Del caffé e della Solidarietà

Messaggio per Massimo Gramellini

Mercoledì 7 aprile 2021 08:48:55
Approvo al 1000(100 il Suo caffé di oggi. Voglio solo aggiungere una mia rifleasione sulla parola salidarietà, che usa anche Lei.
. Abbiamo fatto della solidarietà una virtù morale, la cui pratica ovviamnete è lasciata alla buona volontà e alla spontaneità delle persone. Eppure parliamo anche di solidarietà nazionale, e in questo caso non parliamo di una superiore virtù morale, ma di una componente etica della realtà della nazione, quella che costituisce il senso concreto della sua unità.
E' alla solidarietà in questo senso etico-politico che richiamo e che invito a richiamare chi ha responsabilià nazionali, nel momento in cui siamo messi davanti all'evidenza della vistosa e iniqua disparità che la situazione presente ha creato tra i due gruppi fondamentali di cittadini: i garantiti da contratti pubblici e i non garantiti, perchè dipendedenti dal loro lavoro individuale.
Se ha senso questo senso civico, etico-politico, della solidarietà nazionale, ritengo un dovere che la scarsità delle risorse disponibili per sotenere questa parte svantaggiata della cittadinanza venga integrata col ricorso a un prelievo, proporzionale e progressivo, sul reddito dei garantiti.
Sarebbe un passo forte nella direzione di una reale crescita del paese, nella direzione di una effettiva e reale coesione nazionale. Condividere una condizione di necessità, affrontare la grave disuguaglanza creata da una condizione oggettiva, assimilabile a quella della guerra, introducendo un'azione di condivisione, è dare realtà effettiva all'appartenenza a un'unità politica.
Non c'è in questo il passaggio a un piano morale, dal momento che questa componente etica della prassi politica di una nazione si esercita nell'ordinaria politica fiscale; si tratta di un adeguamrnto della politica fiscale ordinaria alla condizione straordinaria, con un consapevole richiamo ai valori costituzionali, che per una volta potrebbe superare l'usata versione retorica e celebrativa.
Incoraggiato dal Suo caffé di stamattina e dalla simpatia che provo per quasi tutte le Sue prese di posizione, idirizzo a Lei questa mia riflessione, perché riterrei un privilegio ricevere una Sua critica a questa mia idea forse assurda. Perché mi piacerebbe che quamche voce autorevole e ascoltata potesse rivolgere l'invito al politico di governo, al responsabile di partito, al rappresentante sindacale di non temere di compromettere la loro autorità, potere e consenso, affrontando questa implicazione politica del senso etico della comunità nazionale.
Da: Franco Bassani, Mantova

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