Guerre statunitensi
Messaggio per Paolo Mieli
Martedì 3 agosto 2021 19:18:11
Gentile Dottor Mieli, buonasera.
Sono Emilio Foltzer; nel 1991, col grado di Capitano di Corvetta, sono stato nel Golfo Persico dall'inizio alla fine di Desert Storm a bordo di un cacciatorpediniere che ha partecipato alla coalizione insieme ad altre unità italiane. Qualche anno fa, col grado di Ammiraglio di Divisione, sono andato in pensione. A parte questo, ieri ho visto una trasmissione, moderata da lei, che parlava di quel periodo; c'erano tre giovani che parlavano di motivazioni. Non mi voglio dilungare, solo sottolineare che spesso, quando uno indica la luna, tutti guardano il dito. Saddam non aveva neanche un grammo di armi letali; lo si è visto dopo. Era un malefico dittatore, come peraltro tutti i dittatori, neri, rossi, bianchi..., ma non aveva armi per distruzione di massa. Dall'altra parte, un'agguerrita famiglia di petrolieri.
La dietrologia a volte è sbagliata, altre volte aiuta a capire. Saddam non era totalmente stupido e sapeva bene che toccare il petrolio poteva essere pernicioso, quindi "qualcuno" deve avergli fatto credere che poteva farlo. Ma perchè? Perchè il petrolio (ed il gas) dall'Asia centrale non poteva transitare dalla Turchia (Georgia esplosiva) e tantomeno attraverso il Curdistan (esplosivo pure lui) ed allora cosa meglio di uno sbocco sul Golfo Persico? Allora botte a Saddam, ma di certo non potevano essere gli USA da soli, altrimenti il Grande Satana avrebbe attirato le ire iraniane. Ovvio, una bella coalizione internazionale, per garantire davanti al mondo intero che si rattava di una crociata giusta (almeno una!). Chi stava lì lo aveva capito, perchè il succo della partecipazione era del tipo: "state sotto le nostre alucce e non agitatevi, vinceremo".
E chissà perchè gli USA hanno poi consentito agli iracheni di attaccare i curdi. Che popolo di sfigati! Se li gasano gli iracheni, questi ultimi sono dei bastardi; se li bombardano i turchi, questi hanno ragione (eh, sono della NATO...), mah...
Alla fine, è andata male, ma il problema degli oleodotti/gasdotti rimane. Che fare? Semplice, ce lo insegna Nerone, e qualche tempo dopo lo codifica Machiavelli: quando hai dei problemi interni, trova un nemico esterno ed ottieni l'appoggio della nazione intera! Quindi il petrolio potrebbe transitare non verso il Golfo, ma verso l'Oceano Indiano. Grande! Attraversando cosa? Bah, supponiamo che la via più breve possa essere l'Afghanistan. Ma lì ci sono i figliocci che gli USA hanno armato fino ai denti per scacciare i sovietici. Ahi, ahi, come fare? Occorre un'azione tremenda (sempre in nome del petrolio) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica altrove (soprattutto lontano dai problemi economici del tempo) che scateni l'indignazione non solo americana (vedi stessa ricetta del Golfo), ma mondiale, tale che nessuno possa mettere in dubbio la legalità di un attacco ai figliocci per garantirsi uno sbocco al mare. E vai, se l'impegno è internazionale, non è più satana, ma l'angelo custode. Improvvisamente, non ci sono più problemi economici; il Congresso apre i cordoni della borsa e si apre la stagione venatoria: tutti a caccia di terroristi (peraltro in riserva). E sfiga vuole che per l'ennesima volta l'Afghanistan non si pieghi a nessuno. Tanti morti e basta. E il petrolio? Se lo berranno i cinesi!
Caro Dottor Mieli, tanto le racconto, con la raccomandazione di dire a quei giovani di imparare a farsi un'idea propria (perchè mi hanno dato l'impressione di ripetere una lezione universitaria) come ha fatto lei negli anni difficili di questa Repubblica.
