Dante mortificato
Messaggio per Paolo Mieli
Giovedì 6 maggio 2021 18:16:05
Cultura e pandemia
“La cultura riapre! La cultura riparte! La cultura ricomincia! ”. Purtroppo in Italia attualmente abbiamo un ministro della cultura che per cultura intende teatro e cinema: settori che, pur avendo implicazioni culturali ed economiche, appartengono più che altro alla sfera dell’evasione e della ricreazione. Invece egli ignora o emargina le associazioni culturali, nelle quali (come nella scuola) la vera cultura si forma, si affina e si diffonde.
In questo lungo periodo di pandemia non si capisce perché centinaia di persone possano partecipare in presenza a funzioni religiose in chiesa o a rappresentazioni sceniche in teatri o cinema o auditorium, mentre una quarantina di persone più o meno — anche con tutte le precauzioni igienico-sanitarie necessarie a questo difficile momento storico — non possano partecipare in presenza ad una lectura Dantis, ad una presentazione di libri, ad una conferenza di letteratura, filosofia, arte o scienza, dato che non tutti hanno la possibilità di tenere o seguire interventi culturali per via telematica a distanza.
Noi del Gruppo “Amici di Dante” di Conegliano (TV), che non ci riuniamo più da quasi un anno, non abbiamo potuto riunirci per il Dantedì, non possiamo riunirci per il tradizionale Maggio Dantesco (giunto alla ventesima edizione) e forse non potremo riunirci neanche per il centenario della morte di Dante ricorrente nel prossimo Settembre. Più volte abbiamo segnalato l’incongruenza ai ministri Franceschini e Speranza, ma entrambi non rispondono. E così Dante viene mortificato proprio durante il suo centenario.
Considerato che senza cultura la mente s’intorpidisce, mentre l’opera di Dante arricchisce la mente e lo spirito, non è assurda questa discriminazione fra chi può riunirsi tranquillamente e chi non può riunirsi affatto?
“La cultura riapre! La cultura riparte! La cultura ricomincia! ”. Purtroppo in Italia attualmente abbiamo un ministro della cultura che per cultura intende teatro e cinema: settori che, pur avendo implicazioni culturali ed economiche, appartengono più che altro alla sfera dell’evasione e della ricreazione. Invece egli ignora o emargina le associazioni culturali, nelle quali (come nella scuola) la vera cultura si forma, si affina e si diffonde.
In questo lungo periodo di pandemia non si capisce perché centinaia di persone possano partecipare in presenza a funzioni religiose in chiesa o a rappresentazioni sceniche in teatri o cinema o auditorium, mentre una quarantina di persone più o meno — anche con tutte le precauzioni igienico-sanitarie necessarie a questo difficile momento storico — non possano partecipare in presenza ad una lectura Dantis, ad una presentazione di libri, ad una conferenza di letteratura, filosofia, arte o scienza, dato che non tutti hanno la possibilità di tenere o seguire interventi culturali per via telematica a distanza.
Noi del Gruppo “Amici di Dante” di Conegliano (TV), che non ci riuniamo più da quasi un anno, non abbiamo potuto riunirci per il Dantedì, non possiamo riunirci per il tradizionale Maggio Dantesco (giunto alla ventesima edizione) e forse non potremo riunirci neanche per il centenario della morte di Dante ricorrente nel prossimo Settembre. Più volte abbiamo segnalato l’incongruenza ai ministri Franceschini e Speranza, ma entrambi non rispondono. E così Dante viene mortificato proprio durante il suo centenario.
Considerato che senza cultura la mente s’intorpidisce, mentre l’opera di Dante arricchisce la mente e lo spirito, non è assurda questa discriminazione fra chi può riunirsi tranquillamente e chi non può riunirsi affatto?
Da: Carmelo Ciccia
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