contro tutti, ogni qualvolta le fondamenta della forma repubblicana e della democrazia, dovessero vacillare, si trovano, per uno strano scherzo della natura, anche docenti di serie B, abili e "arruolabili" ma non di ruolo.
Ciò premesso, Egr. Dott. Giletti, Le rapprento che questi docenti - precari, che proprio come lo scrivente, continuano a recarsi presso le sedi di lavoro ogni giorno e di settimana in settimana e a rischiare di contagiare ed essere contagiati, ad oggi, per la cecità della politica nazionale, ma soprattutto per le scelte dei nostri beneamati Governatori, non è nelle condizioni di poter ottenere il vaccino contro il covid 19.
In pratica, la Regione Lazio non ammette l'iscrizione nelle liste vaccinali dei docenti precari che provengano da fuori Regione e che non siano domiciliati nei posti dove prestano l'attività lavorativa.
In pratica, ciò che poteva essere rapidamente risolto tramite l'invio dell'elenco degli aventi diritto da parte degli uffici del personale docente di ciascun istituto, andando a parificare la posizione di ogni docente, a prescindere dalla provenienza e dalla tipologia contrattuale, non è stato realizzato.
Mi appello a Lei Dott. Giletti, dove le Istituzioni sono carenti e incapaci di ideare poche semplici soluzioni, che peró potrebbero risolvere un grande problema.
Inutile prendersi in giro, la scuola, pur con tutte le accortezze del caso, è e continua ad essere l'ambiente per eccellenza per la diffusione del virus. Tutto ciò mette a rischio i nostri figli e i nostri nuclei familiari.
Pertanto, continuo a non capire come si possa pensare di lasciare il personale scolastico fuori sede, privo dell'elevato grado di protezione che solo il vaccino, allo stato, può garantire in una certa percentuale.
Certo di un cortese riscontro.
Distinti saluti.
P. La Banca
Ciò premesso, Egr. Dott. Giletti, Le rapprento che questi docenti - precari, che proprio come lo scrivente, continuano a recarsi presso le sedi di lavoro ogni giorno e di settimana in settimana e a rischiare di contagiare ed essere contagiati, ad oggi, per la cecità della politica nazionale, ma soprattutto per le scelte dei nostri beneamati Governatori, non è nelle condizioni di poter ottenere il vaccino contro il covid 19.
In pratica, la Regione Lazio non ammette l'iscrizione nelle liste vaccinali dei docenti precari che provengano da fuori Regione e che non siano domiciliati nei posti dove prestano l'attività lavorativa.
In pratica, ciò che poteva essere rapidamente risolto tramite l'invio dell'elenco degli aventi diritto da parte degli uffici del personale docente di ciascun istituto, andando a parificare la posizione di ogni docente, a prescindere dalla provenienza e dalla tipologia contrattuale, non è stato realizzato.
Mi appello a Lei Dott. Giletti, dove le Istituzioni sono carenti e incapaci di ideare poche semplici soluzioni, che peró potrebbero risolvere un grande problema.
Inutile prendersi in giro, la scuola, pur con tutte le accortezze del caso, è e continua ad essere l'ambiente per eccellenza per la diffusione del virus. Tutto ciò mette a rischio i nostri figli e i nostri nuclei familiari.
Pertanto, continuo a non capire come si possa pensare di lasciare il personale scolastico fuori sede, privo dell'elevato grado di protezione che solo il vaccino, allo stato, può garantire in una certa percentuale.
Certo di un cortese riscontro.
Distinti saluti.
P. La Banca
Da: Pompeo La Banca
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