Con i più cordiali saluti
Emilio Foltzer
Sono Emilio Foltzer; nel 1991, col grado di Capitano di Corvetta, sono stato nel Golfo Persico dall'inizio alla fine di Desert Storm a bordo di un cacciatorpediniere che ha partecipato alla coalizione insieme ad altre unità italiane. Qualche anno fa, col grado di Ammiraglio di Divisione, sono andato in pensione. A parte questo, ieri ho visto una trasmissione, moderata da lei, che parlava di quel periodo; c'erano tre giovani che parlavano di motivazioni. Non mi voglio dilungare, solo sottolineare che spesso, quando uno indica la luna, tutti guardano il dito. Saddam non aveva neanche un grammo di armi letali; lo si è visto dopo. Era un malefico dittatore, come peraltro tutti i dittatori, neri, rossi, bianchi..., ma non aveva armi per distruzione di massa. Dall'altra parte, un'agguerrita famiglia di petrolieri.
La dietrologia a volte è sbagliata, altre volte aiuta a capire. Saddam non era totalmente stupido e sapeva bene che toccare il petrolio poteva essere pernicioso, quindi "qualcuno" deve avergli fatto credere che poteva farlo. Ma perchè? Perchè il petrolio (ed il gas) dall'Asia centrale non poteva transitare dalla Turchia (Georgia esplosiva) e tantomeno attraverso il Curdistan (esplosivo pure lui) ed allora cosa meglio di uno sbocco sul Golfo Persico? Allora botte a Saddam, ma di certo non potevano essere gli USA da soli, altrimenti il Grande Satana avrebbe attirato le ire iraniane. Ovvio, una bella coalizione internazionale, per garantire davanti al mondo intero che si rattava di una crociata giusta (almeno una!). Chi stava lì lo aveva capito, perchè il succo della partecipazione era del tipo: "state sotto le nostre alucce e non agitatevi, vinceremo".
E chissà perchè gli USA hanno poi consentito agli iracheni di attaccare i curdi. Che popolo di sfigati! Se li gasano gli iracheni, questi ultimi sono dei bastardi; se li bombardano i turchi, questi hanno ragione (eh, sono della NATO...), mah...
Alla fine, è andata male, ma il problema degli oleodotti/gasdotti rimane. Che fare? Semplice, ce lo insegna Nerone, e qualche tempo dopo lo codifica Machiavelli: quando hai dei problemi interni, trova un nemico esterno ed ottieni l'appoggio della nazione intera! Quindi il petrolio potrebbe transitare non verso il Golfo, ma verso l'Oceano Indiano. Grande! Attraversando cosa? Bah, supponiamo che la via più breve possa essere l'Afghanistan. Ma lì ci sono i figliocci che gli USA hanno armato fino ai denti per scacciare i sovietici. Ahi, ahi, come fare? Occorre un'azione tremenda (sempre in nome del petrolio) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica altrove (soprattutto lontano dai problemi economici del tempo) che scateni l'indignazione non solo americana (vedi stessa ricetta del Golfo), ma mondiale, tale che nessuno possa mettere in dubbio la legalità di un attacco ai figliocci per garantirsi uno sbocco al mare. E vai, se l'impegno è internazionale, non è più satana, ma l'angelo custode. Improvvisamente, non ci sono più problemi economici; il Congresso apre i cordoni della borsa e si apre la stagione venatoria: tutti a caccia di terroristi (peraltro in riserva). E sfiga vuole che per l'ennesima volta l'Afghanistan non si pieghi a nessuno. Tanti morti e basta. E il petrolio? Se lo berranno i cinesi!
Caro Dottor Mieli, tanto le racconto, con la raccomandazione di dire a quei giovani di imparare a farsi un'idea propria (perchè mi hanno dato l'impressione di ripetere una lezione universitaria) come ha fatto lei negli anni difficili di questa Repubblica.
Con i più cordiali saluti
Emilio Foltzer
Da: Emilio Foltzer
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