San Sebastiano

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Biografia

San Sebastiano nasce a Narbona, in Francia, nel 256. A Milano viene educato e istruito ai principi della fede cristiana. Si sposta poi a Roma dove entra nella cerchia militare in scorta agli imperatori. Diviene alto ufficiale dell'esercito imperiale poi comandante della prestigiosa prima corte pretoria. Qui, forte dei suoi principi di fede, in contrasto, però, con quelli “professionali”, assiste i carcerati cristiani, si occupa della sepoltura dei martiri, diffonde il cristianesimo fra funzionari e militari di corte. Ben presto l'imperatore Diocleziano viene a conoscenza del suo operato di diffusione degli insegnamenti cristiani e, visto il suo profondo odio per i fedeli di Cristo, lo condanna a morte. San Sebastiano muore a Roma, a seguito di due condanne di morte, il 20 gennaio del 288.

San Sebastiano

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Sebastiano, cristiano esemplare, era cittadino di Milano, ma di famiglia narbonese. Era così amato dagli imperatori Diocleziano e Massimiano, che questi gli affidarono il comando della prima coorte e lo vollero sempre al loro fianco. Aveva accettato di vestire l'abito militare soltanto per poter confortare le anime dei cristiani che vedeva cadere nei tormenti.
(Jacopo da Varazze)

San Sebastiano: il primo prodigio

Il primo prodigio legato alla figura di San Sebastiano, narrato nella Passio del santo, racconta dell'episodio vissuto con due giovani cristiani, Marco e Marcelliano, figli di Tranquillino, arrestati dal prefetto Cromazio. Tranquillino richiede una dilazione di 30 giorni per il processo così da convincere i figli a desistere dalle proprie ragioni di fede e sfuggire al destino funesto. Marco e Marcelliano stanno per cedere quando San Sebastiano giunge in visita. Si narra che durante il colloquio in cui San Sebastiano infonde in loro la ragione della perseveranza nella fede, fino all'eroica morte, una luce irradia i presenti e Zoe, moglie del capo della cancelleria Nicostrato, muta da sei anni. La donna si prostra ai piedi di San Sebastiano che pone le mani sulle sue labbra sulle cui appone il segno della croce. La donna torna a parlare. L'evento conduce alla conversione Zoe, il marito Nicostrato, il cognato Castorio, il prefetto romano Cromazio che abbandona la propria carica per ritirarsi e il figlio di questi, Tiburzio. Tutti, nessuno escluso, subiranno più avanti condanna e martirio: Marco e Marcelliano trafitti da lance, Tranquillino lapidato, Zoe sospesa per i capelli a un albero e arrostita.

La condanna, il martirio, il prodigio

La condanna a morte per l'infedele vede San Sebastiano legato a un palo sul colle Palatino, denudato e trafitto da decine di frecce, come l'iconografia classica lo ha portato dentro l'immaginario in Occidente. I soldati, una volta eseguito il terribile ordine, lo credono morto e abbandonano il corpo alle intemperie e a favore delle bestie selvatiche del luogo. Ma San Sebastiano non è morto. Si narra che Santa Irene di Roma recupera il corpo con l'idea di seppellirlo, ma trovandolo ancora vivo lo porta nella sua casa e lo cura: San Sebastiano prodigiosamente sanato ritorna alla sua vita e ai suoi principi. Una volta in piedi, torna da Diocleziano e lo affronta in merito alle persecuzioni contro i cristiani. Questo gli vale una nuova condanna di flagellazione a morte.

Allora Diocleziano lo fece legare in mezzo al Campo Marzio e dette ordine ai soldati di trafiggerlo con le loro frecce. Gliene tirarono tante che quasi sembrava un riccio. Convinti poi che fosse morto se ne andarono; ma dopo alcuni giorni si liberò, ed ergendosi sulla scalinata del palazzo rimproverò con violenza gli imperatori che gli stavano andando incontro, per tutto il male che facevano contro i cristiani.
(Jacopo da Varazze)

San Sebastiano, Mantegna (Vienna)

San Sebastiano dipinto da Andrea Mantegna (opera del 1456-1457 conservata a Vienna)

La seconda condanna, ancora prodigiosa

Nel 304 San Sebastiano, secondo la condanna emessa da Diocleziano e il suo associato Massimiano, viene flagellato a morte nell'Ippodromo del Palatino. Il suo corpo viene gettato nella Cloaca Maxima, la più antica condotta fognaria della capitale. Il corpo viaggia lungo il Tevere ma si impiglia nei pressi della chiesa di San Giorgio al Velabro, nel rione Ripa, nel centro storico di Roma. La matrona Lucina lo raccoglie e lo trasporta fino alle catacombe, oggi intitolate appunto al Santo, sulla via Appia dove lo seppellisce. La data della morte che la storia riferisce è il 20 gennaio del 288.

