Faccio appello alla tua umanità per un tema molto caro: la violenza stradale
Messaggio per Massimo Gramellini
Mercoledì 2 marzo 2022 19:35:45
Carissimo Massimo Gramellini il messaggio che ti scrivo è nel gruppo #genovaciclabile e sono taggate le principali associazioni e fondazioni legate al tema della violenza stradale e della mobilità sostenibile. Alla fine del testo che riporto metterò il link al post facebook. In tale post ho condiviso il link con la storia di Mario, una storia molto toccante di violenza stradale ed eutanasia.
Carissimo Massimo Gramellini.
Non frequento da 25 anni la televisione (non che la frequentassi molto prima), perché in una certa fase della mia vita, ancora minorenne, l'ho trovata povera di contenuti e in un'era in cui in pochi avevano internet e io non avevo neanche il computer l'ho spenta.
E per anni non ha mai abitato e non abita le case in cui ho vissuto.
Nell'era di internet tuttavia mi imbatto talora in video molto belli colmi di umanità di cui per fortuna anche la tv a volte è sorgente.
Ho iniziato quindi per caso a guardare i tuoi monologhi ed ognuno riga di lacrime il mio viso, per delle carezze di una bellezza rara che le tue parole donano alla mia anima e per le storie di persone straordinarie che raccontano.
E lo stesso mi è successo ascoltando la storia di Mario perché sollevi un tema, l'eutanasia, che ritengo di grandissima importanza.
E puntuale mi è partito un pianto incontrollato e non solo per l'immenso dolore che questa storia si porta con sè.
Questa volta ho pianto anche per quel senso di impotenza che si trova quando non si è "Massimo Gramellini" e non si ha il potere di poter far arrivare il proprio messaggio a tante persone, ma si è semplici fondatori di un gruppo facebook locale con 10k utenti.
Un gruppo che tra le lotte giornaliere affronta un tema di una gravità immensa e su cui tutti i canali della comunicazione sorvolano: la violenza stradale.
Anche tu. E per una volta ti avrei aggiunto a quel discorso qualche parola e pensiero in più.
Nel video esordisci con una frase: "La vita a volte cambia in un attimo" e ci percepisco sfumature di ineluttabilità e casualità, le stesse che evoca la parola più sbagliata di tutte per nominare l'episodio che caratterizza la violenza stradale: incidente.
La vita di Mario è cambiata perché una persona lo ha quasi ucciso, guidando contromano nella strada in cui Mario guidava.
Carissimo Massimo. Vorrei che le tue parole accarezzassero i nostri cuori in una nuova storia per almeno alleggerirmi del senso di impotenza di cui ti parlavo sopra.
Ogni giorno quello che succede a Mario succede ad altrettante persone. E' una mattanza che chiamiamo incidenti ma che sarebbero tutti evitabili.
Le pagine istat sono piene di sangue e lacrime di persone che hanno cambiato la loro vita e quella dei loro cari in un attimo. Per sempre.
Ti prego di raccontare una storia di violenza stradale. Sono tante le storie ogni giorno da raccontare. Quante persone vengono investite ogni giorno sulle strisce pedonali! E' questo un paese civile?
Rendile carezze per l'anima perché diventino temi di tale importanza da trasformarsi in leggi, in strade disegnate non per arrivare prima, ma per arrivare, per vivere.
C'è un numero, che è l'unico numero che vogliamo leggere, che è già stato scritto nella storia di città civili e che vorremmo vedere scritto per tutte città italiane: ZERO 0.
Zero morti, zero paralizzati, zero feriti. Perchè la strada è il luogo di tutti, impossibile da evitare.
Spero che la mia preghiera ti arrivi, perché sono sicura che scriveresti un'altra splendida carezza.
Un grande abbraccio con tutto il cuore a Mario e alla sua mamma da questo piccolo grande gruppo. E tanta tantissima riconoscenza.
Il link al post facebook:
h-------
Carissimo Massimo Gramellini.
Non frequento da 25 anni la televisione (non che la frequentassi molto prima), perché in una certa fase della mia vita, ancora minorenne, l'ho trovata povera di contenuti e in un'era in cui in pochi avevano internet e io non avevo neanche il computer l'ho spenta.
E per anni non ha mai abitato e non abita le case in cui ho vissuto.
Nell'era di internet tuttavia mi imbatto talora in video molto belli colmi di umanità di cui per fortuna anche la tv a volte è sorgente.
Ho iniziato quindi per caso a guardare i tuoi monologhi ed ognuno riga di lacrime il mio viso, per delle carezze di una bellezza rara che le tue parole donano alla mia anima e per le storie di persone straordinarie che raccontano.
E lo stesso mi è successo ascoltando la storia di Mario perché sollevi un tema, l'eutanasia, che ritengo di grandissima importanza.
E puntuale mi è partito un pianto incontrollato e non solo per l'immenso dolore che questa storia si porta con sè.
Questa volta ho pianto anche per quel senso di impotenza che si trova quando non si è "Massimo Gramellini" e non si ha il potere di poter far arrivare il proprio messaggio a tante persone, ma si è semplici fondatori di un gruppo facebook locale con 10k utenti.
Un gruppo che tra le lotte giornaliere affronta un tema di una gravità immensa e su cui tutti i canali della comunicazione sorvolano: la violenza stradale.
Anche tu. E per una volta ti avrei aggiunto a quel discorso qualche parola e pensiero in più.
Nel video esordisci con una frase: "La vita a volte cambia in un attimo" e ci percepisco sfumature di ineluttabilità e casualità, le stesse che evoca la parola più sbagliata di tutte per nominare l'episodio che caratterizza la violenza stradale: incidente.
La vita di Mario è cambiata perché una persona lo ha quasi ucciso, guidando contromano nella strada in cui Mario guidava.
Carissimo Massimo. Vorrei che le tue parole accarezzassero i nostri cuori in una nuova storia per almeno alleggerirmi del senso di impotenza di cui ti parlavo sopra.
Ogni giorno quello che succede a Mario succede ad altrettante persone. E' una mattanza che chiamiamo incidenti ma che sarebbero tutti evitabili.
Le pagine istat sono piene di sangue e lacrime di persone che hanno cambiato la loro vita e quella dei loro cari in un attimo. Per sempre.
Ti prego di raccontare una storia di violenza stradale. Sono tante le storie ogni giorno da raccontare. Quante persone vengono investite ogni giorno sulle strisce pedonali! E' questo un paese civile?
Rendile carezze per l'anima perché diventino temi di tale importanza da trasformarsi in leggi, in strade disegnate non per arrivare prima, ma per arrivare, per vivere.
C'è un numero, che è l'unico numero che vogliamo leggere, che è già stato scritto nella storia di città civili e che vorremmo vedere scritto per tutte città italiane: ZERO 0.
Zero morti, zero paralizzati, zero feriti. Perchè la strada è il luogo di tutti, impossibile da evitare.
Spero che la mia preghiera ti arrivi, perché sono sicura che scriveresti un'altra splendida carezza.
Un grande abbraccio con tutto il cuore a Mario e alla sua mamma da questo piccolo grande gruppo. E tanta tantissima riconoscenza.
Il link al post facebook:
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Da: Alessandra Repetto, fondatrice di #Genovaciclabile
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