A proposito del nuovo ministro della P. A., ma anche di diritto allo studio
Messaggio per Mario Draghi
Domenica 14 febbraio 2021 09:52:37
Gentile Presidente Draghi,
sono una coordinatrice pedagogica di scuole e nidi infanzia del Comune di Bologna. Mi sto informando per l'uscita dal lavoro con quota 100, per me di fatto 102, perchè ho 40 anni di contributi versati.
C'è bisogno di giovani!
Volevo renderla partecipe del sentimento di profonda offesa che mi ha colpito con la nomina del ministro alla Pubblica Amministrazione. Sono la prima a sostenere la necessità di una riforma della P. A., ma non la si può affidare a chi, quando ha ricoperto questo incarico nel governo 2008/2011, ha introdotto solo meccanismi di risparmio penalizzanti per lavoratori e cittadini, ha portato ad una forte contrazione dell'offerta di servizi pubblici e riduzioni dei punti di erogazione dei servizi ad es. sanitari e ospedali o alla riduzione del tempo scuola per gli alunni. L'ultimo vero riformatore della P. A., dal mio punto di vista, è stato Franco Bassanini, uomo il cui spessore ho imparato ad apprezzare nel tempo, che ha introdotto meccanismi di semplificazione delle procedure, proponendo una diversa relazione tra cittadini e P. A., rendendola organica; da lì dovremmo ripartire.
L'attuale ministro, quando lo fu in passato, pompando sulla retorica del lavoratore pubblico ”mangiapane a tradimento” ha introdotto unicamente limitazioni alle progressioni economiche dei lavoratori, definendo dei tetti percentuali per rientrarvi e introducendo onerosi (sia in termini di budget dedicati, che di risorse umane impiegate) meccanismi valutativi, di fatto del tutto discrezionali, che hanno avuto l'unico scopo di risparmiare a danno dei lavoratori onesti, umiliandoli, e ridotto significativamente la possibilità di accesso al pubblico impiego agendo sul turn-over del personale. Queste le sue uniche azioni, impestate di retorica, nessun meccanismo di riforma organica introdotto, nessuna possibilità di agire su quei dipendenti che presentano davvero comportamenti pregiudizievoli. Fette importanti di lavoro passate dal dominio pubblico a quello privato accreditato, senza una vera possibilità di controllo su quest'ultimo quando surroga una funzione pubblica.
Torno a me, andrò in pensione a dicembre 2021 con 1400 euro, con Fornero sarei andata ad agosto 2023 con 1490, e sono fortunata perchè parte della mia pensione è calcolata su base retributiva. Il TFS mi dovrebbe essere erogato tra agosto e novembre 2025, perchè i dipendenti pubblici lo hanno dopo due anni dall'uscita dal servizio a partire dalla data Fornero; certo ho un reddito sicuro, rispetto ad altre categorie che stanno vivendo momenti ancor più angoscianti, penso al mio compagno che lavora come tecnico dello spettacolo e a tanti altri ancora.
Ma torno ai giovani, ai miei figli.
So quanto lei punti alla formazione dei giovani. Del mio corso di laurea, solo parte degli anni è coperta da contributi previdenziali, anche se ho sempre lavorato, già allora era prevista la possibilità di lavori occasionali, pagati con ritenuta d'acconto; quando venni assunta nel 1985, chiesi il riscatto dei periodi del corso di laurea non coperti, ma dal calcolo che mi propose l'Inps il costo, in relazione al mio reddito, era già allora inaffrontabile.
Credo che un concreto segnale di investimento sulla istruzione universitaria dei nostri giovani, sull'innovazione e la ricerca sarebbe quello di creare almeno un accesso alla contribuzione volontaria significativamente agevolata, come ulteriore elemento a favore del diritto allo studio, per non penalizzare questi giovani, che magari da laureati avranno salari del tutto simili ai loro colleghi che non lo sono, ma si troveranno anni in meno di contributi versati oltre che di mancati redditi.
Concludo rendendole noto, che sono molto orgogliosa del mio lavoro e della capacità che tutto il sistema dei nidi e scuole infanzia bolognesi ha messo in campo per funzionare in questo periodo pandemico, sempre tenendo alto il profilo della qualità; mostriamo ogni giorno quanto siamo preziosi per la formazione dei nostri giovanissimi cittadini e la vita delle loro famiglie, nonché in relazione all'economia e alla cultura della città. Vorrei poi allargare il senso di gratitudine e orgoglio ai colleghi della sanità, costretti a turni massacranti per il sottodimensionamento del personale, ma che con il loro lavoro competente e tenace, per la gran parte dei profili decisamente mal pagato, permettono a tutti noi di affrontare la criticità di questo momento.
