Domande sempre più stringenti ai nostri studenti e a noi tutti sul senso della vita e della morte

Messaggio per Enrico Mentana

Sabato 28 marzo 2020 17:09:29
Caro Direttore,
la nobile scelta del MIUR della Didattica a Distanza (DAD), volta ad aiutare gli studenti nel percorso formativo, in un momento di crisi, e attivata con serietà da diverse scuole, presenta, a causa di uno scenario sempre più veloce e complesso, alcune criticità.
Le immagini drammatiche che si susseguono, la perdita del lavoro di tante persone, l’aumento del numero delle vittime del Coronavirus, tra cui valorosi sanitari e uomini dello stato, pongono, infatti, domande sempre più stringenti ai nostri studenti e a noi tutti sul senso della vita e della morte, sulla possibilità di un percorso futuro, su come stare di fronte a una situazione inedita e inaspettata.
Siamo, forse, di fronte alla necessità di un cambio di paradigma: dalla Didattica a Distanza alla Didattica dell’Emergenza.
In questa fase, il problema non è tanto l’accumulo di videolezioni, tese ad andare avanti col programma e gli argomenti, ma in primis di tenere conto che dietro i microfoni ci sono cuori che vibrano, che provano angoscia per ciò che accade e ognuno di essi è un volto unico e inconfondibile. Si tratta, perciò, innanzitutto, di ascoltarli e approfondire il rapporto, facendo emergere le loro domande effettive, secondo un rapporto educativo alto e decisivo, non appiattito sul cognitivismo o su logiche passate.
Il filosofo Vico diceva che la civiltà ha come sua struttura: culto religioso, nozze, funerali. In questa situazione, le nozze sono rinviate, i funerali sono celebrati, se possibile, dal solo sacerdote e le chiese sono chiuse al culto. Inoltre, lo storico Tucidide descrisse gli effetti della Peste di Atene, facendo notare il collasso del legame civile nei suoi effetti più drammatici: la caduta della pietà verso gli dei e del rispetto tra gli uomini.
È necessario perciò sostenere il vincolo nella/della comunità, a mio avviso, indicando testimonianze di vita grande e proponendo interventi a livello educativo, per favorire la coesione sociale e la tenuta dei legami, in questo difficile periodo, in cui parole ricorrenti sono: isolamento e quarantena. La testimonianza di Papa Francesco, con la sua preghiera per l’Italia e la sua quotidiana omelia da Santa Marta, mi sembra pertinente e significativa, a tal proposito, per un percorso umano possibile. E credo anche che gesti condivisi possano aiutare il nostro essere comunità nazionale viva e organismo sano che attiva pratiche comuni di resistenza mentale e resilienza.
Sarebbe importante, ad esempio, istituire una Gigantesca Colletta del mondo della scuola (ore lavorative donate, offerte in denaro, ecc) per istituire un fondo nazionale di solidarietà volto ad aiutare strutture sanitarie, ricerca scientifica, famiglie delle vittime del dovere, persone in crisi per la perdita del lavoro, ecc.
Potrebbe essere anche importante istituire una Giornata del Genio Italiano, chiedendo a tutte le scuole di celebrare i grandi dell’Italia (S. Ambrogio, Dante, Galilei, Giotto, Marconi, Raffaello, ecc), per ricordare a tutti e a noi stessi che siamo figli non del nulla, ma di una grande storia e di tanti padri, che hanno scritto, amato, lottato, sofferto, combattendo per un Bene più alto e vero.
È doveroso commemorare, inoltre, solennemente, nelle aule virtuali le vittime, ponendo particolare attenzione alle storie di chi ha dato la vita per difendere la nostra salute.
E non dimenticare l’imprevisto possibile e commovente, che ci educa, e non viene dai potenti ma da quelli più provati: i Siriani o i ragazzi del Burundi che pregano per noi. Come talvolta capita, l’universale nasce dal particolare. Ognuno di noi, insomma, può fare la sua parte, affinché il terribile virus non vinca sulla nostra civiltà.

Cordiali saluti e grazie della Sua ospitalità,

Vincenzo Rizzo, docente di Filosofia e Scienze Umane

Verbania, 28/03/2020
Da: Vincenzo Rizzo

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