La dolce vita dei "potenti" e quella agra dei cittadini comuni: la via crucis di una che non si vuole omologare

Messaggio per Enrico Mentana

Sabato 30 ottobre 2021 13:58:56
Buongiorno Dr. Mentana.
Siamo al paradosso. La visita di Biden a Roma, che tanto incanta sia lui che la consorte, si trasforma, per noi comuni cittadini in una incredibile via crucis. Essendo in prossimità del 2 Novembre decido stamattina, complice il bel tempo a Roma, di fare una visita ai miei genitori, al cimitero. Mi alzo di buon'ora ed esco di casa optando, all'ultimo momento, per un taxi anzichè servirmi dei mezzi pubblici in quanto principali veicoli di trasmissione contagio. L'arrivo al cimitero è dunque abbastanza facile e veloce per cui, non essendo io una pensionata di lusso, opto per servirmene invece al ritorno, supponendo non siano ancora affollati. Tutto procede bene fino a quando, arrivati in prossimità di Villa Taverna, il percorso è sbarrato dalla municipale. Un agente si affaccia e avverte i passeggeri che, dovendo passare Biden con scorta, il mezzo pubblico che dovrebbe portare me a casa e gli altri non so dove, resterà fermo fino ad arrivo presidenziale ultimato. Essendo io una semispecie di cittadina-che-protesta, chiedo all'agente quanto tempo impiegherà la scorta di Biden per passare, se dovremo prepararci a pernottare oppure se la cosa si risolverà entro pochi minuti. l'agente è una brava persona e gentilmente mi risponde che... non lo sanno, forse un quarto d'ora, ma forse anche di più. Avendo io altre faccende da sbrigare, scendo dal mezzo pubblico e mi posiziono ad un incrocio mentre, febbrilmente cerco di chiamare un taxi. Ma... anche per i taxi, come per qualsiasi cosa ormai, dall'ordinare una pizza fino alle previsioni del tempo, la voce-guida dell'omnitaxi, mentre aspetto che un operatore risponda, mi consiglia, al fine di evitare un'inutile attesa, di scaricare la relativa App... Sorvolo sulle parolacce che in quel momento mi escono di bocca e, avendomici già fregato una volta, quando vennero i cinesi a Roma ma non in coma (ancora) come quelli di Carlo Verdone, mi sbraccio cercando di fermano quelli che passano tutti, ahimè, già occupati. Non so che fare. andare a piedi? la strada è troppa, siamo a Roma dove le distanze sono enormi e non in un paesello, inoltre sapevo che il "corteo" si sarebbe diretto verso la Nuvola all'Eur che sta dall'altra parte della città, per cui presumevo che non avrebbe riguardato il mio percorso. Supposizione errata.. Finchè la divina Provvidenza o la fortuna è uguale, mi viene in soccorso, un taxi si ferma, il conducente mi chiede dove devo andare, glielo dico ma lui ha già una chiamata in corso, tuttavia mi dice di salire ugualmente, mi porterà al parcheggio taxi più vicino e non vuole neppure essere pagato. Che Dio lo benedica, Non sembra vero, in mezzo ad una società sempre più individualista e concentrata sul proprio orticello da annaffiare, trovare qualcuno che pensa anche agli altri. Arrivata al parcheggio, finalmente trovo un taxi libero, il conducente, laureato, m'invita a salire, mi racconta la sua storia affermando che non era certo questo, (il mestiere che è costretto a fare per vivere) quello per cui aveva tanto studiato. Parliamo di tutto un po' fino al mio arrivo a destinazione, dai no-vax fino alla digitalizzazione che ha reso IMPOSSIBILE il nostro sistema di vita. E' un giovane sui trent'anni, istruito ed intelligente, si sente da come parla, mentre io sono una 67enne ormai in pensione avendo lavorato per più di 41 anni, ma ci comprendiamo. Gli racconto dell'ultima genialata con l'introduzione dello SPID, sistema che a me serve soltanto per entrare nel portale dell'INPS e visualizzare il cedolino della