Voglio solo la mia casa
Messaggio per Maurizio Costanzo
Mercoledì 2 marzo 2022 21:32:45
Giustizia. Se cerchiamo questa parola nel vocabolario leggiamo che è una “ virtù sociale che consiste nelle volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge”.
Con l’esperienza, invece, capisco che è solo un’idea.
Non può parlare di giustizia chi, come me, ha adito il Tribunale per ottenere tutela per uno dei principali diritti di ogni essere umano, la proprietà ma, dopo anni di lunghe battaglie, ha solo ottenuto il riconoscimento della condanna alle spese dei giudizi affrontati.
La mia storia è quella di chi, socio di una cooperativa, acquista un’unità immobiliare – in corso di costruzione-.
Durante la sua realizzazione la cooperativa e l’impresa costruttrice apportano variazioni che ne diminuiscono in modo apprezzabile il valore e la data del 31/12/ 15 fissata nell’atto di assegnazione per il completamento dei lavori non viene rispettata.
Poiché nell’atto è indicato che il prezzo finale dev’essere corrisposto dopo il completamento dei lavori, non saldo l’ultimo importo e sollecito l’impresa a terminare l’immobile.
Non solo i lavori non vengono completati, ma non mi viene nemmeno consegnata la casa, con la conseguenza che mi trovo costretto a pagare le spese condominiali e a subire i danni a cui è soggetto un immobile chiuso a causa dell’usura del tempo e alle infiltrazioni di acqua.
Per ottenere la fantomatica giustizia Mi rivolgo ad un avvocato che ha già vinto altre cause identiche per altri 5 soci della medesima cooperativa ma questi, invece di aiutarmi, approfittando della mia fede in lui, poiché sapeva che ancora dovevo euro 63339, 45 alla Cooperativa, al fine di recuperare l’onorario per le n. 5 cause vinte e per le quali non era stato pagato, mi notificava n. 5 atti di pignoramento presso terzi e mi faceva sottoscrivere una dichiarazione nella quale affermavo di essere debitore della cooperativa.
Solo dopo l’avvocato presentava il ricorso e, non capendo il motivo, perdevo il giudizio.
L'avvocato, dunque, poneva in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e fedeltà a cui ciascun professionista è tenuto, servendosi dei segreti appresi da me per utilizzarli contro.
Nonostante avessi perso la causa e nonostante il professionista mi avesse notificato i 5 atti di pignoramento presso terzi, avviava contro di me un giudizio per richiedere il suo onorario di euro 4800,00, causa che è ancora oggi pendente in quanto mi sono costituito per opporre le pretese.
Intenzionato ad ottenere la mia abitazione, mi rivolgevo ad altro legale e avviavo ricorso ex art. 696 bis cpc, al fine di ottenere una consulenza tecnica preventiva con il precipuo scopo di comporre bonariamente la lite sorta tra le parti e di indicare i danni patiti.
Veniva nominato il C. T. U. affinchè questi tentasse la conciliazione delle parti ai sensi dell’art. 669 bis c. p. c. accertando lo stato dei luoghi, verificando eventuali difformità tra progettazione ed esecuzione, valutando se tali difformità avessero causato deprezzamento dell’immobile, attestando se i lavori fossero stati consegnati entro il termine contrattualmente previsto e quantificando di conseguenza un eventuale mancato godimento dell’immobile. Già durante il primo sopralluogo mi accertavo che il CTU non eseguiva professionalmente il suo mandato in quanto mi lamentavo che la palazzina a distanza di n. 4 anni dalla prevista consegna fosse priva di ascensore, che mancavano porte, termosifoni e caldaia, che nelle pareti vi era la presenza di muffa e aloni dovuti alla condensa perché tenuta chiusa per n. 4 anni. Altresì, facevo notare che mancava la ringhiera esterna e che non vi fosse l’abitabilità. Ancora, rilevavo come la presenza di uno dei pilastri, posizionato proprio a ridosso degli infissi, avrebbe impedito l’apertura completa della persiana e ruba metri cubi d'aria al balcone. Il CTU contrastava tali doglianze ed in merito agli infissi, addirittura, riferiva che la problematica dell’apertura della persiana si sarebbe potuta risolvere sostituendo la prevista persiana con ante a battente con una con ante a libro. Quanto mi dichiarava non aveva senso e scrivevo al Presidente del Tribunale di Catania sollevando dubbi sul suo operato, chiedendo che l’ingegnere nominato venisse sostituito, ma non ottenevo risposta.
In data 15. 01. 2020 l’ing. inviava la prima stesura della relazione alle parti e io muovevo rilievi. In data 21. 02. 2020 veniva espresso il parere definitivo senza che il CTU avesse tenuto in considerazioni i miei scritti difensivi e le contestazioni da lui mosse sia nel corso delle operazioni peritali che in seno alla perizia.
Avendo il CTU effettuato una stima di danni di euro 22.000,00 quando, invero, il mio tecnico aveva riscontrato una differenza di euro 86.000. 00. non ci sono state possibilità di trovare un accordo e ho pure perso questa causa con condanna alle spese.
Avendo perso pure l’ATP ho avviato altra azione di merito contro la cooperativa e la ditta costruttrice
Ho avviato pure azione contro il CTU il quale, anziché capire gli errori, addirittura, costituendosi in giudizio dice che non ho subito alcun danno dalla sua consulenza.
Secondo lui, subire le spese legali e non ottenere tutela del proprio diritto non è un danno.
La violazione della giustizia non è un danno per il CTU e ciò che non capisco è come un giudice ancora non si sia pronunciato per farmi avere il mio immobile.
