Lettera ai politici
Messaggio per Silvio Berlusconi
Martedì 26 gennaio 2021 18:25:56
Gentile Presidente
Sono un uomo di 71 anni, mi chiamo Nicola Roselli e vivo in un piccolo paese di circa 2000 anime, Trecchina in Provincia di Potenza, nell’area sud della Basilicata. Fin da giovane sono stato un appassionato di politica, ho sempre seguito le vicende e i fatti che si sono verificati negli anni e ho anche rivestito il ruolo di assessore per ben 3 amministrazioni nel mio Comune. La politica appassionava i giovani della mia età, quasi tutti avevamo degli ideali da coltivare, le sezioni dei partiti erano aperte e lì ognuno, a secondo delle proprie idee, veniva accolto, formato, acculturato e cresceva politicamente. C’erano le scuole di partito dove venivano formati i futuri dirigenti e amministratori. Gli uomini politici dell’epoca visitavano periodicamente le varie comunità, anche le più piccole, per mantenere vivo il rapporto con il proprio elettorato, ne ascoltavano i bisogni, i problemi e, per quello che era possibile, cercavano anche di risolverli.
Oggi tutto questo è scomparso. Le sezioni dei partiti o dei movimenti politici, si aprono qualche mese prima delle elezioni per poi prontamente richiudersi dopo di esse. La maggior parte dei giovani sono completamente disinteressati di ciò che avviene nel mondo politico e nessuno se ne preoccupa, il qualunquismo imperversa diffusamente e le ideologie di un tempo sono vagamente conosciute ai più. Non ci meravigliamo se la percentuale dei votanti ad ogni elezione politica va man mano diminuendo.
Le cause di questa situazione vanno ricercate, analizzate e corrette se non si vuole che in un prossimo futuro ci sia sempre un maggiore distacco tra società e istituzioni.
La nostra Repubblica, nata con il referendum del 2 giugno 1946, si è data una costituzione che è ritenuta la più bella del mondo. I padri costituenti, reduci dall’esperienza fascista, hanno inserito all’interno della nostra carta costituzionale, una serie di pesi e contrappesi tali da garantire al massimo la democrazia e quindi evitare di ricadere nell’esperienza totalitaria che aveva distrutto l’Italia. Oggi, a distanza di oltre 70 anni, con un sistema democratico ormai consolidato, a mio avviso, alcune cose andrebbero modificate per rendere più snelle e adeguate alle esigenze del nostro tempo le nostre istituzioni. Penso ad esempio al bicameralismo perfetto ed al sistema elettorale proporzionale che tanto rallentano e rendono instabile il nostro sistema legislativo ed esecutivo. Per la verità nel corso dei decenni scorsi la politica se li è posti questi problemi e ha fatto finta di volerli risolvere, nominando varie commissioni parlamentari che dovevano studiare e indicare soluzioni, referendum popolari, ma in realtà le cose sono rimaste immutate, perché gli interessi particolari hanno avuto la priorità su quelli generali dell’Italia e degli italiani. L’ultimo tentativo è stato il referendum del 2016, miseramente naufragato a causa dell’ingenuità politica, arroganza e strafottenza del proponente. Come poteva l’allora Presidente del Consiglio, nonché segretario del PD, pensare di far convergere il consenso su una sua proposta di referendum facendo il vuoto attorno a sé, a cominciare da quelli del suo stesso partito (Prodi, Bersani, D’Alema, Cuperlo, Orlando, Letta e tutta la sinistra del PD) e tutti i partiti maggiormente rappresentati in Parlamento? La conferma alle mie convinzioni l’ho avuta seguendo due dibattiti televisivi, il primo tra il Presidente del Consiglio ed il suo Professore, di cui non ricordo il nome, e il secondo tra il Presidente del Consiglio e l’On. Ciriaco De Mita. Anche in questi casi, la mancanza di stile e di rispetto verso i suoi illustri interlocutori, portò il Presidente del Consiglio a fare una figuraccia che lo condannò definitivamente alla sconfitta.
Purtroppo, a causa di questi grossolani errori politici dell’allora Presidente del Consiglio, gli italiani hanno perso la grande occasione di una riforma costituzionale che avrebbe reso la struttura del nostro sistema politico più adeguata alle esigenze del nostro tempo. Siamo l’unico Paese al mondo con un sistema legislativo a bicameralismo perfetto che rende l’iter legislativo lungo e farraginoso, completamente inadeguato alle esigenze della società di oggi che richiede invece tempi rapidi in tutti campi.
