Alfonso Ridola
Biografia
Alfonso Ridola venne alla luce a Napoli, nel 1843, nel quartiere di San Lorenzo, luogo assai caratteristico ed antico dove viveva una vera e spontanea napoletanità.
La sua famiglia aveva tradizioni giuridiche ben salde: sia il padre che il nonno erano stati degli illustri avvocati; il padre Emmanuele, sposato con Francesca Guida (figlia di Tommaso – chirurgo di chiara fama e della nobildonna Anna Maria Franchi), fu amico dell’avvocato Enrico Pessina. Invece il nonno sindaco di Matera negli anni 1803, 1824 e 1832 nonché cugino del letterato Leopoldo Rodinò , del giurista Emmanuele Mastelloni e di Domenico Ridola, senatore, medico ed archeologo che fondò il Museo Archeologico Nazionale di Matera.
Laureatosi in giurisprudenza nel 1865, a soli 22 anni, presso l’Università di Napoli Federico II, fu giudice ordinario e primo avvocato del comune di Napoli.
Alfonso Ridola grazie alla propria cultura, fu un osservatore obiettivo della realtà: tradizionalista in certi valori ma innovatore sotto molti aspetti.
Fu uomo di legge e di diritto ed ebbe ai posteri un senso della giustizia, valore portante della sua vita. Alfonso Ridola credeva nella tradizione e in ciò che essa trasmetteva; fu combattivo all’opposto contro quegli aspetti della cultura meridionale fonte di ignoranza e povertà: il fatalismo, l’accettazione passiva, la subordinazione acritica, la depressione intellettuale, la borghesia reazionaria chiusa formalista nella sua acquiescente immobilità.
L’avvocato Alfonso Ridola aveva acquisito grandi meriti nell’esercizio della professione forense ed aveva contatti con molti personaggi della cultura del tempo, tra i quali Alessandro Manzoni e Carlo Poerio con i quali aveva avuto un notevole scambio epistolare .
Nel 1861 (anno dell’unità d’Italia) fondò la rivista letteraria il Manzoni dove venivano trattati argomenti di vario genere dal letterario al giuridico per finire al sociale; la redazione oltre al Ridola era composta dal professore universitario Alberto Agresti, dal letterato Eugenio Francesconi, dall’avvocato Giuseppe Tarantini e dal letterato Federigo Riccio. "Il Manzoni" fu un giornale settimanale che si caratterizzò per l’elegante stile italiano e l’accortezza della lingua, doti certamente non molto diffuse in quei tempi.
La rivista trattò diverse materie, tra le quali ad esempio si distinsero alcune eccellenti biografie di illustri italiani, alcuni scritti scientifici del noto direttore dell’osservatorio del Vesuvio, il prof. Luigi Palmieri, e alcune considerazioni interessanti del prof. Ferdinando De Luca sull’insegnamento della geografia, ed altri scritti come quelli dei letterati Leopoldo Rodinò e Carlo Lanza.
Fervente garibaldino ebbe modo di conoscere Giuseppe Garibaldi.
Durante la sua attività di avvocato collaborò con eminenti giuristi quali Luigi Amati, Edoardo Ruffa, Carlo Fiorante, Giovanni Porzio e col suo caro amico Gaetano Manfredi col quale creò un'associazione per la gratuita difesa penale dei poveri.
Ridola si sposò nel 1877 con la nobildonna Maria Consiglia Murolo dalla quale ebbe 8 figli, tra cui spiccano Mario, pittore del circolo Posillipo che fondò l’Accademia di Belle Arti a Tirana in Albania e Francesca insegnante di pianoforte che sposò l’ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci.
Nel 1884, durante l’epidemia di colera che colpì la città di Napoli, Ridola si mostrò disponibile per la cura degli ammalati creando una fondazione nell’ex convento di Sant’Antonio a Tarsia dove venivano assistiti i colpiti dall’epidemia.
Notevole la sua bibliografia giuridica soprattutto in campo penale con idee innovative ed aperte allo sviluppo sociale. Fu autore di notevoli pubblicazioni in molteplici riviste tra le quali «Il Filangieri» (1883, 1885), «Rivista Penale» (1893, 1894,1907) e «Giustizia Penale» (1899). Inoltre pubblicò anche in lingua francese testi di diritto penale e penitenziario.
Numerosi furono i testi giuridici, dal campo civilistico a quello penale; importanti quelli riguardanti la pubblica amministrazione:
- «Difesa dal Municipio di Napoli parte civile contro Telemaco Persiani, Ferdinando Lo Russo e Longone Gaetano» , Difesa di Nicolangelo Jafigliola parte civile contro il cav. Francesco Del Vasto imputato di appropriazioni indebite : presso la sezione di accusa,
- «Difesa dell’ingegnere Signor Enrico Alemagna e del Sindaco di Napoli del giudizio penale»,
- «Difesa dei sig.ri Donato Iannace e Saverio Baccari, imputati del reato preveduto dall’articolo 349 codice penale quali testimoni istrumentari presso la Sezione di Accusa»,
- Una questione di procedura penale, Napoli.
In riconoscimento dei suoi indiscussi meriti, su proposta dell’avvocato Gianturco Emanuele, Ministro di Grazia e Giustizia, con decreto del 11 novembre del 1900 fu nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Morì nel 1917 nel Palazzo di famiglia via salita arenella 53 a Napoli, l’anno precedente alla fine della prima guerra mondiale, la quale, sia pure con un prezzo altissimo di sacrificio umano, portava alla sua massima estensione il territorio dello stato italiano.
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