Tucidide
Biografia
Tucidide è un personaggio storico che viene considerato il vero e proprio precursore dei grandi storiografi. È stato anche un militare ateniese molto apprezzato per il coraggio in battaglia. È autore del capolavoro La Guerra del Peloponneso; Tucidide assume una notevole rilevanza anche oggigiorno, in virtù della sua narrazione riguardo l'epidemia che colpisce la sua città, la quale presenta notevoli parallelismi con quanto accaduto nel 2020 a causa della diffusione dei contagi da Covid-19. Volgiamo il nostro sguardo al passato per scoprire gli eventi salienti della vita di una figura storica ancora molto rilevante.
Tucidide: una vita tra battaglie, politica e scrittura
Tucidide nasce ad Alimunte, nei dintorni di Atene, verso il 460 a.C., una data sulla quale non vi è certezza, ma su cui concordano molti esperti e studiosi.
La famiglia è di origini nobili; il padre Oloro è una figura importante della società ateniese, grazie anche alle relazioni con importanti rappresentanti della politica e dell'esercito.
Tucidide sin da giovane emerge tra le file dei sostenitori di Pericle. Per questo motivo, nonché grazie ai legami familiari, viene chiamato a ricoprire la carica di stratega della flotta navale di Atene. All'epoca la città stato è impegnata in una lunga guerra contro Sparta per la predominanza nel Mar Egeo.
La reputazione di Tucidide viene macchiata nel momento in cui è accusato di tradimento per una spedizione di soccorso che avrebbe fatto fallire durante la battaglia di Anfipoli, scontro che si protrae per due anni. Per questo motivo, Tucidide viene invitato ad allontanarsi dalla città natale; sceglie così di vivere in esilio nella regione della Tracia, dove i suoi impegni si dividono fra spedizioni militari e scrittura.
Molti storici credono che qui abbia trascorso un periodo di almeno vent'anni, mentre secondo altri Tucidide rimane ad Atene, vivendo nell'anonimato.
Ad ogni modo rimane escluso dagli avvenimenti politici fino alla morte.
La sua grande opera: la Guerra del Peloponneso
Durante questo periodo di allontanamento, Tucidide mette mano a scritti e appunti collezionati durante le proprie esperienze militari. Dà così vita alla propria sofferta opera maestra. Si tratta di ben otto volumi, la cui raccolta compone la Guerra del Peloponneso; si tratta di un approfondimento sotto forma di resoconto cronologico che evidenzia una capacità analitica notevole.
Ad oggi è il maggior riferimento riguardo al conflitto che vede Sparta e Atene contrapposte per quasi trent'anni.
I libri, che lo storico Tucidide redige in maniera non sequenziale, raccontano le fasi dell'inizio e della prosecuzione del conflitto fino al 411 a.C., concentrandosi in particolar modo sulla spedizione ateniese in Sicilia e l'annientamento della flotta presso Siracusa.
Più che per i fatti narrati, Tucidide viene oggi omaggiato dagli storici per il suo approccio alla storiografia, precursore dell'Illuminismo.
Ad esempio, Tucidide indica chiaramente la sua visione ciclica della storia, sottolineando uno dei concetti che vengono ribaditi tutt'oggi, ovvero quanto sia importante conoscere il passato per riuscire a comprendere il presente con cui ci confrontiamo.
Tucidide e il racconto di una peste ancora attuale
In linea con questa sua filosofia è importante prestare attenzione alla sua descrizione relativa all'epidemia che coglie Atene tra il 430 e il 427 a.C..
In un clima che si caratterizza per la promiscuità dei rifugiati dalla guerra in corso, aggravato da temperature altissime, si verificano i fattori che contribuiscono a creare le condizioni ideali per lo scoppio di un'epidemia particolarmente virulenta. Si tratta probabilmente di vaiolo o febbre tifoide; ma, a prescindere dall'agente scatenante, presenta analogie con qualsiasi altro tipo di malattia virulenta.
In particolare, quel che colpisce negli scritti di Tucidide non è tanto la descrizione dei sintomi, quanto il senso di scoramento che coglie chi si ammala e specialmente il timore del contagio, che porta molti a scegliere un isolamento volontario e sentire i morsi della solitudine.
Molte famiglie versano in questo periodo in un vero e proprio stato di abbandono: è una situazione resa ancor più grave se si considera il fatto che chi sceglie di fare visita a una persona contagiata, finisce inevitabilmente per contagiarsi a sua volta.
Influenza nella società moderna di Tucidide
Il ruolo fondamentale di Tucidide nell'influenzare i nostri contemporanei si ritrova anche nella coniazione del termine "La trappola di Tucidide"; questa è una frase che viene utilizzata per identificare l'atteggiamento adottato da una potenza che esercita una posizione di dominio e tende a scegliere la forza per cercare di preservarlo e arginare quindi qualsiasi potenza emergente.
Di fatto, la trappola è quella di credere nell'ineluttabilità dello scontro ed è dovuta al timore di perdere il primato conquistato.
Di lui scrisse Jean-Jacques Rousseau
È Tucidide, a parer mio, il vero modello degli storici. Riferisce i fatti senza giudicarli, ma insieme non omette alcuna circostanza che ci consenta di giudicarli noi stessi. Tutto ciò che racconta lo mette dinanzi agli occhi del lettore: invece d'interporsi tra il lettore e gli avvenimenti, si tiene in disparte e quasi non ci sembra più di leggere, ma di vedere. Purtroppo egli parla sempre di guerra e nelle sue narrazioni troviamo quasi esclusivamente quel che vi è di meno istruttivo al mondo: le battaglie.
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