Bella ciao
Messaggio per Massimo Gramellini
Giovedì 7 ottobre 2021 16:02:40
Gentilissimo Gramellini,
legga, la prego e, se ha qualcosa da dire, o da ridire, o da …ridere, sa dove
trovarmi.
Con doverosa stima
Ernesto Scura
(Ottantottenne ingegnere calabrese di etnia arbëresh)
BELLA CIAO di Ernesto Scura
Dice Cesare Bermani, scrittore di sinistra particolarmente attento agli eventi collegati alla guerra di Resistenza: “Fischia il vento, sull'aria di un canto d'amore russo, “Katjuša”, è stata la canzone partigiana più cantata dai partigiani comunisti.
A metà anni sessanta il centrosinistra, al governo, diede forza alla sinistra che ha puntato su “Bella ciao” come simbolo per dare una unità posteriore al movimento partigiano“ con connotazioni più propriamente nazionali, onde fugare quell’ombra di servile sudditanza derivante dall’aver adottato come inno ideologico un inno sovietico. E quì occorre precisare che “Bella Ciao”, non solo non venne mai cantata dai partigiani ma, addirittura, l’odierno testo che noi conosciamo, fu adattato sulle note di una vecchia canzone che descriveva il duro lavoro delle mondine curve nelle risaie del vercellese. E non solo le note, ma anche l’iterativo ritornello “o bella ciao” fu adottato pari pari, tanto per completare il plagio, dando così, almeno, un tocco di orecchiabilità, alla porzione innovativa di quel testo colmo di strafalcioni e sgrammaticature. Dunque, il “Bella Ciao” partigiano fu un maldestro arrangiamento di un canto di sofferenza per farne un inno di “Guerra”, anche se quelli che oggi l’intonano, vogliono spacciarlo per un inno …”pacifista”. Cioè, per conquistare la “libertà, che si fa ? si combatte e, forse, persino, si muore. Ecco, “Bella Ciao” è l’inno postumo all’eroismo e alla lotta non combattuta per la libertà ma per il trionfo del comunismo. E, a ben vedere, tutt’oggi noi non godremmo di quella libertà, senza il sacrificio di morti e di sangue pagato da quei soldati Yankees. Non vi basta ? E allora sentiamo la dichiarazione di un campione della sinistra, il comunista Giorgio Bocca, di cui nessuno può negare la correttezza morale e la sua partecipazione attiva alle fasi più pericolose di quella guerra partigiana: “L’unica cosa certa, é che in venti mesi della guerra partigiana non l’ho «mai sentita cantare» (e pure gliela suonarono al suo funerale). Della prima volta che fu cantata abbiamo un dato certo: fu ad un congresso della Gioventù Comunista Mondiale, tenutosi a Praga, nel 1947, quindi a guerra ormai finita da due anni, intonata, a squarciagola, dalla delegazione italiana, con l’attuale testo banale e sgrammaticato di cui vi offriamo in’impietosa dissezione ”anatomica”. “Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, una mattina mi son svegliato, ed ho trovato l’invasor. ” E CHI PARLA SEMBREREBBE UN UOMO. “O partigiano portami via, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, o partigiano portami via che mi sento di morir. PORTAMI VIA. ALLORA È UNA DONNA? MAH ! “MI SENTO DI MORIRE”. NELLA CORRETTA LINGUA ITALIANA, “SENTIRSI DI…” STA A SIGNIFICARE LA VOLONTA DI FARE QUALCOSA, QUINDI, NEL CASO IN ESAME “VOGLIO MORIRE” (ma si può essere più fessi di così ?) SAREBBE CORRETTO DIRE “MI SENTO MORIRE”. “E se io muoio da partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir”. È UN UOMO CHE DÁ DISPOSIZIONI DI SEPOLTURA. “E seppellire, lassù in montagna, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e seppellire lassù in montagna, sotto l’ombra di un bel fior”. MA CHE OMBRA PUÒ FARE UN FIORE ? “Tutte le genti che passeranno o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, tutte le genti che passeranno diranno che bel fior”. DOPO UNA RICERCA IN INTERNET EMERGE: ‘Le "genti" è una parola che non si trova più nei testi moderni. "forse si trova in qualche poesia un po' antiquata, ad esempio " le straniere genti" (foreigner populations) ”. “E questo è il fiore del partigiano, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e questo è il fiore del partigiano morto per la libertà”. PAPARAZUMPA, PAPARAZUMPA, PARAPAZUMPAPAPÀ. PROVATE A CANTARLA CON QUESTA FILASTROCCA ACCOMMPAGNATA DAL RITMO DEI BATTIMANI, È GARANTITO L’EFFETTO DA CONGRESSO DEL PRESIDIUM DEL SOVIET SUPREMO DELL’UNIONE SOVIETICA.