Prodromi del culto di San Sebastiano

San Sebastiano viene martirizzato sui “gradus Helagabali” ovvero la gradinata che conduceva al tempio di Elagabalo, imperatore romano, a cui è dedicato un luogo di culto nel complesso fra il Colosseo e i Fori imperiali, nel cuore di Roma. In questo luogo viene eretta una chiesa in suo nome. Il culto di San Sebastiano inizia sin dai primi secoli, lo testimonia l'inclusione del santo soldato nella “Depositio martyrum” il più antico calendario della Chiesa di Roma del 354.

Il culto di Melilli, a Siracusa, dal 1400

Un documento custodito negli archivi della Basilica di Melilli racconta che nel 1414 una statua di San Sebastiano sarebbe stata ritrovata a Stentinello, a tre chilometri da Thapsos, oggi isola Magnisi, in provincia di Siracusa. Si racconta che la statua salva dal naufragio alcuni marinai che così vogliono condurla dentro il paese o, si dice, fino alla città di Siracusa. Moltissimi fedeli accorrono per vedere il prodigio perché nessuno riesce a sollevare la cassa che contiene il simulacro. Il primo maggio del 1414 decine di cittadini sollevano la cassa e la fanno entrare finalmente in paese, a Melilli. Qui, riferiscono, la cassa diviene nuovamente pesante e intrasportabile come a indicare la volontà del santo di rimanere in quei luoghi. Si dice, inoltre, che in questo luogo, dove la cassa sosta, viene guarito un lebbroso.

Questo evento è celebrato da allora ogni anno, oggi il 4 maggio (per lasciare spazio alle celebrazioni del 1° maggio istituite in seguito). Ogni 4 maggio alle 4 del mattino, infatti, il santuario viene aperto, i pellegrini (chiamati i “nuri” ovvero i nudi perché quei marinai del 400 con il solo drappo a copertura delle parti intime fecero il primo pellegrinaggio) giungono a frotte, da tutta la Sicilia e oltre, per invocare il Santo. Vestono abiti bianchi, fascia rossa, sono scalzi. Fanno chilometri, offrono ceri votivi per invocare la guarigione, per chiedere la grazia. Le celebrazioni si concludono dopo 8 giorni, l'11 maggio, quando il simulacro viene velato e conservato per poi tornare ai fedeli il 20 gennaio, giorno della festa liturgica.

San Sebastiano

Il culto a Roma e fuori

L'erezione di una statua di San Sebastiano placa la diffusione della peste durante l'assedio dei longobardi. Succede a Pavia, dove infatti viene eretto un altare a San Sebastiano, nella chiesa di San Pietro in Vincoli, come anche a Roma dove si sviluppa un culto importante intorno alla basilica costruita sulle catacombe. Il culto viene esteso fuori dai confini di Roma grazie alla distribuzione delle reliquie nelle allora colonie romane: Africa, Spagna, Gallia e Germania.

Le celebrazioni del 20 gennaio in più di 100 città italiane

Celebrazioni a vario livello per il Santo si svolgono il 20 gennaio in più di cento città in tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte passando per la Puglia, l'Abruzzo e l'Umbria.

Ad Acireale, in provincia di Catania, per esempio, un treno fischia accolto dallo sventolio di fazzoletti bianchi e fuochi d'artificio per ricordare la grazia ricevuta nel 1916. Allora gli acesi posero la statua di San Sebastiano al passaggio della stazione a protezione dei ragazzi che con quel treno raggiungevano il fronte: tornarono tutti sani e salvi.

San Sebastiano, Perugino

San Sebastiano dipinto da Pietro Perugino (1495, Louvre)

In numerose città come Accadia (Foggia), Racale e Gallipoli (Lecce), Fagnano Castello e Orsomarso (Cosenza), Termoli (Campobasso), Avola (Siracusa) si tengono, tutti gli anni, ogni 20 gennaio, grandi e partecipatissime processioni al seguito delle reliquie del santo, feste patronali, palii e giochi in eventi che animano le città anche complessivamente tre giorni interi. In Sardegna, a Berchidda e a Ulassai, si fa un grande fuoco - così come anche avviene con “su fogadoni” a Ales (Oristano) - un banchetto a base di arance in una notte di festeggiamenti che apre l'antico calendario del carnevale, il “su Maimulu”. Ci sono luoghi di culto anche in Liguria, a Costarainera. C'è il Protocenobio di San Sebastiano ad Alatri (Frosinone).

San Sebastiano patrono

San Sebastiano è patrono di vigili urbani e polizia locale, arcieri, archibugieri, tappezzieri, fabbricanti di aghi e, in generale, delle tante categorie artigianali che hanno a che fare con frecce e attrezzi dotati di punte. È invocato nelle epidemie, insieme a San Rocco. È considerato patrono di molte città e oggi dà il nome a tre comuni in Italia: San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), San Sebastiano da Po (Torino) e San Sebastiano Curone (Alessandria). All’estero è molto venerato in Spagna, in Francia, in Germania e in Ungheria.

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