Un’altra anomalia tutta italiana è quella di avere un Parlamento frammentato in tanti gruppi, gruppetti e gruppettini, attualmente ben 15, con numeri a volte veramente insignificanti, con deputati e senatori che, una volta eletti, passano facilmente da un gruppo all’altro a seconda di come più gli conviene, fregandosene del rispetto di chi li ha votati.
Da quando esiste la nostra Repubblica ad oggi, abbiamo avuto la bellezza di 66 Governi, con una durata media di ognuno di appena 13 mesi. Non abbiamo avuto nessun Governo che è durato una intera legislatura. Il più longevo è stato il 2° Governo Berlusconi del 2005 che è durato 3 anni e 10 mesi, ma anche questo non ha avuto vita facile, caratterizzato dalle continue liti fra i big dei vari gruppi che lo componevano. L’instabilità politica del nostro sistema, ha impedito a qualsiasi Governo la realizzazione del programma che si era dato, con gravissime conseguenze sia in campo nazionale che internazionale. Bastava che un piccolo partito o gruppo che componeva la maggioranza di Governo non venisse accontentato nelle sue richieste, a volte pretestuose, che si creava la crisi. Ancora oggi si sta verificando questo e vi assicuro che gli italiani sono molto stanchi di questa situazione e non ne possono proprio più.
Dopo la nefasta esperienza del ventennio fascista, l’Italia repubblicana si diede una legge elettorale proporzionale pura per evitare il ripetersi di ciò che era accaduto nel ventennio precedente. Si è andati avanti con questo sistema fino al referendum del 18 aprile del 1993 quando fu proposto agli italiani di scegliere tra un sistema elettorale proporzionale o maggioritario e gli italiani, a larghissima maggioranza, scelsero il sistema maggioritario che, se fosse stato attuato, con buone probabilità, avrebbe permesso di avere governi più duraturi e stabili. Ma la politica non poteva permettersi di rinunciare a certi privilegi per cui concepì una legge elettorale per ¾ maggioritaria ma per ¼ proporzionale, il” Mattarellum”, che doveva assicurare l’elezione ai big dei partiti e ai loro amici più intimi e condizionare, con piccoli numeri, la formazione dei governi. Nel 2005 la maggioranza di centro destra fece una nuova legge elettorale con un nome azzeccatissimo, il “Porcellum”, con la quale si torna al proporzionale, con buona pace degli italiani che con il referendum di cui sopra si erano espressi per il maggioritario. Questa legge impediva il voto di preferenza con liste bloccate, con soglie di sbarramento ai partiti e un forte premio di maggioranza alla lista vincitrice. Dopo essere stata applicata per ben 3 elezioni politiche, nel 2006, nel 2008 e nel 2013, la Corte Costituzionale finalmente nel 2013 la dichiarò incostituzionale. Dopo 2 anni senza alcuna legge elettorale, nel 2016 ne fu fatta una nuova, guarda caso, ancora a sistema proporzionale, l”Italicum”, che non fu mai applicata perché dichiarata dalla Consulta incostituzionale. Nel 2017 è stata fatta una nuova legge elettorale con sistema misto, il “Rosatellum”, che comunque non è in grado di assicurare maggioranze stabili, con il grande proliferare dei gruppi parlamentari. Senza il voto di preferenza e con le liste bloccate, per essere eletti in Parlamento, non è più neanche necessario andare a cercare i voti agli elettori, ma basta entrare nelle grazie dei segretari dei partiti a livello nazionale o regionale per essere inseriti al posto giusto nel collegio elettorale giusto.
Dopo l’ultimo referendum che ha ridotto il numero dei parlamentari sia alla Camera che al Senato, si rende necessaria una nuova legge elettorale e voglio sperare che almeno in questa occasione si pensi realmente al bene dell’Italia e degli italiani, concependo una legge che, anziché favorire la frammentazione, costringa i partiti e i gruppi di ideologia affine ad aggregarsi, in modo da creare un sistema bipolare capace di assicurare governabilità e stabilità per un’intera legislatura, come avviene nelle più grandi democrazie del mondo. Purtroppo ancora in questi giorni ci è stato offerto uno spettacolo più consono ad una repubblica delle banane che non ad una grande Nazione come l’Italia: il Presidente del Consiglio parlando alle Camere, promuovendo una campagna acquisti di Deputati e Senatori legittima ma priva di ogni etica morale, per ottenere la fiducia dei gruppuscoli e continuare a far sopravvivere questo Governo agonizzante, ha promesso che la nuova legge elettorale sarà del tipo proporzionale, in modo tale che tutti potranno aspirare ad essere ancora rappresentati in Parlamento, con buona pace della stabilità politica e dei Governi di legislatura.
