Discriminazione docenti supplenti: stipendi arretrati e inferiori

Messaggio per Francesco Borgonovo

Martedì 8 febbraio 2022 16:23:40
Carissimo Vicedirettore,
visto il perdurare di questa situazione e prima che succeda qualcosa di grave (es. morire di fame, sfratto per mancato pagamento affitto, cartelle esattoriali per mancato pagamento tasse o per gesto violento verso se o altri in preda alla disperazione), mi vedo costretta a contattarLa e magari anche a disturbarLa perché, fonte affidabile, potrebbe essere di grande aiuto relativamente a ciò che avviene all’interno dell’universo scolastico.
La discriminazione a livello di trattamento economico e di pagamento stipendi, a parità di qualifica, mansione ed impegno didattico ed extradidattico, si basa su questa distinzione:
- docenti di ruolo= pagamento il 23 del mese (a Natale in anticipo), malattia pagata al 100%, RPD (Retribuzione Professionale Docenti, voce retributiva che varia dalle 174 alle 273 euro circa), etc.
- docenti a tempo determinato fino al 30 giugno o 31 agosto= pagamento il 23 del mese (a Natale in anticipo), malattia pagata al 100%, RPD (Retribuzione Professionale Docenti, voce retributiva che varia dalle 174 alle 273 euro circa).
- docenti con contratto di supplenza breve e occasionale, che si riferisce sia a supplenza fino all’ultimo giorno di lezione sia a supplenza di 15-20-30gg. o 1-2-3 mesi (tra cui rientrano anche i c. d. docenti Covid) = pagamento a "babbo morto" (stipendi pagati in ritardo anche di 2-3-4-5 mesi), malattia pagata al 50%, niente RPD (Retribuzione Professionale Docenti, voce retributiva che varia dalle 174 alle 273 euro circa), quindi retribuzione inferiore.
In sintesi: stesso lavoro, ma disparità di trattamento... Stipendio sempre in ritardo di mesi solo perché il tuo contratto é ipocritamente denominato “supplenza breve e occasionale”... anziché contratto a tempo determinato.
Nel mio caso, ho preso servizio il 27 settembre 2021 con un incarico fino all’8 giugno 2022, cioè fino alla fine delle attività scolastiche, ed il primo stipendio l’ho percepito circa il 30 novembre 2021 relativo alla rata di Settembre (3 giorni) e Ottobre (mese intero).
Il 24 Dicembre u. s. ho percepito la rata di Novembre e arrivati a Febbraio, non ho ricevuto né la rata di Dicembre né quella di Gennaio. Vediamo se almeno a Febbraio riesca a prendere quella di dicembre a meno che il Ministero si metta una mano sulla coscienza e abbia una botta di saggezza e generosità tale da decidere di pagare gli arretrati a tutti e mantenere la regolarità nei pagamenti.
Sarebbe cosa buona e giusta, ma dubito di tanta bontà.
L'Istituto scolastico dove insegno riferisce di aver autorizzato i pagamenti il 3 gennaio, il NOIPA (portale del MEF per la consultazione e gestione dei contratti e pagamenti dipendenti pubblici) é bloccato da un mese per manutenzione sito, la Tesoreria Generale dello Stato riferisce che il problema non dipende dal Tesoro, ma dal Ministero dell'Istruzione e della Ricerca Scientifica che non ha i fondi per pagare i docenti con contratto di supplenza. Infatti, chiedendo informazioni circa il reiterato mancato pagamento le testuali parole del funzionario del Tesoro sono state "a terminale risulta scritto RISORSE IN CORSO DI ASSEGNAZIONE, che tradotto vuol dire il Ministero dell'Istruzione non ha i fondi per pagare i docenti che hanno un contratto di supplenza".
Naturalmente stessa cosa è avvenuta lo scorso anno, é così da anni e soprattutto sono tanti i docenti in questa situazione.
Ora mi sorge spontanea la seguente domanda: com’è possibile che un dipendente, tra l'altro pubblico, non venga pagato per il proprio lavoro? Come è possibile continuare ad assegnare cattedre e non avere i soldi necessari per pagare i docenti?
I docenti temporanei, come tutti i cittadini, hanno spese di affitto, utenze, tasse e soprattutto devono mangiare!!!

Il principio di non discriminazione è sancito dalla clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE e recepito dall’art. 6 del D. Lgs. n. 368/2001, che dunque, impone al Ministero di non discriminare il lavoro svolto con contratti a termine.
Chi lavora ha diritto a vedersi pagato lo stipendio e lo Stato non può esimersi dal farlo nei confronti dei lavoratori precari. Idem per la RPD, questo assegno spetta a tutti i docenti e non va tolta dalla busta paga dei supplenti docenti che hanno diritto, dunque, a vedersi riconosciuto l’assegno mensile.
Non è sufficiente, infatti, che la diversità di trattamento sia prevista da una norma generale ed astratta, di legge o di contratto interni, né contano la natura pubblica del datore di lavoro e la distinzione fra impiego di ruolo e non di ruolo, perché la discriminazione nel trattamento può essere giustificata solo da elementi precisi e concreti di differenziazione che contraddistinguano le modalità di lavoro e che attengano alla natura ed alle caratteristiche delle mansioni espletate, cosa che ovviamente non si concretizza per i supplenti brevi che svolgono le medesime mansioni dei loro colleghi di ruolo o di quelli con contratto a termine, cioè fino al 30 giugno o 31 agosto.
Nel discorso di insediamento del "nuovo" Presidente della Repubblica non sono riuscita contare tutte le volte che il Presidente ha pronunciato la parola dignità riferita ai vari contesti lavorativi e non dell'individuo.
Bene... i miei diritti e la mia dignità umana sono calpestati e violati ogni mese che non ricevo lo stipendio a fronte del mio lavoro. La cosa più grave é che l’artefice di queste violazioni è lo Stato, in barba a quanto sancito agli artt. 1, 2 e 3 della Costituzionale Italiana e all’art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Mi scuso per essermi dilungata, ma il tema riguarda più di 300.000 docenti, lavoratori. Siamo disperati! !
Vicedirettore, spero che almeno Lei possa fare qualcosa per rendere di pubblico dominio ciò che tutti sanno essere costituzionalmente illegittimo, ma nessuno fa nulla da anni e meno ancora in questo periodo. Anzi ormai gli unici argomenti trattati sono l'annosa e ormai noiosa questione green pass si o no, tamponi e mascherine, una fantastica e divertente prima teatrale dedicata alle elezioni del Presidente della Repubblica finita, come suol dirsi, a "Tarallucci e Vino".
Tuttavia é da ammirare l'ottima strategia per distogliere l'attenzione del popolo dai veri, tanti e gravi problemi del Paese. E' un'eccellente dimostrazione del "Panem et circenses", retaggio dell’antica Roma imperiale per sintetizzare le aspirazioni della plebe, e distoglierla da cose più importanti che riguardavano il popolo.
Confido nel suo aiuto!
Grazie per il tempo dedicatomi a leggere e per ciò che potrà fare.
Maria
Da: Maria De Nicolò

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