Nerone

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Biografia Tra fuoco e fiamme

L'imperatore romano Nerone (in latino: Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus) nasce ad Anzio il 15 dicembre dell'anno 37, da Agrippina Minore e Gneo Domizio Enobarbo. Il padre appartiene a una famiglia considerata di nobiltà plebea, mentre la madre è figlia dell'acclamato condottiero Germanico, nipote di Marco Antonio, di Agrippa e di Augusto, nonché sorella dell'imperatore Caligola che di Nerone è pertanto zio materno.

Nato con il nome di Lucio Domizio Enobarbo, Nerone viene ricordato come quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia.

Nell'anno 39 la madre Agrippina Minore si scopre essere coinvolta in una congiura contro il fratello Caligola: viene per questo mandata in esilio nell'isola di Pandataria. L'anno seguente, il marito Gneo muore e il patrimonio viene requisito da Caligola stesso.

Due anni dopo Caligola viene assassinato, Agrippina Minore può così fare ritorno a Roma per occuparsi del figlio. Lucio viene affidato a due liberti greci (Aniceto e Berillo) per poi proseguire gli studi con due sapienti dell'epoca: Cheremone d'Alessandria e Alessandro di Ege, grazie ai quali sviluppa un pensiero filoellenista.

Nel 49 Agrippina Minore sposa l'imperatore Claudio ed ottiene la revoca dell'esilio di Seneca, allo scopo di servirsi del celebre filosofo quale nuovo precettore del figlio.

Nerone sale al potere nell'anno 55, a soli diciassette anni. Britannico, figlio legittimo dell'imperatore Claudio, sarebbe stato fatto uccidere per volere di Sesto Afranio Burro, forse con il coinvolgimento di Seneca.

Il primo scandalo del regno di Nerone coincide con il suo primo matrimonio, considerato incestuoso, con la sorellastra Claudia Ottavia, figlia di Claudio; Nerone più tardi divorzia da lei perchè si innamora di Poppea. Quest'ultima, descritta come una donna di rara bellezza, prima del matrimonio con l'imperatore sarebbe stata coinvolta in una storia d'amore con Marco Salvio Otone, amico di Nerone stesso. Nel 59 Poppea viene sospettata di avere organizzato l'omicidio di Agrippina, mentre Otone viene spedito lontano, promosso governatore in Lusitania (l'odierno Portogallo).

Dopo aver ripudiato Claudia Ottavia per sterilità e averla relegata in Campania, Nerone sposa Poppea nell'anno 62.

Nello stesso periodo introduce una serie di leggi sul tradimento che provocano l'esecuzione di numerose condanne capitali.

Nel 63 nasce Claudia Augusta, figlia di Nerone e Poppea, ma muore ancora in fasce.

L'anno seguente (64) è l'anno dello scoppio del grande incendio di Roma: quando accade il tragico fatto l'imperatore si trova ad Anzio, ma raggiunge immediatamente l'Urbe per conoscere l'entità del pericolo e decidere le contromisure, organizzando in modo efficiente i soccorsi, partecipando in prima persona agli sforzi per spegnere l'incendio. Nerone mette sotto accusa i Cristiani residenti a Roma, già malvisti dalla popolazione, quali autori del disastro; alcuni di loro vengono arrestati e messi a morte.

Dopo la motrte Nerone sarà accusato di aver provocato egli stesso l'incendio. Nonostante la ricostruzione dei fatti sia incerta e molti aspetti della vicenda siano ancora controversi, gli storici concordano sul valutare come superata e poco attendibile l'immagine iconografica dell'imperatore che suona la lira mentre Roma brucia.

Nerone apre addirittura i suoi giardini per mettere in salvo la popolazione, attirandosi l'odio dei patrizi e facendo sequestrare imponenti quantitativi di derrate alimentari per sfamare le vittime. In occasione dei lavori di ricostruzione di Roma, Nerone detta nuove e lungimiranti regole edilizie, che tracciano un nuovo impianto urbanistico sul quale è tutt'ora fondata la città. In seguito all'incendio fa recuperare una vasta area distrutta, facendo realizzare il faraonico complesso edilizio noto come Domus Aurea, la sua residenza personale, che giunge a comprendere il Palatino, le pendici dell'Esquilino (Oppio) e parte del Celio, per un'estensione di circa 80 ettari.

Nel 65 viene scoperta la congiura pisoniana (così chiamata da Caio Calpurnio Pisone); i cospiratori, tra cui anche Seneca, vengono costretti al suicidio. Secondo la tradizione cristiana in questo periodo Nerone ordina inoltre la decapitazione di San Paolo e, più tardi, la crocifissione di San Pietro.