La precarietà dei Governi in Italia ha prodotto danni incalcolabili. Non è necessario inventare niente di nuovo, basterebbe applicare al sistema nazionale il sistema elettorale che è già in vigore per i Comuni e per le Regioni e il problema sarebbe risolto, ma per fare ciò ci vuole coraggio, mettere da parte gli interessi di bottega, spirito di abnegazione, altruismo e reale volontà di fare il bene del proprio Paese. Chi volete che venga ad investire in Italia se non si assicura una stabilità politica che garantisca sicurezza di un buon investimento ? Come si può pensare di affrontare con serietà il problema dei giovani disoccupati per lo più laureati, dei padri di famiglia che non riescono ad arrivare a fine mese con i loro lavori precari, delle donne e degli uomini in condizioni disagiate che vanno a mettersi in coda, in file sempre più lunghe, per ricevere un piatto caldo alle mense della Caritas? Fino a quando pensate di poter andare avanti elargendo sussidi a destra e a manca per mantenere tranquilli gli italiani, ma facendo lievitare in modo esponenziale il debito pubblico che presto o tardi qualcuno dovrà pagare e a caro prezzo? L’economia mondiale ha subito gravi danni dal covid, ma quella italiana, già precaria, ha subito un vero e proprio tracollo creando in larghe fasce della nostra società disagio, inquietudine e grande apprensione per il futuro prossimo.
Il mio invito è quello di pensare seriamente al bene del nostro Paese e di agire di conseguenza. Mi auguro che non succeda mai in Italia ciò che è successo negli Stati Uniti il 6 gennaio, ma quando alla gente viene a mancare il necessario per vivere, non ha più nulla da perdere ed è capace di tutto. Basta una scintilla per far divampare un incendio incontrollabile e devastante, come la Storia insegna.
Buon lavoro e cordiali saluti.
Nicola Roselli
Trecchina, 24 gennaio 2021
Nicola Roselli
Via ------- n° 6
85049 TRECCHINA
e_mail: -------
Sono un uomo di 71 anni, mi chiamo Nicola Roselli e vivo in un piccolo paese di circa 2000 anime, Trecchina in Provincia di Potenza, nell’area sud della Basilicata. Fin da giovane sono stato un appassionato di politica, ho sempre seguito le vicende e i fatti che si sono verificati negli anni e ho anche rivestito il ruolo di assessore per ben 3 amministrazioni nel mio Comune. La politica appassionava i giovani della mia età, quasi tutti avevamo degli ideali da coltivare, le sezioni dei partiti erano aperte e lì ognuno, a secondo delle proprie idee, veniva accolto, formato, acculturato e cresceva politicamente. C’erano le scuole di partito dove venivano formati i futuri dirigenti e amministratori. Gli uomini politici dell’epoca visitavano periodicamente le varie comunità, anche le più piccole, per mantenere vivo il rapporto con il proprio elettorato, ne ascoltavano i bisogni, i problemi e, per quello che era possibile, cercavano anche di risolverli.
Oggi tutto questo è scomparso. Le sezioni dei partiti o dei movimenti politici, si aprono qualche mese prima delle elezioni per poi prontamente richiudersi dopo di esse. La maggior parte dei giovani sono completamente disinteressati di ciò che avviene nel mondo politico e nessuno se ne preoccupa, il qualunquismo imperversa diffusamente e le ideologie di un tempo sono vagamente conosciute ai più. Non ci meravigliamo se la percentuale dei votanti ad ogni elezione politica va man mano diminuendo.
Le cause di questa situazione vanno ricercate, analizzate e corrette se non si vuole che in un prossimo futuro ci sia sempre un maggiore distacco tra società e istituzioni.
