Quando la legittima difesa diventa negoziabile
Messaggio per Mario Giordano
Domenica 27 marzo 2022 20:36:03
Buonasera Dr. Giordano.
Quasi tutti ricordiamo - prima dell'avvento del covid- gli aspri ed accesi dibattiti intorno ad un tema scottante quasi quanto quello, oggi, dell'invio delle armi in Ucraina: il diritto alla legittima difesa. Tutti ricordiamo anche come, in proposito, in seguito al proliferare delle rapine perpetrate ai danni di brava gente, di gente inoffensiva, di gente onesta che lavorava e che giustamente rivendicava il ricorso alla legittima difesa pur di non finire morta ammazzata sotto gli spari dei rapinatori, la legge italiana si fosse mostrata assolutamente rigida per non dire implacabile. Anche intorno a questo tema, meglio, problema, si scatenarono i tuoni, i fulmini e le saette degli immancabili "buonisti", vale a dire scrittori, giornalisti e, più in generale, assidui frequentatori dei salotti televisivi serali: "legittima difesa? Non se ne parla, il cittadino minacciato anche in casa propria non deve imbracciare un'arma per difendersi ma, piuttosto, chiamare le forze dell'ordine!". Già. Ma come chiamare le forze dell'ordine se un esercente, o un povero cristo qualsiasi tirato giù dal letto nottetempo dai ladri, che sono entrati in casa sua per rapinarlo e forse pure per ucciderlo, ha una pistola puntata alla tempia? Niente da fare: "NON dove opporsi ai rapinatori USANDO LE ARMI, pena l'ergastolo per omicidio colposo". A lui, e non già al rapinatore. Oggi, i termini della querelle si sono completamente ribaltati alla luce di quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina, attraverso l'invio - legittimato dal nostro governo - d'inviare armi all'Ucraina a salvaguardia della propria difesa e, frase aggiuntiva, di quella dei Paesi confinanti. Spiegazione un po' tardiva e, mi sembra, pretestuosa e raffazzonata. Ecco infatti che il concetto di "legittima difesa", che prima veniva configurato quale reato dalla giustizia italiana, improvvisamente assume un significato salvifico ed "eletto" con cui il governo italiano tenta di contenere i mugugni generali e perfino di Bergoglio circa l'invio di armi ad una nazione belligerante (e di cui gli italiani dovranno pure accollarsi le spese), anzichè continuare a perseverare nel ricorso alla diplomazia, ai negoziati, ad un cessate il fuoco con l'impegno da ambo le parti (Russia e Ucraina) di rinunciare a qualcosa in cambio della PACE. Ecco, io non tollero l'ipocrisia, soprattutto quando viene usata per coprire e giustificare scelte azzardate se non addirittura scellerate. L'Italia, come purtroppo le venne imposto con grave danno economico per la fascia medio/povera del Paese, che dalla mattina alla sera si risvegliò con gli stipendi dimezzati dall'euro, si è ritrovata membro di un'alleanza, quella europea, fatta perlopiù di carta e chiacchiere. La quale Unione Europea, sulla cui compattezza si va blaterando per tacitare gli animi, è sempre stata infatti piuttosto sfuggente per non dire assente circa temi bollenti quali la ripartizione dei migranti, perseguendo nella medesima linea di non-decisione anche in merito alla fornitura delle armi. E del gas. Come staccare la canna del gas alla Russia è, immagino, un tema che ci trova TUTTI d'accordo anche perché di fatto significherebbe non solo finire di stritolarla economicamente, ma anche sottrarsi alla dipendenza da una nazione pericolosa. Attivarsi per l'impegno a procedere su una linea COMUNE che non riguardi solo il fabbisogno delle singole nazioni, ma anche un prezzo stimato uguale per tutti, sarebbe il segnale significativo di SOLIDARIETA', MUTUO SOCCORSO, PARTERNARIATO e INDIPENDENZA dall'orso russo che dovrebbe caratterizzare in primis l'Unione Europea ricordando tuttavia che, se come auspico, questa guerra avrà un termine a breve scadenza, con l'orso russo, se non altro per questioni di buona "convivenza" e per ripristinare gli equilibri mondiali, dovremo in qualche modo tornare a dialogare. Ecco perché il ricorso al termine "compattezza" riferito alla UE in occasione della guerra russo-ucraina e del rifornimento di armi da parte di alcune nazioni tra cui l'Italia mi sembra alquanto improprio. Va ricordato, infatti, che oltre ad una parte degli italiani che si è dichiarata nettamente contraria al riarmo, vi sono nazioni come la Spagna di Sanchez che, almeno stando a quanto riportato appena pochi giorni fa, NON intendono inviare armi direttamente all'Ucraina come stiamo facendo noi ed altre nazioni che, avendo un'economia più solida della nostra possono permettersi il LUSSO delle spese militari, bensì, più saggiamente, hanno deciso di muoversi entro il meccanismo di coordinamento messo in atto, e che SPETTA, alla Commissione Europea con una strategia unitaria. Vale a dire senza sconfinare e rispettando le norme cui TUTTE le nazioni -membro hanno aderito a garanzia della PACE e non già dell'alimentazione di una guerra con la fornitura delle armi. E senza bisogno di far ricorso al nostro petto sporgente di sempre sedicenti "eroi" italiani.