Nel 66 muore la moglie Poppea: secondo le fonti sarebbe stata uccisa da un calcio al ventre dello stesso Nerone durante una lite, mentre era in attesa del suo secondogenito. L'anno successivo l'imperatore viaggia fra le isole della Grecia, a bordo di una lussuosa galea sulla quale divertiva gli ospiti con prestazioni artistiche. Nerone decide di rendere la libertà alle città elleniche, rendendo più difficili i rapporti con le altre province dell'impero.

A Roma intanto, Ninfidio Sabino andava procurandosi il consenso di pretoriani e senatori. Il contrasto di Nerone con il senato si era acuito già dagli anni 59-60 quando in seguito alla riforma monetaria che l'imperatore aveva introdotto: secondo la riforma veniva privilegiato il denarius (la moneta d'argento di cui si serviva soprattutto la plebe urbana) all'aureus (la moneta dei ceti più agiati).

Nel 68 le legioni stanziate in Gallia e in Spagna, guidate rispettivamente da Vindice e da Galba, si ribellano all'imperatore, costringendolo a fuggire da Roma. Il Senato lo depone e lo dichiara nemico pubblico: Nerone si suicida il 9 giugno dell'anno 68, probabilmente aiutato dal liberto Epafrodito.

La sua salma viene sepolta in un'urna di porfido, sormontata da un altare di marmo lunense, collocata nel Sepolcro dei Domizi, sotto l'attuale basilica di Santa Maria del Popolo.

L'immagine di Nerone è stata tramandata dagli storici cristiani quale autore della prima persecuzione contro i cristiani, nonché responsabile del martirio di moltissimi cristiani e dei vertici della Chiesa Romana, cioè San Pietro e San Paolo. In realtà Nerone non emise alcun provvedimento nei confronti dei cristiani in quanto tali, limitandosi a condannare i soli giudicati colpevoli di aver provocato l'incendio di Roma. A riprova di questo va ricordato che lo stesso San Paolo si era appellato al giudizio di Nerone per avere giustizia, finendo assolto delle colpe imputategli. Ancora San Paolo, nella sua Epistola ai Romani, raccomanda l'obbedienza a Nerone. Le persecuzioni contro i cristiani ebbero invece inizio nel II secolo con la prima persecuzione ordinata da Marco Aurelio, quando la presenza dei cristiani cominciò a rappresentare un serio pericolo per le istituzioni di Roma.

Frasi di Nerone

3 fotografie

Foto e immagini di Nerone

Commenti

Sabato 27 dicembre 2014 09:02:43

L'esempio di Nerone dovrebbe essere d'insegnamento per tutti. E' evidente che Nerone non è stato il sanguinario che viene descritto dagli storici ma è stato uno che amava il suoi popolo, ha combattuto contro gli aristocratici ed era tutto sommato un pacifista dato che sotto di lui Roma ha vissuto un periodo pacifico dove le controversie sono state per lo più risolte in maniera diplomatica. Era amantre dell'arte e dello spettacolo ed anche questo aspetto era troppo innovatore per essere apprezzato dai conservatori romani. Ma proprio per essere stato una persona che si è schierata contro quelli che oggi chiameremmo "i poteri forti" è passato alla storia come un debosciato, un sanguinario ed incendiario. Non è sicuro come sia bruciata Roma nel 64 ma è certo che non è stato Nerone. Alla fine, gli storici aristocratici e cristiani hanno portato la sua immagine fino ai giorni nostri per quella che conosciamo che non è assolutamente fedele alla realtà. Qual è l'insegnamento. Il ruolo che su nerone hanno svolto gli storici per 2000 anni, lo svolgono adesso i media che distruggono o esaltano persone a secondo della convenienza di chi rappresentano i media stessi. Non certo il popolo

Giovedì 15 dicembre 2011 17:05:20

il depravato,debosciato,vanitoso, corrotto e corruttore, nemico del popolo di cui si DEVE perpetuare la derisione per le sue debolezze, e maledirlo per le sue malefatte, le sue persecuzioni...in realtà aveva una grave colpa, quella d'amare l'amore, emare il SUO popolo, il SUO impero,avere e difendere le SUE idee....queste le SUE VERE COLPE...per questo inviso al Potere..il Senato lo condanna per conseguenza, a pioggia, tutti gli altri cosiddetti poteri fino ai legionari.....nessun riferimento? Forse ancora non è passato sufficiente tempo??? Dai credito al Vaticano ancor oggi...

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