La nostra Repubblica, nata con il referendum del 2 giugno 1946, si è data una costituzione che è ritenuta la più bella del mondo. I padri costituenti, reduci dall’esperienza fascista, hanno inserito all’interno della nostra carta costituzionale, una serie di pesi e contrappesi tali da garantire al massimo la democrazia e quindi evitare di ricadere nell’esperienza totalitaria che aveva distrutto l’Italia. Oggi, a distanza di oltre 70 anni, con un sistema democratico ormai consolidato, a mio avviso, alcune cose andrebbero modificate per rendere più snelle e adeguate alle esigenze del nostro tempo le nostre istituzioni. Penso ad esempio al bicameralismo perfetto ed al sistema elettorale proporzionale che tanto rallentano e rendono instabile il nostro sistema legislativo ed esecutivo. Per la verità nel corso dei decenni scorsi la politica se li è posti questi problemi e ha fatto finta di volerli risolvere, nominando varie commissioni parlamentari che dovevano studiare e indicare soluzioni, referendum popolari, ma in realtà le cose sono rimaste immutate, perché gli interessi particolari hanno avuto la priorità su quelli generali dell’Italia e degli italiani. L’ultimo tentativo è stato il referendum del 2016, miseramente naufragato a causa dell’ingenuità politica, arroganza e strafottenza del proponente. Come poteva l’allora Presidente del Consiglio, nonché segretario del PD, pensare di far convergere il consenso su una sua proposta di referendum facendo il vuoto attorno a sé, a cominciare da quelli del suo stesso partito (Prodi, Bersani, D’Alema, Cuperlo, Orlando, Letta e tutta la sinistra del PD) e tutti i partiti maggiormente rappresentati in Parlamento? La conferma alle mie convinzioni l’ho avuta seguendo due dibattiti televisivi, il primo tra il Presidente del Consiglio ed il suo Professore, di cui non ricordo il nome, e il secondo tra il Presidente del Consiglio e l’On. Ciriaco De Mita. Anche in questi casi, la mancanza di stile e di rispetto verso i suoi illustri interlocutori, portò il Presidente del Consiglio a fare una figuraccia che lo condannò definitivamente alla sconfitta.
Purtroppo, a causa di questi grossolani errori politici dell’allora Presidente del Consiglio, gli italiani hanno perso la grande occasione di una riforma costituzionale che avrebbe reso la struttura del nostro sistema politico più adeguata alle esigenze del nostro tempo. Siamo l’unico Paese al mondo con un sistema legislativo a bicameralismo perfetto che rende l’iter legislativo lungo e farraginoso, completamente inadeguato alle esigenze della società di oggi che richiede invece tempi rapidi in tutti campi.
Un’altra anomalia tutta italiana è quella di avere un Parlamento frammentato in tanti gruppi, gruppetti e gruppettini, attualmente ben 15, con numeri a volte veramente insignificanti, con deputati e senatori che, una volta eletti, passano facilmente da un gruppo all’altro a seconda di come più gli conviene, fregandosene del rispetto di chi li ha votati.
Da quando esiste la nostra Repubblica ad oggi, abbiamo avuto la bellezza di 66 Governi, con una durata media di ognuno di appena 13 mesi. Non abbiamo avuto nessun Governo che è durato una intera legislatura. Il più longevo è stato il 2° Governo Berlusconi del 2005 che è durato 3 anni e 10 mesi, ma anche questo non ha avuto vita facile, caratterizzato dalle continue liti fra i big dei vari gruppi che lo componevano. L’instabilità politica del nostro sistema, ha impedito a qualsiasi Governo la realizzazione del programma che si era dato, con gravissime conseguenze sia in campo nazionale che internazionale. Bastava che un piccolo partito o gruppo che componeva la maggioranza di Governo non venisse accontentato nelle sue richieste, a volte pretestuose, che si creava la crisi. Ancora oggi si sta verificando questo e vi assicuro che gli italiani sono molto stanchi di questa situazione e non ne possono proprio più.