pensione, della fregatura in cui siamo incorsi quasi tutti noi che ci arrabbattiamo, invano, per accedere ai portali della Pubblica Amministrazione, dell'OBBLIGO di possedere uno smartphone anche se qualcuno asserisce che non è indispensabile per attivare lo SPID, del coro di risate che accoglie la mia affermazione di possedere ancora - ANCORAAA??? - un semplice Nokia di vecchia generazione facendomi sentire una deficiente, una rincxxxxxxxxx anzitempo anche se non sono più di primo pelo, attraverso la domanda conseguente alla prima "E COME MAIII???. Potrei rispondere a tutto e a niente. essendo la mia risposta a questi strabiliati PERCHE' molto ovvia. Ma perchè non ho mai sentito la necessità di possedere uno smartphone bastando il mio vecchio cellulare, tra l'altro talmente piccolo da tenere nel palmo della mano anzichè essere un padellone da accostare alla bocca, abilitato alle sole funzioni che devo fare: telefonate brevi e di emergenza come il taxi anzichè mettermi a scaricare la App in mezzo all'incrocio trafficato, e invio e ricezione di sms. Tra l'altro possiedo già un PC, di cui mi servo per la banca, per le bollette da pagare, per tenermi informata, per scrivere qui... Perchè, dunque, OBBLIGARCI, in tempi duri come gli attuali, a cestinare i vecchi cellulari soltanto perchè, diversamente, il portale INPS non si apre più con l'immissione di un semplice pin??? Vale la pena di
far notare il paradosso. l'INPS si rivolge principalmente ad una categoria, quella dei pensionati, che essendo per l'appunto pensionati, non può avere dimestichezza con la tecnologia, perchè è una generazione ANZIANA. Tra l'altro, a meno di non essere un robot è praticamente impossibile memorizzare i PIN, le PASSWORD, gli USERNAME, i CODICI, il numero dell'OTP, gli indirizzi e-mail che corrispondono, uno diverso dall'altro, ai vari siti per accedere alla banca, alla posta elettronica, alla carta di credito, al bancomat, ecc. ecc. ecc. Roba, come minimo, da marasma senile. L'esempio di cui mi servo per lo SPID vale però anche per l'obbligo di acquistare un nuovo televisore nonostante quello che possediamo funzioni ancora benissimo e, in tempi di vacche magre come l'attuale, è meglio tenerselo stretto soltanto perchè ce lo chiede l'Europa, Ma potrei sconfinare anche nel diritto di non vaccinarsi con qualsivoglia vaccino (non solo anticovid) dal momento che non esiste una legge che obblighi, e via discorrendo. Ma quella che conduciamo non è più una vera vita, quella cui agognavo quando ancora ero in età lavorativa, I rapporti interpersonali sono diventati solo virtuali, soprattutto io, che già avevo mal digerito in illo tempore l'idea di acquistare un cellulare, mi sento spiata, osservata, incalzata, braccata dalla videochiamata che magari mi coglie mentre sono al bagno oppure in aspetto non presentabile, dai selfie della gente che illuminano la sala del cinema o del teatro mentre stiamo assistendo ad uno spettacolo, dal filmino girato alle Galapagos da amici e conoscenti ma di cui non m'importa nulla, dall'assurda FISSITA' della gente che non alza gli occhi dal cellulare neppure quando è in metropolitana o ti viene addosso, perchè non ti ha visto, mentre cammini per la strada. No, non ci sto. non voglio essere come costoro, non voglio essere omologata ad un mondo di dipendenti, perchè anche quella dello smartphone è una dipendenza. Voglio essere una persona LIBERA, e soprattutto voglio avere la facoltà di SCELTA, in questo caotico e vergognoso sistema con cui un'intera città viene messe in ginocchio per l'arrivo dei Potenti della terra fregandosene delle necessità degli abitanti, finchè esisterà la parola DEMOCRAZIA. Grazie
Da: Roberta

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