Le faccio i miei più sinceri auguri Presidente di contribuire a dare forma e orgoglio alla nostra P. A. e un po' di fiducia nel futuro alle nostre ragazze e ragazzi.
sono una coordinatrice pedagogica di scuole e nidi infanzia del Comune di Bologna. Mi sto informando per l'uscita dal lavoro con quota 100, per me di fatto 102, perchè ho 40 anni di contributi versati.
C'è bisogno di giovani!
Volevo renderla partecipe del sentimento di profonda offesa che mi ha colpito con la nomina del ministro alla Pubblica Amministrazione. Sono la prima a sostenere la necessità di una riforma della P. A., ma non la si può affidare a chi, quando ha ricoperto questo incarico nel governo 2008/2011, ha introdotto solo meccanismi di risparmio penalizzanti per lavoratori e cittadini, ha portato ad una forte contrazione dell'offerta di servizi pubblici e riduzioni dei punti di erogazione dei servizi ad es. sanitari e ospedali o alla riduzione del tempo scuola per gli alunni. L'ultimo vero riformatore della P. A., dal mio punto di vista, è stato Franco Bassanini, uomo il cui spessore ho imparato ad apprezzare nel tempo, che ha introdotto meccanismi di semplificazione delle procedure, proponendo una diversa relazione tra cittadini e P. A., rendendola organica; da lì dovremmo ripartire.
L'attuale ministro, quando lo fu in passato, pompando sulla retorica del lavoratore pubblico ”mangiapane a tradimento” ha introdotto unicamente limitazioni alle progressioni economiche dei lavoratori, definendo dei tetti percentuali per rientrarvi e introducendo onerosi (sia in termini di budget dedicati, che di risorse umane impiegate) meccanismi valutativi, di fatto del tutto discrezionali, che hanno avuto l'unico scopo di risparmiare a danno dei lavoratori onesti, umiliandoli, e ridotto significativamente la possibilità di accesso al pubblico impiego agendo sul turn-over del personale. Queste le sue uniche azioni, impestate di retorica, nessun meccanismo di riforma organica introdotto, nessuna possibilità di agire su quei dipendenti che presentano davvero comportamenti pregiudizievoli. Fette importanti di lavoro passate dal dominio pubblico a quello privato accreditato, senza una vera possibilità di controllo su quest'ultimo quando surroga una funzione pubblica.
Torno a me, andrò in pensione a dicembre 2021 con 1400 euro, con Fornero sarei andata ad agosto 2023 con 1490, e sono fortunata perchè parte della mia pensione è calcolata su base retributiva. Il TFS mi dovrebbe essere erogato tra agosto e novembre 2025, perchè i dipendenti pubblici lo hanno dopo due anni dall'uscita dal servizio a partire dalla data Fornero; certo ho un reddito sicuro, rispetto ad altre categorie che stanno vivendo momenti ancor più angoscianti, penso al mio compagno che lavora come tecnico dello spettacolo e a tanti altri ancora.
Ma torno ai giovani, ai miei figli.
So quanto lei punti alla formazione dei giovani. Del mio corso di laurea, solo parte degli anni è coperta da contributi previdenziali, anche se ho sempre lavorato, già allora era prevista la possibilità di lavori occasionali, pagati con ritenuta d'acconto; quando venni assunta nel 1985, chiesi il riscatto dei periodi del corso di laurea non coperti, ma dal calcolo che mi propose l'Inps il costo, in relazione al mio reddito, era già allora inaffrontabile.
Credo che un concreto segnale di investimento sulla istruzione universitaria dei nostri giovani, sull'innovazione e la ricerca sarebbe quello di creare almeno un accesso alla contribuzione volontaria significativamente agevolata, come ulteriore elemento a favore del diritto allo studio, per non penalizzare questi giovani, che magari da laureati avranno salari del tutto simili ai loro colleghi che non lo sono, ma si troveranno anni in meno di contributi versati oltre che di mancati redditi.
Concludo rendendole noto, che sono molto orgogliosa del mio lavoro e della capacità che tutto il sistema dei nidi e scuole infanzia bolognesi ha messo in campo per funzionare in questo periodo pandemico, sempre tenendo alto il profilo della qualità; mostriamo ogni giorno quanto siamo preziosi per la formazione dei nostri giovanissimi cittadini e la vita delle loro famiglie, nonché in relazione all'economia e alla cultura della città. Vorrei poi allargare il senso di gratitudine e orgoglio ai colleghi della sanità, costretti a turni massacranti per il sottodimensionamento del personale, ma che con il loro lavoro competente e tenace, per la gran parte dei profili decisamente mal pagato, permettono a tutti noi di affrontare la criticità di questo momento.
Le faccio i miei più sinceri auguri Presidente di contribuire a dare forma e orgoglio alla nostra P. A. e un po' di fiducia nel futuro alle nostre ragazze e ragazzi.
Da: Lorella Bertelli
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