Santa Sara

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Biografia

La figura di Santa Sara, prima moglie di Abramo e madre di Isacco, è una pietra angolare di tutte le Chiese Cristiane. È infatti oggetto di culto del Cattolicesimo come anche nelle altre religioni monoteiste ovvero Islam ed Ebraismo, sebbene non abbia delle celebrazioni dedicate nei calendari liturgici.

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Sara: genesi e matrimonio con Abramo

Il nome Sara indica una donna nobile d'animo e di grande bellezza, come infatti era lei. Secondo la cronologia biblica, Sara nasce nel 2028 a.C. da Tera, padre di Abramo. Con il futuro marito ha in comune dunque il padre, ma non la madre. Ci sono circa 10 anni di differenza di età fra i due. I due convolano a nozze nella città di Ur.

Abramo per paura di essere ucciso allo scopo di sottrargli la moglie, spinge Sara a dichiararsi come sua sorella, anziché sua moglie. La sua bellezza le costa due rapimenti: il primo ordito dal Faraone, che Dio punisce con le piaghe portando questo a liberare Sara e lasciarla tornare da Abramo; il secondo dal re Abimelec a cui Dio si presenta in sogno per intimarlo a lasciare andare Sara; cosa che infatti accade.

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Sara è madre

Ben presto Sara si rivela sterile. Quando ormai ha compiuto 75 anni, come era uso al tempo, Abramo giace con la sua schiava al fine di dar loro un figlio. Questi, una volta nato, viene posto sulle ginocchia della legittima madre e acquisisce lo status di figlio legittimo e quindi erede del padre. In questo modo avviene che Agar, schiava di Sara, dà lei il suo primogenito: Ismaele. Ma Sara significa “madre di re” e il suo destino, anche se molto tardivamente, si compie.

Prodigiosamente in età molto avanzata Sara e Abramo concepiscono e portano alla luce Isacco, erede legittimo del patriarca. Isacco significa “sorriso di gioia” e il nome si rifa a quello stesso sorriso che Sara emette quando Dio le promette che avrebbe partorito il suo erede alla veneranda età di 90 anni. E così avviene.

Dio aggiunse ad Abramo: "Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei". Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: "Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?". [...] E Dio disse: "No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco".

Nato Isacco, però, l'autorità famigliare va in crisi: Agar e Ismaele vengono allontanati, pur se questo atto trasgredisce le leggi del tempo.

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La morte ultracentenaria

Sara muore nel 1901 a.C. Se la maternità a 90 anni segna il prodigio di questo personaggio, risulta ancora più significativa l'età della morte: 127 anni, quando Isacco ha ormai 32 anni d'età. Viene seppellita nella Tomba dei Patriarchi o Santuario di Abramo. Questo luogo di culto è situato ad Ebron (odierna Qiriat Arba, in Cisgiordania) ed è visitato da credenti ebrei, cristiani e musulmani.

Si dice che in questo complesso riposino Abramo, Sara, Isacco, la moglie Rebecca e il figlio Giacobbe, e Lia. Si ha traccia di questo luogo nel capitolo 23 del libro della Genesi. Qui, in particolare, si legge:

«Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan».

Anche dopo la morte, quindi, Sara si lega a un atto di Dio riposando in eterno nella terra promessa.

Nel vecchio e nel nuovo testamento

La storia di Sara è presente nel Vecchio testamento, nel libro della Genesi, come anche nel Nuovo testamento. La ritroviamo nella lettera di San Paolo ai Galati e nella prima lettera di Pietro. Il Santo descrive Sara come modello di donna obbediente e fedele al patriarca Abramo.

Si legge nella parte terza della lettera in questione:

Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. Così pure voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così le vostre preghiere non troveranno ostacolo.

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Culto di Santa Sara

Sebbene questa sia una figura centrale nella genesi del popolo eletto, i calendari cristiani e non solo non hanno pensato uno spazio esclusivo per Santa Sara. Tutte le Chiese cristiane la commemorano, infatti, il 9 ottobre ma insieme al marito e patriarca Abramo. Allo stesso modo viene ricordata il 24 dicembre, dalla Chiesa cattolica, ma in seno al giorno della memoria di tutti gli antenati di Gesù.

Unica data “esclusiva” è il 19 agosto quando la madre di Isacco viene festeggiata nella chiesa copta ortodossa. Sebbene gli Ismaeliti discendano da Agar, anche nell'Islam si venera Sara come prima moglie di Abramo. In particolare, Isacco e Ismaele vengono interpretati entrambi come profezia di Dio. Il Corano non parla di Sara, ma la include, appunto, nell'annuncio della nascita di Isacco.

Sara nella Divina Commedia

Il personaggio di Sara è incluso anche nel Canto 32esimo del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri. Qui, in particolare, la troviamo nel frangente in cui San Bernardo mostra a Dante, ormai in Paradiso, i luoghi in cui stanno i beati del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Ne l’ordine che fanno i terzi sedi, siede Rachel di sotto da costei con Bëatrice, sì come tu vedi.

Sarra e Rebecca, Iudìt e colei che fu bisava al cantor che per doglia del fallo disse ’Miserere mei’,

puoi tu veder così di soglia in soglia giù digradar, com’ io ch’a proprio nome vo per la rosa giù di foglia in foglia.

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