Ma i bambini lo guardano?
Messaggio per Massimo Gramellini
Lunedì 28 marzo 2022 19:16:12
Gentile Dott. Gramellini,
Mi riferisco al suo "caffè" del 26/3.
Intanto La ringrazio per avermi ricordato un tempo in cui "si andava allo stadio almeno due volte al mese e si giocava a pallone tutti i giorni".
Appartengo infatti a quella generazione di ragazzi cresciuti a pane e pallone, un pallone fatto di interminabili partite in ogni angolo, vicolo o piazza o cortile, che tanto qualunque cosa andava bene. Partite con delle scarpe o dei sassi al posto dei pali e che finivano alla sera, quando il pallone non si vedeva quasi più, i quando tua madre veniva a prelevarti con la forza.
L'importante non era giocare nel campo regolamentare, o avere le scarpe o il completo ultimo tipo, l'importante era stare insieme e sognare, perché no, di emulare i campioni che vedevi in TV.
Appartengo alla generazione che ha visto, da ragazzino, quell' incredibile ed indimenticabile '82.
Oltre al pallone di cuoio e quello di plastica, da Lei evocati, c'era anche quello fatto con la carta dei giornali, ben arrotolata, che magari tornava utile per qualche calcio da tirare nel corridoio di casa cercando, non sempre ci si riusciva, di non rompere niente. E anche li', tanti calci, ma soprattutto tanti sogni.
In secondo luogo, mi ha colpito la sua frase "Il calcio di oggi è una bolla di denaro, poggiata sul nulla". Beh... forse è proprio questo che il calcio di oggi deve riscoprire, quella spontaneità e genuinità. Oggi, non vedo ragazzi giocare per strada da non so' più quanti anni. Oggi i ragazzi giocano a FIFA, o se fanno del calcio giocato, devono spesso fare i conti con dei genitori che si aspettano che diventino necessariamente dei fenomeni.
In ultimo, vorrei condividere con Lei una riflessione sulla vergogna dello spogliatoio dello stadio di Palermo, lasciato dalla nostra amatissima nazionale, dai nostri beniamini, in condizioni disastrose.
Davvero non c'è stato un dirigente capace di entrare nello spogliatoio ed evitare alla nostra nazionale quest'altra vergogna, dopo quella consumatasi sul campo?
La ringrazio per l'attenzione che mi dedicherà.
Mi riferisco al suo "caffè" del 26/3.
Intanto La ringrazio per avermi ricordato un tempo in cui "si andava allo stadio almeno due volte al mese e si giocava a pallone tutti i giorni".
Appartengo infatti a quella generazione di ragazzi cresciuti a pane e pallone, un pallone fatto di interminabili partite in ogni angolo, vicolo o piazza o cortile, che tanto qualunque cosa andava bene. Partite con delle scarpe o dei sassi al posto dei pali e che finivano alla sera, quando il pallone non si vedeva quasi più, i quando tua madre veniva a prelevarti con la forza.
L'importante non era giocare nel campo regolamentare, o avere le scarpe o il completo ultimo tipo, l'importante era stare insieme e sognare, perché no, di emulare i campioni che vedevi in TV.
Appartengo alla generazione che ha visto, da ragazzino, quell' incredibile ed indimenticabile '82.
Oltre al pallone di cuoio e quello di plastica, da Lei evocati, c'era anche quello fatto con la carta dei giornali, ben arrotolata, che magari tornava utile per qualche calcio da tirare nel corridoio di casa cercando, non sempre ci si riusciva, di non rompere niente. E anche li', tanti calci, ma soprattutto tanti sogni.
In secondo luogo, mi ha colpito la sua frase "Il calcio di oggi è una bolla di denaro, poggiata sul nulla". Beh... forse è proprio questo che il calcio di oggi deve riscoprire, quella spontaneità e genuinità. Oggi, non vedo ragazzi giocare per strada da non so' più quanti anni. Oggi i ragazzi giocano a FIFA, o se fanno del calcio giocato, devono spesso fare i conti con dei genitori che si aspettano che diventino necessariamente dei fenomeni.
In ultimo, vorrei condividere con Lei una riflessione sulla vergogna dello spogliatoio dello stadio di Palermo, lasciato dalla nostra amatissima nazionale, dai nostri beniamini, in condizioni disastrose.
Davvero non c'è stato un dirigente capace di entrare nello spogliatoio ed evitare alla nostra nazionale quest'altra vergogna, dopo quella consumatasi sul campo?
La ringrazio per l'attenzione che mi dedicherà.
Da: Giuseppe Lauricella
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