Sono ancora in attesa, spero che almeno Voi possiate aiutarmi
Laudani Francesco
Con l’esperienza, invece, capisco che è solo un’idea.
Non può parlare di giustizia chi, come me, ha adito il Tribunale per ottenere tutela per uno dei principali diritti di ogni essere umano, la proprietà ma, dopo anni di lunghe battaglie, ha solo ottenuto il riconoscimento della condanna alle spese dei giudizi affrontati.
La mia storia è quella di chi, socio di una cooperativa, acquista un’unità immobiliare – in corso di costruzione-.
Durante la sua realizzazione la cooperativa e l’impresa costruttrice apportano variazioni che ne diminuiscono in modo apprezzabile il valore e la data del 31/12/ 15 fissata nell’atto di assegnazione per il completamento dei lavori non viene rispettata.
Poiché nell’atto è indicato che il prezzo finale dev’essere corrisposto dopo il completamento dei lavori, non saldo l’ultimo importo e sollecito l’impresa a terminare l’immobile.
Non solo i lavori non vengono completati, ma non mi viene nemmeno consegnata la casa, con la conseguenza che mi trovo costretto a pagare le spese condominiali e a subire i danni a cui è soggetto un immobile chiuso a causa dell’usura del tempo e alle infiltrazioni di acqua.
Per ottenere la fantomatica giustizia Mi rivolgo ad un avvocato che ha già vinto altre cause identiche per altri 5 soci della medesima cooperativa ma questi, invece di aiutarmi, approfittando della mia fede in lui, poiché sapeva che ancora dovevo euro 63339, 45 alla Cooperativa, al fine di recuperare l’onorario per le n. 5 cause vinte e per le quali non era stato pagato, mi notificava n. 5 atti di pignoramento presso terzi e mi faceva sottoscrivere una dichiarazione nella quale affermavo di essere debitore della cooperativa.
Solo dopo l’avvocato presentava il ricorso e, non capendo il motivo, perdevo il giudizio.
L'avvocato, dunque, poneva in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e fedeltà a cui ciascun professionista è tenuto, servendosi dei segreti appresi da me per utilizzarli contro.
Nonostante avessi perso la causa e nonostante il professionista mi avesse notificato i 5 atti di pignoramento presso terzi, avviava contro di me un giudizio per richiedere il suo onorario di euro 4800,00, causa che è ancora oggi pendente in quanto mi sono costituito per opporre le pretese.
Intenzionato ad ottenere la mia abitazione, mi rivolgevo ad altro legale e avviavo ricorso ex art. 696 bis cpc, al fine di ottenere una consulenza tecnica preventiva con il precipuo scopo di comporre bonariamente la lite sorta tra le parti e di indicare i danni patiti.
Veniva nominato il C. T. U. affinchè questi tentasse la conciliazione delle parti ai sensi dell’art. 669 bis c. p. c. accertando lo stato dei luoghi, verificando eventuali difformità tra progettazione ed esecuzione, valutando se tali difformità avessero causato deprezzamento dell’immobile, attestando se i lavori fossero stati consegnati entro il termine contrattualmente previsto e quantificando di conseguenza un eventuale mancato godimento dell’immobile. Già durante il primo sopralluogo mi accertavo che il CTU non eseguiva professionalmente il suo mandato in quanto mi lamentavo che la palazzina a distanza di n. 4 anni dalla prevista consegna fosse priva di ascensore, che mancavano porte, termosifoni e caldaia, che nelle pareti vi era la presenza di muffa e aloni dovuti alla condensa perché tenuta chiusa per n. 4 anni. Altresì, facevo notare che mancava la ringhiera esterna e che non vi fosse l’abitabilità. Ancora, rilevavo come la presenza di uno dei pilastri, posizionato proprio a ridosso degli infissi, avrebbe impedito l’apertura completa della persiana e ruba metri cubi d'aria al balcone. Il CTU contrastava tali doglianze ed in merito agli infissi, addirittura, riferiva che la problematica dell’apertura della persiana si sarebbe potuta risolvere sostituendo la prevista persiana con ante a battente con una con ante a libro. Quanto mi dichiarava non aveva senso e scrivevo al Presidente del Tribunale di Catania sollevando dubbi sul suo operato, chiedendo che l’ingegnere nominato venisse sostituito, ma non ottenevo risposta.
In data 15. 01. 2020 l’ing. inviava la prima stesura della relazione alle parti e io muovevo rilievi. In data 21. 02. 2020 veniva espresso il parere definitivo senza che il CTU avesse tenuto in considerazioni i miei scritti difensivi e le contestazioni da lui mosse sia nel corso delle operazioni peritali che in seno alla perizia.
Avendo il CTU effettuato una stima di danni di euro 22.000,00 quando, invero, il mio tecnico aveva riscontrato una differenza di euro 86.000. 00. non ci sono state possibilità di trovare un accordo e ho pure perso questa causa con condanna alle spese.
Avendo perso pure l’ATP ho avviato altra azione di merito contro la cooperativa e la ditta costruttrice
Ho avviato pure azione contro il CTU il quale, anziché capire gli errori, addirittura, costituendosi in giudizio dice che non ho subito alcun danno dalla sua consulenza.
Secondo lui, subire le spese legali e non ottenere tutela del proprio diritto non è un danno.
La violazione della giustizia non è un danno per il CTU e ciò che non capisco è come un giudice ancora non si sia pronunciato per farmi avere il mio immobile.
Sono ancora in attesa, spero che almeno Voi possiate aiutarmi
Laudani Francesco
Da: Francesco Laudani
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