Ernesto SCURA
legga, la prego e, se ha qualcosa da dire, o da ridire, o da …ridere, sa dove
trovarmi.
Con doverosa stima
Ernesto Scura
(Ottantottenne ingegnere calabrese di etnia arbëresh)
BELLA CIAO di Ernesto Scura
Dice Cesare Bermani, scrittore di sinistra particolarmente attento agli eventi collegati alla guerra di Resistenza: “Fischia il vento, sull'aria di un canto d'amore russo, “Katjuša”, è stata la canzone partigiana più cantata dai partigiani comunisti.
A metà anni sessanta il centrosinistra, al governo, diede forza alla sinistra che ha puntato su “Bella ciao” come simbolo per dare una unità posteriore al movimento partigiano“ con connotazioni più propriamente nazionali, onde fugare quell’ombra di servile sudditanza derivante dall’aver adottato come inno ideologico un inno sovietico. E quì occorre precisare che “Bella Ciao”, non solo non venne mai cantata dai partigiani ma, addirittura, l’odierno testo che noi conosciamo, fu adattato sulle note di una vecchia canzone che descriveva il duro lavoro delle mondine curve nelle risaie del vercellese. E non solo le note, ma anche l’iterativo ritornello “o bella ciao” fu adottato pari pari, tanto per completare il plagio, dando così, almeno, un tocco di orecchiabilità, alla porzione innovativa di quel testo colmo di strafalcioni e sgrammaticature. Dunque, il “Bella Ciao” partigiano fu un maldestro arrangiamento di un canto di sofferenza per farne un inno di “Guerra”, anche se quelli che oggi l’intonano, vogliono spacciarlo per un inno …”pacifista”. Cioè, per conquistare la “libertà, che si fa ? si combatte e, forse, persino, si muore. Ecco, “Bella Ciao” è l’inno postumo all’eroismo e alla lotta non combattuta per la libertà ma per il trionfo del comunismo. E, a ben vedere, tutt’oggi noi non godremmo di quella libertà, senza il sacrificio di morti e di sangue pagato da quei soldati Yankees. Non vi basta ? E allora sentiamo la dichiarazione di un campione della sinistra, il comunista Giorgio Bocca, di cui nessuno può negare la correttezza morale e la sua partecipazione attiva alle fasi più pericolose di quella guerra partigiana: “L’unica cosa certa, é che in venti mesi della guerra partigiana non l’ho «mai sentita cantare» (e pure gliela suonarono al suo funerale). Della prima volta che fu cantata abbiamo un dato certo: fu ad un congresso della Gioventù Comunista Mondiale, tenutosi a Praga, nel 1947, quindi a guerra ormai finita da due anni, intonata, a squarciagola, dalla delegazione italiana, con l’attuale testo banale e sgrammaticato di cui vi offriamo in’impietosa dissezione ”anatomica”. “Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, una mattina mi son svegliato, ed ho trovato l’invasor. ” E CHI PARLA SEMBREREBBE UN UOMO. “O partigiano portami via, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, o partigiano portami via che mi sento di morir. PORTAMI VIA. ALLORA È UNA DONNA? MAH ! “MI SENTO DI MORIRE”. NELLA CORRETTA LINGUA ITALIANA, “SENTIRSI DI…” STA A SIGNIFICARE LA VOLONTA DI FARE QUALCOSA, QUINDI, NEL CASO IN ESAME “VOGLIO MORIRE” (ma si può essere più fessi di così ?) SAREBBE CORRETTO DIRE “MI SENTO MORIRE”. “E se io muoio da partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir”. È UN UOMO CHE DÁ DISPOSIZIONI DI SEPOLTURA. “E seppellire, lassù in montagna, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e seppellire lassù in montagna, sotto l’ombra di un bel fior”. MA CHE OMBRA PUÒ FARE UN FIORE ? “Tutte le genti che passeranno o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, tutte le genti che passeranno diranno che bel fior”. DOPO UNA RICERCA IN INTERNET EMERGE: ‘Le "genti" è una parola che non si trova più nei testi moderni. "forse si trova in qualche poesia un po' antiquata, ad esempio " le straniere genti" (foreigner populations) ”. “E questo è il fiore del partigiano, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e questo è il fiore del partigiano morto per la libertà”. PAPARAZUMPA, PAPARAZUMPA, PARAPAZUMPAPAPÀ. PROVATE A CANTARLA CON QUESTA FILASTROCCA ACCOMMPAGNATA DAL RITMO DEI BATTIMANI, È GARANTITO L’EFFETTO DA CONGRESSO DEL PRESIDIUM DEL SOVIET SUPREMO DELL’UNIONE SOVIETICA.
Ernesto SCURA
Da: Ernesto Scura Corigliano
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