Riforma dello Sport

Caro Matteo,
nella bozza di Riforma dello Sport del 9 luglio 2020, era stato previsto, nei settori dilettantistici, un’aliquota contributiva pari al 10% ed un’imposta sostitutiva, comprensiva delle addizionali regionali e comunali, pari al 15% fino a 65.000 euro, con una fascia esente di 10.000 euro.
Qualora dette misure fossero state confermate nel testo definitivo, la riforma dello Sport sarebbe stata molto favorevolmente accolta dalle ASD/SSD e dai collaboratori sportivi. Invece l’aliquota contributiva a regime è stata aumentata a ben il 33% ed è stato previsto un trattamento fiscale ordinario per i redditi superiori ai 10. 000 euro. Non tenendo quindi neanche conto delle specificità dei redditi sportivi dilettantistici così come peraltro stabilito nella Legge delega.
Anche se per un periodo transitorio di 2 o 3 anni sono stati previsti degli aiuti per far fronte all’incremento del costo del lavoro, quest’ultimo non sarà comunque sostenibile da parte delle ASD/SSD al termine di detto periodo transitorio, con le facilmente immaginabili ripercussioni sui collaboratori sportivi.
Fra contributi previdenziali, mensilità aggiuntive da contratto e per ferie, oneri di gestione del rapporto di lavoro, le ASD/SSD subirebbero un aumento del costo del lavoro superiore al 60%.
Ciò premesso, auspico vivamente, per il bene dell’associazionismo sportivo dilettantistico, che vorrai impegnarti affinché la riforma, nella sua attuale stesura, non entri in vigore e venga invece modificata con le misure previdenziali e fiscali previste della bozza originaria.
Cordiali saluti
Mario Andreini