Vaccinazione ai fragili
Messaggio per Carlo Calenda
Venerdì 14 maggio 2021 12:43:57
[Vaccinazione ai fragili]
Gent. mo On Calenda
Mi chiamo Simona S. e Le scrivo per rappresentare la mia situazione, anche conoscendo la sua particolare sensibilità per le tematiche legate alla immunodepressione.
Ho 50 anni compiuti da poco e sono affetta, purtroppo, da Artrite Reumatoide, malattia autoimmune, ed altre comorbilità connesse. Sono seguita da un centro specialistico di Roma
Sono una docente di lettere di scuola secondaria di secondo grado, al momento non in servizio in quanto “lavoratore fragile” poiché immunodepressa ed impossibilitata a lavorare a causa della emergenza sanitaria legata al COVID 19.
Vivo in casa con due genitori a loro volta fragili, uno è affetto da morbo di Parkinson e l’altro da Malattia di Alzheimer: non sono stati vaccinati in quanto il rischio per la loro vita sarebbe molto alto.
Purtroppo ho constatato negli ultimi mesi sulla mia pelle come la gestione dei cosi detti fragili sia stata fatta spesso con una approssimazione, confusione e dilettantismo che hanno dell’incredibile.
Quando, alcuni mesi fa, sono stati vaccinati i docenti, per me non è stato possibile farlo in quanto il codice per la mia patologia non era stato inserito.
In seguito la regione Lazio ha affidato ai centri sanitari, tra i quali quello che mi segue, l’incarico i gestire ed effettuare le vaccinazioni per i loro pazienti. Varie settimane sono così passate senza alcuna chiamata. Poi la regione Lazio ha cambiato idea e da un giorno all’altro i Centri sono stai privati dei loro compiti vaccinali.
Mentre tutto questo succedeva e ascoltavo i quotidiani e solenni impegni delle autorità regionali e nazionali alla “assoluta priorità da attribuire ai fragili” era in corso nella mia regione, il Lazio, la libera corsa al vaccino: ognuno poteva scegliere il vaccino preferito. Moltissimi dei vaccini che dovevano essere usati prioritariamente per i fragili hanno così preso altre strade verso persone, buon per loro, sane.
Ho così capito, amaramente, che i “fragili” come me non avevano nessuna precedenza per patologia ma avrebbero dovuto mettersi in lista e competizione con tutti gli altri.
Quando alcuni giorni fa ho appreso che si stava aprendo la possibilità di tentare una prenotazione per la mia classe di età ho dovuto constare ancora una volta che la promessa “priorità ai fragili” era solo uno stanco slogan. E’ successo che, nonostante mi sia precipitata all’ora 00 per avere l’agognato vaccino, sono riuscita ad acciuffare, per fortuna, una prenotazione che mi porta ad avere la seconda dose il 21 di giugno. Ripeto il 21 di giugno!!!
Ma non era finita qui. Forse per mettere una bandierina in più di altre regioni, nella competizione di chi fa più inoculazioni, un assessore regionale ha colto al balzo la raccomandazione di un generale e mi ha spostato ulteriormente il vaccino a luglio. Che il produttore del vaccino chiedesse di evitare allungamenti non è stato considerato.
E qui ho capito che il numero dei fragili protetti non era più, agli occhi delle autorità, un criterio discriminante e di cui essere fieri ma era considerato ben più importante il numero totale dei vaccinati.
Beh, francamente c’è qualcosa che non funziona! !
Chi doveva essere vaccinato tra i primi, lo sarà tra gli ultimi.
Con sfiducia ed inevitabile rabbia non mi resta che chiedere che la mia seconda dose di vaccino mi venga somministrata nella data che mi è stata indicata sul primo foglio di prenotazione, a tutela anche dei miei genitori, e che questo possa avvenire per tutti coloro che si trovano nella mia stessa situazione. E sono in tanti.
Almeno questo! ! Mi sembrerebbe il minimo, dopo mesi e mesi di retorica pro fragili! !