Dopo la nefasta esperienza del ventennio fascista, l’Italia repubblicana si diede una legge elettorale proporzionale pura per evitare il ripetersi di ciò che era accaduto nel ventennio precedente. Si è andati avanti con questo sistema fino al referendum del 18 aprile del 1993 quando fu proposto agli italiani di scegliere tra un sistema elettorale proporzionale o maggioritario e gli italiani, a larghissima maggioranza, scelsero il sistema maggioritario che, se fosse stato attuato, con buone probabilità, avrebbe permesso di avere governi più duraturi e stabili. Ma la politica non poteva permettersi di rinunciare a certi privilegi per cui concepì una legge elettorale per ¾ maggioritaria ma per ¼ proporzionale, il” Mattarellum”, che doveva assicurare l’elezione ai big dei partiti e ai loro amici più intimi e condizionare, con piccoli numeri, la formazione dei governi. Nel 2005 la maggioranza di centro destra fece una nuova legge elettorale con un nome azzeccatissimo, il “Porcellum”, con la quale si torna al proporzionale, con buona pace degli italiani che con il referendum di cui sopra si erano espressi per il maggioritario. Questa legge impediva il voto di preferenza con liste bloccate, con soglie di sbarramento ai partiti e un forte premio di maggioranza alla lista vincitrice. Dopo essere stata applicata per ben 3 elezioni politiche, nel 2006, nel 2008 e nel 2013, la Corte Costituzionale finalmente nel 2013 la dichiarò incostituzionale. Dopo 2 anni senza alcuna legge elettorale, nel 2016 ne fu fatta una nuova, guarda caso, ancora a sistema proporzionale, l”Italicum”, che non fu mai applicata perché dichiarata dalla Consulta incostituzionale. Nel 2017 è stata fatta una nuova legge elettorale con sistema misto, il “Rosatellum”, che comunque non è in grado di assicurare maggioranze stabili, con il grande proliferare dei gruppi parlamentari. Senza il voto di preferenza e con le liste bloccate, per essere eletti in Parlamento, non è più neanche necessario andare a cercare i voti agli elettori, ma basta entrare nelle grazie dei segretari dei partiti a livello nazionale o regionale per essere inseriti al posto giusto nel collegio elettorale giusto.
Dopo l’ultimo referendum che ha ridotto il numero dei parlamentari sia alla Camera che al Senato, si rende necessaria una nuova legge elettorale e voglio sperare che almeno in questa occasione si pensi realmente al bene dell’Italia e degli italiani, concependo una legge che, anziché favorire la frammentazione, costringa i partiti e i gruppi di ideologia affine ad aggregarsi, in modo da creare un sistema bipolare capace di assicurare governabilità e stabilità per un’intera legislatura, come avviene nelle più grandi democrazie del mondo. Purtroppo ancora in questi giorni ci è stato offerto uno spettacolo più consono ad una repubblica delle banane che non ad una grande Nazione come l’Italia: il Presidente del Consiglio parlando alle Camere, promuovendo una campagna acquisti di Deputati e Senatori legittima ma priva di ogni etica morale, per ottenere la fiducia dei gruppuscoli e continuare a far sopravvivere questo Governo agonizzante, ha promesso che la nuova legge elettorale sarà del tipo proporzionale, in modo tale che tutti potranno aspirare ad essere ancora rappresentati in Parlamento, con buona pace della stabilità politica e dei Governi di legislatura.
La precarietà dei Governi in Italia ha prodotto danni incalcolabili. Non è necessario inventare niente di nuovo, basterebbe applicare al sistema nazionale il sistema elettorale che è già in vigore per i Comuni e per le Regioni e il problema sarebbe risolto, ma per fare ciò ci vuole coraggio, mettere da parte gli interessi di bottega, spirito di abnegazione, altruismo e reale volontà di fare il bene del proprio Paese. Chi volete che venga ad investire in Italia se non si assicura una stabilità politica che garantisca sicurezza di un buon investimento ? Come si può pensare di affrontare con serietà il problema dei giovani disoccupati per lo più laureati, dei padri di famiglia che non riescono ad arrivare a fine mese con i loro lavori precari, delle donne e degli uomini in condizioni disagiate che vanno a mettersi in coda, in file sempre più lunghe, per ricevere un piatto caldo alle mense della Caritas? Fino a quando pensate di poter andare avanti elargendo sussidi a destra e a manca per mantenere tranquilli gli italiani, ma facendo lievitare in modo esponenziale il debito pubblico che presto o tardi qualcuno dovrà pagare e a caro prezzo? L’economia mondiale ha subito gravi danni dal covid, ma quella italiana, già precaria, ha subito un vero e proprio tracollo creando in larghe fasce della nostra società disagio, inquietudine e grande apprensione per il futuro prossimo.
Il mio invito è quello di pensare seriamente al bene del nostro Paese e di agire di conseguenza. Mi auguro che non succeda mai in Italia ciò che è successo negli Stati Uniti il 6 gennaio, ma quando alla gente viene a mancare il necessario per vivere, non ha più nulla da perdere ed è capace di tutto. Basta una scintilla per far divampare un incendio incontrollabile e devastante, come la Storia insegna.
Buon lavoro e cordiali saluti.
Nicola Roselli
Trecchina, 24 gennaio 2021
Nicola Roselli
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Da: Roselli Nicola Angelo
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