Grazie
Quasi tutti ricordiamo - prima dell'avvento del covid- gli aspri ed accesi dibattiti intorno ad un tema scottante quasi quanto quello, oggi, dell'invio delle armi in Ucraina: il diritto alla legittima difesa. Tutti ricordiamo anche come, in proposito, in seguito al proliferare delle rapine perpetrate ai danni di brava gente, di gente inoffensiva, di gente onesta che lavorava e che giustamente rivendicava il ricorso alla legittima difesa pur di non finire morta ammazzata sotto gli spari dei rapinatori, la legge italiana si fosse mostrata assolutamente rigida per non dire implacabile. Anche intorno a questo tema, meglio, problema, si scatenarono i tuoni, i fulmini e le saette degli immancabili "buonisti", vale a dire scrittori, giornalisti e, più in generale, assidui frequentatori dei salotti televisivi serali: "legittima difesa? Non se ne parla, il cittadino minacciato anche in casa propria non deve imbracciare un'arma per difendersi ma, piuttosto, chiamare le forze dell'ordine!". Già. Ma come chiamare le forze dell'ordine se un esercente, o un povero cristo qualsiasi tirato giù dal letto nottetempo dai ladri, che sono entrati in casa sua per rapinarlo e forse pure per ucciderlo, ha una pistola puntata alla tempia? Niente da fare: "NON dove opporsi ai rapinatori USANDO LE ARMI, pena l'ergastolo per omicidio colposo". A lui, e non già al rapinatore. Oggi, i termini della querelle si sono completamente ribaltati alla luce di quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina, attraverso l'invio - legittimato dal nostro governo - d'inviare armi all'Ucraina a salvaguardia della propria difesa e, frase aggiuntiva, di quella dei Paesi confinanti. Spiegazione un po' tardiva e, mi sembra, pretestuosa e raffazzonata. Ecco infatti che il concetto di "legittima difesa", che prima veniva configurato quale reato dalla giustizia italiana, improvvisamente assume un significato salvifico ed "eletto" con cui il governo italiano tenta di contenere i mugugni generali e perfino di Bergoglio circa l'invio di armi ad una nazione belligerante (e di cui gli italiani dovranno pure accollarsi le spese), anzichè continuare a perseverare nel ricorso alla diplomazia, ai negoziati, ad un cessate il fuoco con l'impegno da ambo le parti (Russia e Ucraina) di rinunciare a qualcosa in cambio della PACE. Ecco, io non tollero l'ipocrisia, soprattutto quando viene usata per coprire e giustificare scelte azzardate se non addirittura scellerate. L'Italia, come purtroppo le venne imposto con grave danno economico per la fascia medio/povera del Paese, che dalla mattina alla sera si risvegliò con gli stipendi dimezzati dall'euro, si è ritrovata membro di un'alleanza, quella europea, fatta perlopiù di carta e chiacchiere. La quale Unione Europea, sulla cui compattezza si va blaterando per tacitare gli animi, è sempre stata infatti piuttosto sfuggente per non dire assente circa temi bollenti quali la ripartizione dei migranti, perseguendo nella medesima linea di non-decisione anche in merito alla fornitura delle armi. E del gas. Come staccare la canna del gas alla Russia è, immagino, un tema che ci trova TUTTI d'accordo anche perché di fatto significherebbe non solo finire di stritolarla economicamente, ma anche sottrarsi alla dipendenza da una nazione pericolosa. Attivarsi per l'impegno a procedere su una linea COMUNE che non riguardi solo il fabbisogno delle singole nazioni, ma anche un prezzo stimato uguale per tutti, sarebbe il segnale significativo di SOLIDARIETA', MUTUO SOCCORSO, PARTERNARIATO e INDIPENDENZA dall'orso russo che dovrebbe caratterizzare in primis l'Unione Europea ricordando tuttavia che, se come auspico, questa guerra avrà un termine a breve scadenza, con l'orso russo, se non altro per questioni di buona "convivenza" e per ripristinare gli equilibri mondiali, dovremo in qualche modo tornare a dialogare. Ecco perché il ricorso al termine "compattezza" riferito alla UE in occasione della guerra russo-ucraina e del rifornimento di armi da parte di alcune nazioni tra cui l'Italia mi sembra alquanto improprio. Va ricordato, infatti, che oltre ad una parte degli italiani che si è dichiarata nettamente contraria al riarmo, vi sono nazioni come la Spagna di Sanchez che, almeno stando a quanto riportato appena pochi giorni fa, NON intendono inviare armi direttamente all'Ucraina come stiamo facendo noi ed altre nazioni che, avendo un'economia più solida della nostra possono permettersi il LUSSO delle spese militari, bensì, più saggiamente, hanno deciso di muoversi entro il meccanismo di coordinamento messo in atto, e che SPETTA, alla Commissione Europea con una strategia unitaria. Vale a dire senza sconfinare e rispettando le norme cui TUTTE le nazioni -membro hanno aderito a garanzia della PACE e non già dell'alimentazione di una guerra con la fornitura delle armi. E senza bisogno di far ricorso al nostro petto sporgente di sempre sedicenti "eroi" italiani.
Grazie
Da: Roberta 2
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