Grazie per la sua attenzione
Roma, 14 maggio 2021 Simona S.
Gent. mo On Calenda
Mi chiamo Simona S. e Le scrivo per rappresentare la mia situazione, anche conoscendo la sua particolare sensibilità per le tematiche legate alla immunodepressione.
Ho 50 anni compiuti da poco e sono affetta, purtroppo, da Artrite Reumatoide, malattia autoimmune, ed altre comorbilità connesse. Sono seguita da un centro specialistico di Roma
Sono una docente di lettere di scuola secondaria di secondo grado, al momento non in servizio in quanto “lavoratore fragile” poiché immunodepressa ed impossibilitata a lavorare a causa della emergenza sanitaria legata al COVID 19.
Vivo in casa con due genitori a loro volta fragili, uno è affetto da morbo di Parkinson e l’altro da Malattia di Alzheimer: non sono stati vaccinati in quanto il rischio per la loro vita sarebbe molto alto.
Purtroppo ho constatato negli ultimi mesi sulla mia pelle come la gestione dei cosi detti fragili sia stata fatta spesso con una approssimazione, confusione e dilettantismo che hanno dell’incredibile.
Quando, alcuni mesi fa, sono stati vaccinati i docenti, per me non è stato possibile farlo in quanto il codice per la mia patologia non era stato inserito.
In seguito la regione Lazio ha affidato ai centri sanitari, tra i quali quello che mi segue, l’incarico i gestire ed effettuare le vaccinazioni per i loro pazienti. Varie settimane sono così passate senza alcuna chiamata. Poi la regione Lazio ha cambiato idea e da un giorno all’altro i Centri sono stai privati dei loro compiti vaccinali.
Mentre tutto questo succedeva e ascoltavo i quotidiani e solenni impegni delle autorità regionali e nazionali alla “assoluta priorità da attribuire ai fragili” era in corso nella mia regione, il Lazio, la libera corsa al vaccino: ognuno poteva scegliere il vaccino preferito. Moltissimi dei vaccini che dovevano essere usati prioritariamente per i fragili hanno così preso altre strade verso persone, buon per loro, sane.
Ho così capito, amaramente, che i “fragili” come me non avevano nessuna precedenza per patologia ma avrebbero dovuto mettersi in lista e competizione con tutti gli altri.
Quando alcuni giorni fa ho appreso che si stava aprendo la possibilità di tentare una prenotazione per la mia classe di età ho dovuto constare ancora una volta che la promessa “priorità ai fragili” era solo uno stanco slogan. E’ successo che, nonostante mi sia precipitata all’ora 00 per avere l’agognato vaccino, sono riuscita ad acciuffare, per fortuna, una prenotazione che mi porta ad avere la seconda dose il 21 di giugno. Ripeto il 21 di giugno!!!
Ma non era finita qui. Forse per mettere una bandierina in più di altre regioni, nella competizione di chi fa più inoculazioni, un assessore regionale ha colto al balzo la raccomandazione di un generale e mi ha spostato ulteriormente il vaccino a luglio. Che il produttore del vaccino chiedesse di evitare allungamenti non è stato considerato.
E qui ho capito che il numero dei fragili protetti non era più, agli occhi delle autorità, un criterio discriminante e di cui essere fieri ma era considerato ben più importante il numero totale dei vaccinati.
Beh, francamente c’è qualcosa che non funziona! !
Chi doveva essere vaccinato tra i primi, lo sarà tra gli ultimi.
Con sfiducia ed inevitabile rabbia non mi resta che chiedere che la mia seconda dose di vaccino mi venga somministrata nella data che mi è stata indicata sul primo foglio di prenotazione, a tutela anche dei miei genitori, e che questo possa avvenire per tutti coloro che si trovano nella mia stessa situazione. E sono in tanti.
Almeno questo! ! Mi sembrerebbe il minimo, dopo mesi e mesi di retorica pro fragili! !
Grazie per la sua attenzione
Roma, 14 maggio 2021 Simona S.
Da: Stefanelli Simona
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