Traghettamento treni passeggeri su Stretto Messina pericoli

Messaggio per Sigfrido Ranucci

Martedì 20 aprile 2021 19:55:54
Caro Ranucci, trascrivo nel seguito il comunicato stampa diffuso oggi (20 Aprile) e relativo alla diffida proposta al Ministro Giovannini e altri - e, per conoscenza, a Draghi e al Presidente della Repubblica - inerente il rispetto delle condizioni di sicurezza durante il traghettamento dei convogli passeggeri sullo Stretto di Messina.
Un caro saluto
ing. Giovanni Mòllica

Rfi, Prefetto, Capitaneria di Porto, Autorità di Sistema portuale e il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti possono garantire che il traghettamento dei convogli ferroviari attraverso lo Stretto di Messina si svolga nel rispetto delle norma di sicurezza?

E’ la domanda che la Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno insieme a tanti cittadini - con il patrocinio dello studio legale Rizzo e Vadalà - ha posto alle Autorità competenti, al fine di comprendere se le centinaia di passeggeri che, ogni notte, attraversano lo Stretto chiusi dentro gli scompartimenti dei treni, a loro volta imprigionati nella pancia dei gloriosi Ferry boat, possono viaggiare sereni. Un quesito che, sotto forma di diffida, è stato inviato, per conoscenza, anche al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Paradossalmente, a dare origine alla reazione popolare è stato proprio il Ministro Giovannini, secondo il quale, la soluzione dell’antico problema poteva essere quella di … lasciare tutto inalterato (opzione zero) o potenziare le caratteristiche di un servizio in via di eliminazione in tutta l’Ue.

Una proposta – sostengono i firmatari della diffida - quasi certamente dovuta alla scarsa conoscenza di un problema che meriterebbe di essere trattato con minore sufficienza e superficialità. In Europa sono solo due i bracci di mare in cui i treni passeggeri vengono imbarcati su navi traghetto ma, a differenza di quanto avviene in Sicilia, durante la navigazione i passeggeri scendono dai convogli e si recano sui ponti superiori. Mentre, di notte, il traghettamento viene interrotto o deviato su percorsi più sicuri. In entrambi i casi, inoltre, ponti e tunnel sommersi stanno per sostituire definitivamente una modalità considerata antiquata, lenta e pericolosa. Il che rende inattuale la proposta del Ministro.

Chiunque abbia effettuato la traversata conosce le condizioni in cui i passeggeri sono ospitati all’interno dei vagoni. Riesce difficile credere che, in caso di pericolo, persone di ogni età e condizione, che riposano nelle cuccette e nei WL possano rapidamente balzare giù dai letti, rivestirsi, percorrere i corridoi dei vagoni, aprire le pesanti porte, scendere altissimi scalini, individuare le vie di fuga, incunearsi tra vagoni posti a pochi centimetri l’uno dall’altro, accalcarsi sulle scalette e raggiungere i punti di raccolta per essere condotte in salvo. E’ questo il “percorso di sfuggita” che - secondo la Convenzione SOLAS (Safety Of Life At Sea) e molti altri Regolamenti - dovrebbe essere privo di ostacoli e il più diretto possibile? Provare per credere. Se il Ministro Giovannini avesse dedicato qualche minuto a verificare l’opportunità di proporre opzioni mortificanti per chi le subisce da tanti decenni, forse la diffida non sarebbe mai partita.
Da: Giovanni Mollica

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