Santa Giulia di Corsica
Biografia
Santa Giulia dichiarata patrona della Corsica nasce a Cartagine nell'anno 420 in una famiglia romana (gens Iulia, come nel nome, appunto) nobile e aristocratica. Le informazioni relative alla sua vita sono poche e provengono tutte da una Passio del VII secolo che viene scritta molto dopo la sua morte. È un testo nel quale con la storia trovano spazio anche miti e leggende.
Natali e infanzia
Come detto, Santa Giulia nasce come donna nobile e ricca. Presto però la famiglia cade in rovina al punto che la fanciulla diventa schiava e viene acquistata da un mercante siriano, Eusebio.
Giulia lascia Cartagine in giovanissima età insieme al suo “padrone”. Con lui compie molti viaggi.
Il naufragio in Corsica
Durante un viaggio la nave di Eusebio naufraga, proprio sulle coste della Corsica. L'isola è in quel momento storico in mano di un despota, il governatore Felice. I naufraghi, una volta approdati, vengono coinvolti in un rito sacrificale. Giulia però, convinta cristiana e credente fervente, si rifiuta.
Questo atto di ribellione le vale l'attenzione del despota Felice che, infatti, decide di sopraffarla facendola propria schiava, acquistandola. Eusebio, però, rifiuta di procedere al passaggio di Santa Giulia a Felice.
Si narra che una sera, mentre Eusebio è in preda ai fumi dell'alcol, Felice chiede a Giulia di compiere un sacrificio agli dei, in cambio della sua libertà. Santa Giulia, però, non cede al ricatto e dichiara ancora più fortemente la propria fede.
Si tramanda abbia detto:
Sono già libera servendo Gesù Cristo, mio Signore, non potrei esserlo se servissi i vostri idoli pagani.
Santa Giulia: la punizione, il martirio, la morte
Aver rifiutato l'offerta di Felice vale a Santa Giulia la sua condanna. Secondo il terribile verdetto, il giorno dopo alla donna saranno strappati i capelli, sarà flagellata e poi crocifissa proprio come il Signore che venera così ardentemente.
Si narra che alcuni monaci abitanti nella vicina isola di Gorgona, nel Mar Ligure, di fronte Livorno, apprendono della condanna di Santa Giulia in sogno e decidono di intervenire. In particolare, prendono il mare per salvarla.
Giunti a poca distanza dalla costa, però, la vedono inchiodata mani e piedi alla croce, dove pure è inchiodato un pezzo di carta che racconta la storia del suo martirio.
Approdati, non possono far altro che raccoglierne il cadavere che viene trasportato a Gorgona, pulito, curato con oli profumati e riposto in un sarcofago. Questo viene descritto nella Passio.
L'altra storia di Santa Giulia
Esiste una versione parallela, sempre relativa all'agiografia di Santa Giulia. Questa seconda versione narra che Giulia nasce a Nonza, piccolo paese corso, nel II secolo, in un momento storico afflitto da gravissime persecuzioni contro i cristiani.
L'impero romano, in via di decadimento, continua a puntare sulla tenuta del panteismo coinvolgendo le popolazioni in grandi e ricche celebrazioni. In occasione di quella dedicata al Pantheon latino, nel 303, le donne vengono invitate a celebrare le divinità romane e, in particolare, a inchinarsi ai piedi di una statua di Giove. Santa Giulia si rifiuta categoricamente e corre ad inginocchiarsi davanti a una chiesa lì vicino.
I presenti si indignano e chiedono alla ragazza di rinnegare subito la sua fede. Santa Giulia si rifiuta di farlo e, per questa fermezza, si guadagna la condanna al supplizio della croce. La ragazza, giovanissima, accetta il suo destino con una calma e una serenità soprannaturale, aggiudicandosi così ancora maggiore accanimento da parte dei suoi aguzzini.
Questi non le risparmiano alcun dolore: le vengono strappati i seni e gettati contro un masso ai piedi del quale, si racconta, sgorga una sorgente calda, poi la crocifiggono.
Là dove sorge la fonte, viene costruita la cappella a lei intitolata. Da allora la città di Nonza la celebra come sua patrona.
Le reliquie nel tempo
La città di Nonza e l'isola di Gorgona sono protagoniste anche della vicenda legata alle reliquie di Santa Giulia. In particolare si ritiene che le reliquie vengono prima custodite nella città corsa per poi essere trasferite solo nell'Alto Medioevo dai monaci benedettini appunto nell'isola di Gorgona.
Vivono poi un nuovo trasferimento nel 762 quando Ansa, moglie dell'ultimo re dei Longobardi, Desiderio, decide di condurle da Gorgone alla città di Brixia (poi divenuta Brescia). Poco tempo dopo sorgerà qui un santuario, poi chiesa, che Papa Paolo I intitolerà alla Santa.
Le reliquie oggi
Le reliquie di Santa Giulia di Corsica che la Chiesa oggi riconosce ufficialmente sono situate in tre città.
- La prima è la città corsa di Nonza dove sono conservate due vertebre e una parte del cranio;
- la seconda è Livorno, in Toscana, dove si trovano un dito e pochi frammenti ossei;
- la terza è proprio Brescia, dove si trovano la gran parte dei resti nella chiesa parrocchiale nella periferia nord della città.
Il culto
Il giorno in cui viene celebrato il culto di Santa Giulia di Corsica è il 22 maggio. In questo giorno si commemora il suo martirio e la sua morte da vergine. Il santuario principale è situato nella città di Brescia.
Giulia è patrona della città di Livorno, di Monastero Bormida nella provincia di Asti, di Padria di Sassari, di Salisano di Rieti e della Corsica.
I suoi attributi, in termini di culto e di iconografia, sono la croce, la palma e il giglio.
Il martirio della Santa, infine, è fortemente legato alla morte del Cristo, per questo anche connesso con l'afflizione delle piaghe che l'hanno contraddistinto. È per questo motivo che Santa Giulia di Corsica è invocata per risolvere patologie gravi che interessano mani e piedi.
Foto e immagini di Santa Giulia di Corsica
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