Sgomento per Zhang Zhan

Gentile Direttore,
C'è qualcosa che mi sfugge. A febbraio eravamo tutti intenti ad abbracciare un cinese. Ho visto tanti di quei post, tante di quelle foto sui media che manco me le ricordo tutte. Nulla di male, io non ho abbracciato cinesi perché non ho amici cinesi.
Non mi spiego come mai ora che l'attivista e blogger cinese Zhang Zhan è stata condannata a 4 anni con l'accusa di aver "diffuso informazioni false sull'epidemia a Wuhan" (!!!), non si sia mobilitato alcuno. Mi par evidente che il buonismo l'abbia vinta contro l'evidenza. Che gli interessi l'abbiano vinta sui diritti di libertà di parola e di stampa. Questo è scandaloso. Come persona mi sento offesa, indifesa (nel senso letterale del termine) e indignata.
In un'epoca in cui i benpensanti si rifugiano dietro al concetto - che dovrebbe essere scontato - di inclusione, in cui la scelta del proprio orientamento sessuale viene riassunta in una complicatissima sigla che se fossi omosessuale mi farebbe arrabbiare, in cui ormai "le quore rosa" hanno surclassato il merito, il buonsenso e l'etica latitano. Calibriamo le parole: beneficienza fa brutto, solidarietà fa bello. Ma di chi è coraggioso per davvero, nello specifico Zhang Zhan, ce ne occupiamo marginalmente, ci indignamo e la facciamo finita lì. Perché in verità non contiamo. Perché troppo spesso seguiamo quello che è lecito e quello che deve essere taciuto. Siamo un enorme meccanismo di geopolitica strategica.
#IoStoConZhang

Con molta stima, grazie,

Silvia Coltellaro (gattara)