La medicina di famiglia questa sconosciuta
Messaggio per Mario Giordano
Mercoledì 10 febbraio 2021 12:05:46
Buongiorno Direttore,
Vorrei essere una voce fuori dal coro. Ognuno dice la sua ma come stanno effettivamente le cose? Sono uno di quei medici che non ha visitato a casa i pazienti. Ma ne ha Curati tantissimi: complicanze, solo due casi, ospedalizzati e successivamente risolti. Sono d'accordo a visitare personalmente i miei pazienti, ma tutelata, come accade per queste leggendarie usca, su cui avrei molto da dire. Non mi piace vedere i martiri in TV nel suo programma, che apprezzo moltissimo. Non sono una martire, sono un medico che lavora tantissime ore nella giornata, che gestisce pazienti positivi al virus e la normale popolazione che accede ai nostri studi visto che nessuno più visita. Gli specialisti si sono dispersi... Murati vivi? Internati? Non abbiamo notizie.
Procurare una visita specialistica ai nostri pazienti diventa un'impresa a meno che non si paghi, allora si abbattono le difficoltà e nel giro di 2-3 giorni il paziente ottiene una consulenza.
Quale è lo standard di qualità di ogni medico di famiglia? Esiste un confronto? Si carica la medicina di famiglia perché si pensa che si lavori 2-3 ore al giorno. Si possono cercare testimonianze.. verificare che a volte non bastano 10 ore al giorno, se vuoi essere un medico presente.
Meritocrazia =zero; veniamo retribuiti tutti allo stesso modo, coloro che lavorano in lockdown (???) e coloro che faticano per gestire i propri pazienti, per curarli, per seguirli nella loro patologia e a volte solo per rassicurarli.
Carenze del sistema sanitario, si dà troppo. Troppa medicalizzazione: il paziente anche il migliore ha un potere immenso, ha il potere della revoca., per cui a volte spadroneggia. Occorre quindi saper mediare, saper costruire una relazione efficace e non sempre è facile e non sempre è possibile. Un meraviglioso argomento: l'egemonia del paziente ed il potere della revoca., non interessa a nessuno, bisognerebbe scardinare o almeno mettere in discussione un
sistema, in tutti i casi, non volendo ritenermi una martire come coloro che lei ha intervistato e portato nella sua trasmissione, chiedo protezione adeguata, nella gestione dei pazienti positivi. Non ho alcuna intenzione di salire sul binario 21:
Perché non fornire tute e scafandri e recarsi a casa del paziente positivo accompagnati da un'infermiera, visto che le equipe formate, prevedono che la visita venga effettuata da due sanitari, che possano seguire una procedura anche di vestizione adeguata.
Il ruolo del sindacato maggioritario FIMMG... Anche qui le riflessioni sono innumerevoli, si punta sulla quantità, trascurando l'aspetto qualitativo della professione. Occorre un modello qualitativo. Quelle due o tre ore che pubblicamente appaiono sulle targhe degli studi medici, in realtà sono ore di accettazione, che permettono al medico di organizzare la giornata, gli appuntamenti, le telefonate.
Il dramma è che diversi colleghi ritengono che quello sia il vero orario lavorativo. Come vede, esistono molte zone d'ombra, molti aspetti inesplorati, che forse varrebbe la pena di approfondire.
Un cordiale saluto.
Isabella Nucera
Vorrei essere una voce fuori dal coro. Ognuno dice la sua ma come stanno effettivamente le cose? Sono uno di quei medici che non ha visitato a casa i pazienti. Ma ne ha Curati tantissimi: complicanze, solo due casi, ospedalizzati e successivamente risolti. Sono d'accordo a visitare personalmente i miei pazienti, ma tutelata, come accade per queste leggendarie usca, su cui avrei molto da dire. Non mi piace vedere i martiri in TV nel suo programma, che apprezzo moltissimo. Non sono una martire, sono un medico che lavora tantissime ore nella giornata, che gestisce pazienti positivi al virus e la normale popolazione che accede ai nostri studi visto che nessuno più visita. Gli specialisti si sono dispersi... Murati vivi? Internati? Non abbiamo notizie.
Procurare una visita specialistica ai nostri pazienti diventa un'impresa a meno che non si paghi, allora si abbattono le difficoltà e nel giro di 2-3 giorni il paziente ottiene una consulenza.
Quale è lo standard di qualità di ogni medico di famiglia? Esiste un confronto? Si carica la medicina di famiglia perché si pensa che si lavori 2-3 ore al giorno. Si possono cercare testimonianze.. verificare che a volte non bastano 10 ore al giorno, se vuoi essere un medico presente.
Meritocrazia =zero; veniamo retribuiti tutti allo stesso modo, coloro che lavorano in lockdown (???) e coloro che faticano per gestire i propri pazienti, per curarli, per seguirli nella loro patologia e a volte solo per rassicurarli.
Carenze del sistema sanitario, si dà troppo. Troppa medicalizzazione: il paziente anche il migliore ha un potere immenso, ha il potere della revoca., per cui a volte spadroneggia. Occorre quindi saper mediare, saper costruire una relazione efficace e non sempre è facile e non sempre è possibile. Un meraviglioso argomento: l'egemonia del paziente ed il potere della revoca., non interessa a nessuno, bisognerebbe scardinare o almeno mettere in discussione un
sistema, in tutti i casi, non volendo ritenermi una martire come coloro che lei ha intervistato e portato nella sua trasmissione, chiedo protezione adeguata, nella gestione dei pazienti positivi. Non ho alcuna intenzione di salire sul binario 21:
Perché non fornire tute e scafandri e recarsi a casa del paziente positivo accompagnati da un'infermiera, visto che le equipe formate, prevedono che la visita venga effettuata da due sanitari, che possano seguire una procedura anche di vestizione adeguata.
Il ruolo del sindacato maggioritario FIMMG... Anche qui le riflessioni sono innumerevoli, si punta sulla quantità, trascurando l'aspetto qualitativo della professione. Occorre un modello qualitativo. Quelle due o tre ore che pubblicamente appaiono sulle targhe degli studi medici, in realtà sono ore di accettazione, che permettono al medico di organizzare la giornata, gli appuntamenti, le telefonate.
Il dramma è che diversi colleghi ritengono che quello sia il vero orario lavorativo. Come vede, esistono molte zone d'ombra, molti aspetti inesplorati, che forse varrebbe la pena di approfondire.
Un cordiale saluto.
Isabella Nucera
Da: Isabella Nucera
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